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Self Storage in Italia: un piccolo settore in forte crescita

La nascita e l’espansione dei Selfstorage, è da collegare a decisi mutamenti sociali che hanno caratterizzato la vita delle persone, almeno negli ultimi cento anni. Vediamo cos’è, come si è sviluppato e una interessante Case History

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La nascita e l’espansione dei Selfstorage, aziende specializzate per lo stoccaggio e la conservazione di arredi e di materiali di vario tipo è da collegare a decisi mutamenti sociali che hanno caratterizzato la vita delle persone, almeno negli ultimi cento anni. Dapprima si è assistito ad un deciso aumento dei trasporti urbani e extraurbani, in secondo luogo le città hanno sviluppato le proprie periferie, infine la mobilità fra diverse località, fenomeno che dapprima coinvolgeva interi nuclei famigliari, oggi interessa sempre più frequentemente persone singole. Queste trasformazioni hanno creato di fatto un bisogno, ovvero quello di avere a disposizione servizi di trasloco e anche di custodia di beni personali. E’ interessante sottolineare che il proliferare di questi servizi è stato più veloce e consistente in contesti cittadini in fermento, condizionati anche da innovazioni di carattere industriale, piuttosto che in ambienti meno avvezzi ai cambiamenti sociali.

Storia, origini e contesto sociale

self-storage

Questo, in estrema sintesi, è il terreno fertile sul quale si sono sviluppati i primi Self Storage, già all’inizio del ‘900 specie negli Stati Uniti e successivamente in Gran Bretagna e in Germania. E’ possibile risalire esattamente anche agli inventori di questa particolare forma d’impresa: si tratta di due fratelli, Martin e Josh Bekins, i quali in Nebraska nel 1906, a fianco della propria attività di traslocatori, aprirono un magazzino per lo stoccaggio di mobilie e arredi. Di particolare interesse, molti anni dopo, in Texas, la nascita di un particolarissimo selfstorage, denominato A-1 U-Store-It-U-Lock-It-U-Carry-the-Key, legato all’industria petrolifera della zona, funzionale alla conservazione delle attrezzature di lavoro per i minatori e per l’estrazione.

Lo sviluppo del settore in Europa e in Italia

Da allora la diffusione dei Self Storage si è allargata in tutto il mondo: normalmente si tratta di grandi capannoni, suddivisi in box di varie metrature, che vengono affittati, per periodi variabili, per soddisfare le esigenze di custodia di privati ed aziende. Per molti clienti possono rappresentare, specie per chi vive in appartamenti medio piccoli, il garage o la cantina che manca, per altri un posto sicuro per mettere temporaneamente oggetti e arredi per esempio durante una ristrutturazione. Nei soli Stati Uniti, paese che vive di grande mobilità umana, oggi sviluppano un fatturato complessivo che si attesta attorno ai 38 miliardi di dollari. In Europa il fenomeno si è consolidato dall’inizio degli anni ’80, oltre che in Gran Bretagna che detiene il 44% del mercato continentale del settore, anche in Germania, Francia, Paesi Bassi, Spagna e Svezia.

In Italia questa tipologia di imprese è apparsa appena 20 anni fa. Una delle prime imprese del settore è stata Casaforte, fondata nel 2000, che attualmente dispone di ben 21 magazzini dislocati per lo più in Piemonte, Lombardia e Veneto con ben 7.500 box a disposizione. Oggi complessivamente si contano circa una cinquantina di imprese nel settore, che fra l’altro si sono dotate anche di una propria associazione di categoria denominata AISI (Associazione Imprese Self Storage Italiane), con l’obiettivo di rappresentare le aziende socie, definire standard operativi comuni, promuovere le proprie imprese, favorire momenti di scambio e confronto anche alla luce di esperienze internazionali più consolidate, organizzare eventi di formazione e curare ricerche di mercato utili al comparto. Che il settore sia ancora giovane nel nostro Paese è evidente dai numeri: il fatturato complessivo nazionale si aggira attorno ai 100 milioni di euro, con investimenti, negli ultimi anni, di 300 milioni.

Una case history di successo: Forlì Self Storage

Una case history particolarmente interessante è quella di Forlì Self Storage, impresa fondata nel 2012 e guidata dalla giovane manager Marika Mambelli. L’avvio dell’azienda fu supportato da due elementi base: da una parte la disponibilità di un grande immobile, utilizzato precedentemente per altre attività e dall’altra da un attento studio di mercato per identificare un’attività innovativa che potesse avere possibilità di sviluppo e consolidamento, che portò alla definizione di avviare il Self Storage.

marika mambelli
Marika Mambelli

Oggi a distanza di 8 anni – afferma Marika Mambelli – posso dire che la scelta fu azzeccata, per più motivi. Innanzitutto per la conformazione del nostro immobile che si presta a più servizi e opportunità per la clientela, in secondo luogo per la sua dislocazione fuori dal centro e in prossimità del casello autostradale di Forlì e infine, lo dico con una punta di orgoglio, per la passione che mettiamo ogni giorno nel nostro lavoro e per il desiderio di soddisfare i nostri clienti in ogni loro richiesta, anche la più semplice”.

Forlì Self Storage ha sviluppato, a fianco di un’area molto consistente adibita a box di varie metrature, anche altri servizi collaterali: dispone, infatti, di aule riunioni, che sono a disposizione, per lo più di aziende ed enti di formazione, che vengono affittate per meeting aziendali o corsi aggiornamento. In più ha sviluppato anche, grazie a diversi uffici, un’area coworking, molto apprezzata da professionisti e start up, ad inizio attività o con esigenze di flessibilità operative. Tale area, in alcuni casi, è divenuta sede per più anni anche di imprese collaudate (o cresciute all’interno della struttura), in quanto i rispettivi titolari apprezzano la possibilità di concentrarsi sul proprio lavoro, liberati da incombenze quali le utenze, la rete dati, i rifiuti, il rapporto con i corriere e, in certi casi anche la segreteria, tutti servizi gestiti in maniera centralizzata dal personale di Forlì Self Storage. Di particolare interesse anche l’utilizzo dell’area esterna della struttura, che dispone di posti auto, di aree per il rimessaggio di camper e truck food (con possibilità di allaccio elettrico) e di spazi ampi, che vengono utilizzati anche per prove antincendio, in contesti di corsi di formazione.

I clienti di Forlì Self Storage, specie quelli che affittano box, apprezzano il servizio non solo perché risolvono il proprio problema di spazio, ma anche per alcuni aspetti molto interessanti, fra cui l’accessibilità h24 con codice di accesso privato all’area, il sistema di videosorveglianza, che garantisce ottimi livelli di sicurezza per quanto viene rimessato e la pulizia della struttura.

Gli utilizzi più comuni presso la sede forlivese sono:

  • l’appoggio di arredi in caso di trasloco,
  • la conservazione di materiali da collezione,
  • il rimessaggio stagionale di abbigliamento,
  • lo stazionamento di motociclette,
  • il deposito di materiali promozionali di associazioni di volontariato e, in certi casi, anche il magazzino di imprese commerciali per prodotti che transitano dalle aziende produttrici, prima di essere consegnati ai clienti.

In definitiva Forlì Self Storage, come d’altronde tutte le altre aziende del settore sparse in Italia, rappresentano oggi un piccolo comparto, che, pur sviluppando un fatturato per ora limitato, hanno di fronte orizzonti di sviluppo molto interessanti, sia in termini di volume d’affari che di posti di lavoro, alla luce dell’apprezzamento del servizio offerto e della crescente mobilità presente nella società italiana.

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