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Niente pausa sigaretta? Sei giorni di ferie in più

Se rinunci alla pausa sigaretta hai sei giorni di ferie in più. L’originale iniziativa di un’azienda di marketing di Tokyo.

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Se non fumi fai più ferie. E’ questa, in soldoni la posizione di un’azienda di Tokyo che, anche vista la sua ubicazione, al 29esimo piano di un grattacielo, si è resa conto di quanto fosse consistente il tempo speso da alcuni dei suoi dipendenti nella cosiddetta pausa sigaretta. Ha quindi pensato bene di restituire questo tempo in giorni di ferie in più ai non fumatori ed in generale a chi decida di rinunciare alla suddetta pausa. Non stiamo parlando di un giorno solo, ma di ben sei quotidianità da passare a casa, in gita o in vacanza al posto di trascorrerle in un ufficio.

pausa sigaretta

Stando ai quotidiani locali, tutto  è partito da una lettera, “imbucata” nell’apposita casella aziendale per proposte e proteste da una dipendente, nella quale, quest’ultima, aveva fatto notare come il tempo impiegato per  fumarsi una sigaretta fosse piuttosto lungo. L’azienda ha  infatti sede al 29esimo piano di un grattacielo di Tokyo. Tra scendere, fumare e risalire, come minimo un quarto d’ora vola via.

La lettera, arrivata al direttore del personale, ha fatto riflettere quest’ultimo, spingendolo a trovare una soluzione non punitiva per i dipendenti col vizio del fumo, ma che allo stesso tempo fosse gratificante per quelli che non hanno mai avuto la minima intenzione  di lasciare la propria postazione, o comunque l’ufficio.  Un rapido calcolo dei tempi ed ecco bella e pronta la nuova disposizione: sei giorni di ferie in più a chi non fuma o a chi rinuncia alla pausa sigaretta. Tutti contenti insomma, forse.

L’azienda in questione è la Piala, che si occupa di marketing . La vicenda e l’innovativo provvedimento arriva in un contesto in cui il fumo in Giappone e più ancora a Tokyo è argomento di forte attualità: nella metropoli infatti è da qualche tempo vietato fumare nei luoghi pubblici. La causa, se così si può chiamare, è dovuta alle imminenti Olimpiadi del 2020. Si è pensato infatti che introdurre questo divieto fosse un buon modo per prepararsi alla migliore delle accoglienze della manifestazione sportiva.

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