L’Inps, nel tracciare una mappa sulla situazione dei lavoratori precari (e non) in Italia, ha recentemente diramato il suo nuovo Osservatorio sul Precariato, aggiornando le statistiche alla fine del primo semestre 2015, periodo nel quale – rispetto al corrispondente periodo del 2014 – risulta essere aumentato il numero dei nuovi rapporti di lavoro a tempo indeterminato nel settore privato (+ 252.177), con stabilità dei contratti a termine, e riduzione delle assunzioni in apprendistato (- 11.500).
Sempre nel primo semestre, inoltre, la variazione netta tra i nuovi rapporti di lavoro e le cessazioni, pari rispettivamente a 2.815.242 e 2.177.002, è di 638.240; nello stesso periodo dell’anno precedente è invece stata di 393.658.
Per quanto attiene le nuove assunzioni a tempo indeterminato nel settore privato stipulate in Italia, rilevate da Inps, nel primo semestre si registra un ammontare pari a 952.359 unità, il 36,0% in più rispetto allo stesso periodo del 2014. Le trasformazioni a tempo indeterminato di rapporti di lavoro a termine (ovvero, i contratti precari), comprese le “trasformazioni” degli apprendisti, sono invece state 331.917 (l’incremento rispetto allo stesso periodo del 2014 è del 30,6%). Pertanto, la quota di assunzioni con rapporti stabili sul totale dei rapporti di lavoro attivati / variati è passata dal 33,6% dei primi sei mesi del 2014 al 40,8% dei primi sei mesi del 2015.
L’Osservatorio ricorda inoltre come “l’incremento delle assunzioni a tempo indeterminato 2015 su 2014 risulta superiore alla media nazionale in Friuli-Venezia Giulia (+82,9%), in Umbria (+67,0%), nelle Marche (+55,5%), nel Trentino-Alto-Adige (+54,3%), in Emilia-Romagna (+52,6%), in Piemonte (+52,0%), in Liguria (+47,6%), in Veneto (+45,9%), in Lombardia (+41,3%), nel Lazio (+41,0%), in Sardegna (+40,0%) e in Toscana (+38,6%). I risultati peggiori si registrano nelle regioni del Sud: Sicilia (+12,1%), Puglia (+18,8%) e Abruzzo (+19,4%)”.
Per quanto concerne la distribuzione dei nuovi rapporti di lavoro per qualifica la stessa presenta, nel periodo 2015 in esame rispetto al 2014, un leggero aumento della quota di impiegati, che passa dal 22,6% al 23,6%.
Risulta essere in aumento anche il lavoro full time rispetto al part time, visto e considerato che i nuovi rapporti di lavoro a tempo pieno rappresentano il 63,4% del totale delle nuove assunzioni nei primi sei mesi del 2015, in aumento di 1,1 punti percentuali rispetto allo stesso periodo del 2014.
L’Osservatorio sancisce altresì che “nel primo semestre del 2015, rispetto al corrispondente periodo dell’anno precedente, il peso dei nuovi rapporti di lavoro con retribuzioni mensili inferiori a 1.000 euro diminuisce di 1,0 punti, passando dal 6,3% al 5,3%; analoga diminuzione si riscontra nella fascia retributiva immediatamente superiore (1.001-1.250 euro), la cui incidenza passa dall’8,8% del 2014 all’8,1% del 2015. Risulta sostanzialmente stabile il peso dei nuovi rapporti di lavoro con retribuzioni comprese nella fascia superiore (1.251-1.500 euro e 2.501-3.000), mentre aumenta di circa il 2%il numero dei rapporti che si collocano nelle fasce retributive che vanno da 1.501 a 2.500 euro”.
Infine, come ricordato in un precedente articolo, nella prima metà dell’anno risultano venduti 49.896.489 voucher destinati al pagamento delle prestazioni di lavoro accessorio, del valore nominale di 10 euro, con un incremento, rispetto al corrispondente periodo del 2014, pari al 74,7%, con punte del 95,2% e dell’85,3% rispettivamente nelle regioni insulari e in quelle meridionali del Paese.
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