Tasse e agevolazioni per perdere peso, arrivano gli sconti fiscali anti obesità: la lotta alla sedentarietà e la prevenzione passa attraverso incentivi economici e bonus.
Agevolazioni fiscali per chi è intenzionato a perdere peso: è questa l’idea del Ministro della Salute Giulia Grillo. Si tratta di una mossa tattica, pensata per far fronte a due grandi problemi per l’Italia: l’aumento delle persone obese, delle malattie legate a questa patologia e quello dell’incresciosa spesa destinata al finanziamento della sanità pubblica. Due difficoltà che sono due facce diverse della stessa medaglia e che, per vari motivi, hanno spinto i rappresentati delle Istituzioni ad intervenire.
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Obesità, cresce il numero degli italiani in sovrappeso: perché diventa un problema dello Stato
Lo Stato Italiano, in quanto istituzione volta a favorire e preservare il benessere dei suoi cittadini, non può non tenere conto dei dati preoccupanti emersi dalle ultime indagini sull’obesità. In Italia, purtroppo, cresce il numero di persone affetto da questa patologia. Si tratta di un problema che non fa sconti a nessuno e che, specie al Sud, colpisce sempre di più giovani adolescenti e bambini.
Oggi circa 23 milioni di adulti devono fare i conti con i problemi legati all’obesità, e a questi si devono sommare 1,7 milioni di bambini e adolescenti in sovrappeso. L’obesità, dopo il fumo, è la seconda causa di malattie evitabili nel nostro Paese. Questo vuol dire che una persona in sovrappeso, oltre a dover fare i conti con tutte le difficoltà che il suo status comporta, è maggiormente esposta alla contrazione di malattie e patologie a questo disturbo connesse.
Una situazione che, inevitabilmente, rischia di pesare sulle casse dello stato italiano. La spesa destinata alla Sanità Pubblica, già di non facile gestione, rischia di aumentare a dismisura nei prossimi anni e, di conseguenza, potrebbe diventare insostenibile. L’obesità costa al Sistema Sanitario Nazionale dai 5 ai 10 miliardi l’anno. Cifre queste che raddoppiano se si tiene conto anche delle patologie connesse o conseguenti ad essa. Fatte queste premesse, dunque, è facile intuire perché il contrasto e la prevenzione di questa malattia è diventato uno dei principali obiettivi del Governo.
Tasse e agevolazioni per perdere peso: la lotta all’obesità attraverso gli incentivi fiscali
Tra le cause scatenanti l’obesità, escluse quelle di natura clinica, vanno sicuramente menzionate le cattive abitudini. Non solo un’alimentazione poco corretta, ma anche il poco movimento e l’eccessiva sedentarietà accelerano il processo fisiologico che porta una persona dall’essere in sovrappeso a diventare obesa.
Da questa consapevolezza, dunque, nasce l’intenzione del Ministero della Salute di varare una manovra finanziaria che garantisca degli incentivi di tipo fiscale a chi si attiva per perdere peso. Si tratta di vere e proprie agevolazioni riconosciute alle persone intenzionate a perdere i chili in eccesso e contrastare la vita sedentaria.
Tasse e agevolazioni per perdere peso: come funziona
Funziona così: chi vuole praticare sport o dedicarsi ad attività fisiche di vario genere (pensate e destinate alla perdita di peso/contrasto della sedentarietà e obesità) riceve un bonus spendibile in impianti sportivi e palestre.
Il Ministro della Salute, Giulia Grillo, ha spiegato che l’intenzione del Governo è quella di istituire sconti per la frequenza di corsi e attività promosse da impianti sportivi pubblici (come le piscine comunali) o strutture private convenzionate con lo stato. Gli incentivi, ovviamente, non sono rivolti a chiunque voglia tenersi in forma ma, al contrario, sono mirati alle persone in sovrappeso e/o obese.
Questi ultimi, infatti, dovranno iscriversi e seguire dei precisi piani di dimagrimento e allenamento seguiti da medici ed esperti del Servizio Sanitario Regionale. Nessun limite, invece, è stato imposto per l’età. Il bonus per l’attività fisica si rivolge ad adulti, giovani e persino bambini. L’obesità infantile, purtroppo, sta prendendo sempre più piede in Italia. A tal proposito è stata presa in esame anche l’idea di introdurre le cosiddette “ricette evolute”, ovvero prescrizioni mediche dove, in alternativa alle cure farmacologiche, al paziente viene consigliato di seguire un apposito programma di attività fisica.
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