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Pensioni quota 100: ecco di cosa si tratta e qual è il meccanismo

Approfondiamo il disegno di legge sulle pensioni quota 100: cosa contiene la proposta, e quando si riuscirà ad andare in pensione in base alle novità prospettate dal nuovo Governo.

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Le pensioni quota 100, una proposta che punta ad anticipare l’età pensionabile per i lavoratori che risultano essere iscritti ai fondi di previdenza obbligatoria, quelli sostitutivi e quelli esclusivi. Promossa dal deputato Cesare Damiano, la riforma è stata ripresa dal nuovo Governo a permettere la reintroduzione della pensione di anzianità con maggiore flessibilità in uscita. Ma come funziona, nel dettaglio? Vediamo le novità proposte dal nuovo Governo.

pensioni quota 100

Pensione quota 100 e quota 41: le novità prospettate dal nuovo Governo

In riferimento a quanto anticipato dal nuovo Governo la tanto odiata Legge Fornero sulla riforma delle Pensioni sembra essere al capolinea. Questa Legge non sarà però immediatamente eliminata e tanto meno in maniera definitiva, ma verrà fatta una riforma sulle pensioni in più passaggi in modo tale da superare le disuguaglianze create dalla normativa “Salva Italia”. Rimarranno quindi valide la Pensione di vecchiaia a 66 anni e 7 mesi, la pensione anticipata per coloro che hanno 42 anni e 10 mesi di contributi oltre a vedere applicati gli adeguamenti della speranza di vita che vedrebbero portare i requisiti per la pensione di vecchiaia a 67 anni di età anagrafica mentre, a riguardo della pensione anticipata a 43 anni e 3 mesi di contributi. A questo riguardo però verrebbero inserite delle nuove prestazioni pensionistiche quali: quota 100, opzione donna, quota 41 e nona salvaguardia.

Che cos’è la pensione anticipata quota 100

Secondo quanto contenuto nel disegno di legge, l’idea che sottostà alle pensioni quota 100 è quella di ripristinare il meccanismo delle quote, che permette di sommare l’età anagrafica del lavoratore all’anzianità contributiva, raggiungendo un valore che può determinare o meno l’uscita dal mondo del lavoro. In particolare, le soluzioni proposte sulla quota 100 e ai fini del pensionamento sono:

  • la necessità che i lavoratori abbiano un’età minima anagrafica di almeno 64 anni, e un’anzianità contributiva di almeno 36 anni.
  • Un’altra ipotesi è quella che, per non influenzare in maniera negativa i conti pubblici, questa forma di pensionamento dovrebbe prevedere una penalizzazione, ad esempio il ricalcolo dell’assegno in riferimento ai contributi versati oppure un taglio in percentuale
  • E ancora, un’altra ipotesi sarebbe quella di riservare la pensione Quota 100 solamente ad alcune categorie di lavoratori come i disoccupati, coloro che svolgono lavori gravosi o usuranti, caregiver e invalidi.

In ogni caso questa forma di pensionamento anticipato sarebbe più vantaggiosa rispetto alla pensione anticipata in vigore attualmente. Anche a riguardo della pensione di vecchiaia si avrebbe un evidente vantaggio in quanto si potrebbe andare in pensione mediamente con un anticipo di 3 anni.

Come funziona la pensione quota 100  se la Legge Fornero fosse abolita

Se la Legge Fornero dovesse essere abolita in tutto o solo in parte per alcune categorie di lavoratori verrebbero riapplicate le vecchie quote in aggiunta alle differenze dei requisiti per la pensione in riferimento ai dipendenti e quelli autonomi. In aggiunta a tali requisiti di base, la proposta prevede anche il contestuale raggiungimento della quota 100, come determinata dalla sommatoria tra l’età anagrafica con quella contributiva.

Quota 100 per i dipendenti

In altri termini, la riforma per i dipendenti potrebbe consentire il pensionamento a 63 anni e 6 mesi di età anagrafica di colui che ha 36 anni e 6 mesi di contributi (63,5 + 36,5 = 100). Più nello specifico potrebbero ottenere a riguardo della pensione di anzianità, fino al 2018, con un minimo di 61 anni e 7 mesi di età e 35 anni di contributi oppure 40 anni di contributi. Per la pensione di vecchiaia minimo 20 anni di contributi e 65 anni e 7 mesi di età anagrafica.

Quota 100 per i lavoratori autonomi

Per quanto riguarda il requisito previsto per i lavoratori autonomi , il perfezionamento della pensione di anzianità  può essere richiesto, fino al 2018:

  • con una quota di 98,6 con almeno 62 anni e 7 mesi di età e minimo 35 anni di contributi. Per la liquidazione, inoltre si dovrà attendere un periodi di 1 anno e 6 mesi dalla maturazione dell’ultimo requisito
  • 40 anni di contributi e un’attesa di 21 mesi per la liquidazione
  • 65 anni e 7 mesi di età e 20 anni di contributi per gli uomini e 61 anni e 10 mesi di contributi per le donne lavoratrici del settore privato. Per la liquidazione l’attesa prevista sarebbe di 1 anno e 6 mesi.

Pensione anticipata quota 41

Oltre alla pensione anticipata quota 100 è stato formulato anche un trattamento pensionistico chiamato pensione quota 41 che consente a coloro che hanno raggiunto i 41 anni di contributi versati di poter andare in pensione e non la somma tra età anagrafica e contributi. Allo stato attuale la possibilità di andare in pensione con 41 anni di contributi esiste ma solamente per i lavoratori precoci ossia per quella categoria di persone che hanno 12 mesi di contributi accreditati prima di aver compiuto 19 anni di età. In ogni caso, per essere considerati lavoratori precoci occorre essere iscritti alla previdenza obbligatoria prima del 1996 ed essere fra una di queste categorie di lavoratori:

  • disoccupati
  • caregiver
  • invalidi al 74%
  • addetti ai lavori gravosi o usuranti

In ogni caso la nuova pensione anticipata quota 41 sarebbe in ogni caso soggetta agli adeguamenti riferiti alla speranza di vita. Quindi, dal 2019 sarà possibile andare in pensione con 41 anni e 5 mesi di contributi; dal 2021 con 41 anni e 8 mesi; a così via.

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