Industrie e sindacati contrari all’introduzione del salario minimo legale a 9 euro l’ora. Bisogna puntare e concentrarsi di più sui contratti collettivi nazionali. Introdurre un salario minimo applicabile a tutte le realtà andrà a compromettere gli equilibri già raggiunti.
La questione sul salario minimo orario a 9 euro fa ancora discutere le varie parti sociali. Industrie e sindacati sono contrari alla sua applicazione, in quanto il perimetro stesso delle garanzie ai lavoratori è molto più ampio all’interno dei contratti nazionali, della mera questione salariale. Il discorso è più ampio e complesso di quanto si possa credere.
Indice
Salario minimo: industrie e sindacati sono contrari alla sua istituzione
La questione connessa all’introduzione del salario minimo a 9 euro l’ora, voluto dal M5S fa ancora discutere, senza trovare un accordo tra le varie parti. Sindacati ed imprese bocciano l’idea del salario minimo, sottolineando che all’interno dei contratti collettivi nazionali, il perimetro delle garanzie ai lavoratori è molto ampio e non può ridursi alla sola questione salariale minima. Inoltre, sempre secondo le parti sociali, il salario dei lavoratori non è una questione che può essere trattata in maniera isolata ed indipendente dalle altre variabili. Di fatti, la determinazione di un valore unico per il minimo salariale, incide in maniera diretta su tutto il sistema contrattuale, sul mercato del lavoro, sulle scelte stesse fatte dalle imprese e sulla competitività dell’intera economia nazionale.
Salario minimo: è sufficiente la contrattazione collettiva
In commissione Lavoro alla Camera, in relazione alla questione salario minimo, ha preso la parola anche Rete Imprese Italia, rendendo pubblico il suo punto di vista a riguardo. A parlare è stato il presidente Giorgio Merletti (Confartigianato) esprimendo il suo dissenso, affermando che l’introduzione di un salario minimo legale andrebbe a penalizzare le imprese ed i lavoratori stessi. L’introduzione di tale misura andrebbe a colpire il sistema della contrattazione collettiva, alterando gli attuali equilibri economici raggiunti. Inoltre, saranno penalizzati i lavoratori stessi con il rischio di essere privati del welfare contrattuale, in quanto l’attenzione principale ricadrebbe solo ed esclusivamente sulla questione salariale. Dunque, secondo Merletti, la contrattazione collettiva è una tutela sufficiente e completa ed è su questa che bisogna concentrarsi.
I sindacati: il vero problema è la proliferazione contrattuale fuori controllo
Anche i sindacati sono in qualche modo contrari al salario minimo legale. Il vero problema sollevato dai sindacati è la proliferazione contrattuale spesso fuori controllo. Infatti, negli ultimi tempi si è assistito ad una notevole diffusione di contratti poco rappresentativi, questo, assieme alla crescente evasione contrattuale ed al sommerso di molte attività rappresenta il vero problema a cui si deve trovare una soluzione. Bisogna partire da questa realtà generale, tenendo soprattutto in considerazione quanto contenuto e tutelato nei contratti nazionali collettivi se si vuole fissare un minimo salariale. Inoltre, introducendo il salario minimo i problemi non si risolvono, perché bisogna anche sviluppare tutta una serie di sistemi e strategie, in grado di far rispettare la legge, con adeguate sanzioni per tutti coloro che non rispettano le norme.
Confindustria, il salario minimo ed il controllo delle regole
Anche Confindustria non vede di “buon occhio” la questione salario minimo legale presentata e voluta dal M5S. Come afferma il direttore Area Lavoro, Welfare e Capitale Umano di Confindustria, Pierangelo Albini, la questione salariale non può essere trattata in maniera indipendente rispetto alle altre variabili. Inoltre, con l’aumento delle retribuzioni, dovute all’introduzione di un salario minimo orario, andrà ad aumentare anche il costo del lavoro. Secondo i dati Istat ed Inapp, tale aumento sarà così compreso tra i 4,3 miliardi e 6,7 miliardi di euro. L’introduzione del salario minimo, inevitabilmente compromette gli equilibri che si sono raggiunti con fatica nel corso degli anni per quanto riguarda il mondo del lavoro.
Diventa essenziale per la definizione del salario minimo, prendere in considerazione quanto espresso dal vigente sistema di contrattazione collettiva, salvo “individuare un vero e proprio livello minimo di garanzia per i settori e le attività che fossero prive di contrattazione di riferimento, in primis per le collaborazioni coordinate e continuative”. Anche in questo caso, non basta fissare un minimo salariale, bisogna soprattutto essere in grado di farlo rispettare in maniera pratica.
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