Nulla a che vedere con il vendere se stessi e con il miglioramento personale: il personal brander si occupa del marchio e lo porta al successo
Il personal brander è il consulente che aiuta i propri clienti a comunicare il loro brand. Lo fa attraverso varie forme di comunicazione ma oggi soprattutto attraverso il web e le digital pr sui social network. Una professione che, secondo lo studio di settore condotto dalla società britannica FastFuture, sarà addirittura al primo posto tra le nuove professioni del 2030.
L’importanza di affidarsi ad un professionista
Sempre più professionisti e freelancer sceglieranno di affiancarsi dunque a un personal brander che curi la loro immagine sul web. Dietro ad ogni cliente c’è un brand, dietro ad ogni brand c’è un prodotto (o servizio) che si propone sul mercato per la vendita. È importante quindi affidarsi ad un professionista che sia in grado innanzitutto di trasmettere i valori aziendali e i messaggi ad essi correlati e che contraddistingua il brand sul mercato e agli occhi dei potenziali clienti.
Fare personal branding non ha nulla a che vedere con il sapersi vendere e il miglioramento personale. Quando si diventa “brand” non si può (più) neppure essere semplicemente se stessi (e magari raccontare le proprie vicende personali su Facebook). Ogni frase, ogni messaggio lanciato sul web deve trasmettere il marchio aziendale, il valore aggiunto che lo differenzia e lo rende unico. La comunicazione è una parte fondamentale nella promozione e vendita di un prodotto (o servizio) e va curata con attenzione. Anche un personaggio sportivo, un attore, un vip è di per sé “un prodotto”. Il personal brander definisce la strategia di marketing, individua target e timing, pubblica contenuti mirati sui social network, interagisce, modera i commenti e potenzia le public relations.
Le competenze del personal brander
Il personal brander deve innanzitutto conoscere bene Internet e le nuove tecnologie. Possiede gli strumenti giusti per poter scandagliare il web in ogni angolo, in modo da salvaguardare sempre (e tenere sotto controllo) la web reputation del suo cliente. Se infatti da una parte si occupa di costruire e comunicare l’immagine del brand, dall’altra deve essere in grado di monitorare ogni informazione presente in rete che riguarda il proprio assistito, proteggerne la privacy, individuare tempestivamente ogni elemento imbarazzante o equivoco, ogni notizia non corrispondente alla verità, ogni commento offensivo o foto lesiva della sua immagine.
Un mix perfetto tra un hacker della rete, un esperto di pubbliche relazioni e un agente segreto; ma anche un consulente fidato, empatico con i clienti, serio ed onesto in grado di discernere con razionalità cosa è giusto ed etico da ciò che è sbagliato e immorale.
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