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Sono più svantaggiati gli under 35 o gli over 40? Le donne o gli uomini? Favorire tutti per non favorire nessuno.

email pervenuta a La Posta di Bianco Lavoro Innanzi tutto penso che creare delle etichette (come, ad esempio, le donne sono penalizzate, i giovani sono penalizzati, ecc..) finisce, a torto o a ragione, per creare nella testa dei governanti la convinzione di aiutare, seppure in buona fede, quelle categorie di persone, dimenticando che così si …

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email pervenuta a La Posta di Bianco Lavoro

Innanzi tutto penso che creare delle etichette (come, ad esempio, le donne sono penalizzate, i giovani sono penalizzati, ecc..) finisce, a torto o a ragione, per creare nella testa dei governanti la convinzione di aiutare, seppure in buona fede, quelle categorie di persone, dimenticando che così si penalizzano tutte le altre.

Ad esempio, il fatto di considerare una persona come me che, per motivi di crisi, è stata licenziata a 48 anni, un handicap viene invece visto da chi ci governa un fatto non urgente da risolvere, in quanto prima bisogna aiutare le categorie più svantaggiate e fare leggi ad hoc solo per loro.

E questo a me non sta bene; io ho quasi 50 anni e mi si vieta di essere assunto, in quanto il governo presume che alla mia età la maggior parte delle persone uomini lavorino.

E quindi, pur non volendo, si finisce per discriminare persone con oltre 40/50 anni che son state (perché no?) magari ingiustamente licenziate.

E con la crisi che c'è scusate se è poco …..

Giampaolo Camera – Genova Sestri Ponente

 

La risposta di Marco Fattizzo, direttore di Bianco Lavoro

Inizio con il dire che sono perfettamente d'accordo con la sua analisi e posizione.

Quando ci sono periodi di crisi più o meno lunghi o quando comunque la situazione occupazionale non è delle migliori è assolutamente normale che tutti i cittadini (in particolar modo se in cerca di occupazione) si sentano “far parte” di una categoria svantaggiata.

Alla fine si arriva al paradosso che… siamo tutti svantaggiati, forse a volte da queste “categorizzazioni” resta fuori una fascia: uomo (di sesso maschile), nato e vissuto nel nord Italia in una città capoluogo di provincia, età compresa tra i 36 e 39 anni, di sana e robusta costituzione. Ma stia pur certo che andando a chiedere ad un disoccupato con questi requisiti se si sente un “privilegiato” per il mondo del lavoro, le risponderà assolutamente di NO (e certamente a ragione)!

La mia idea? Per quanto riguarda sesso ed età (non parliamo in questo contesto di altro) rompere ogni barriera, tutti uguali di fronte al mondo del lavoro, senza distinzioni, favori, incentivi, vantaggi o svantaggi per nessuno! Vere pari opportunità! Sono contrario addirittura all'età massima nell'apprendistato. Perché infatti se qualcuno vuole reinventarsi a 32 o 36 o 43 anni deve essere discriminato? Le aziende ne approfitterebbero? Benissimo, allora mettiamo in pista degli strumenti affinché le aziende non ne approfittino, ma non “seghiamo” le gambe a chi vuole solo il suo sacrosanto diritto al lavoro, anche ripartendo quando non ha più 20 anni.

A tal proposito voglio proporre un estratto di un commento pubblicato all'interno di una passata lettera di un utente:

Chi stabilisce che nel lavoro a 35 anni si diventi vecchi?

il commento è postato da Giuseppe Zaffarano (presidente Associazione Lavoro Over 40) e parlando della possibilità di dare incentivi anche per le assunzioni degli over 40 oltre che agli under 35 scrive:

Abbiamo anche affermato che la strada potrebbe essere quella di dare incentivi anche tali lavoratori (ndr: chi ha più di 40 anni). Ma in tal caso si snaturerebbe anche la logica di incentivo: avremmo incentivi agli under 35, incentivi alle donne, incentivi agli over 40 e agli over 50. Ma allora cosa servono gli incentivi? a nulla. Tanto vale eliminarli del tutto e forzare le tappe per educare il mercato del lavoro alla valorizzazione delle professionalità e del capitale umano reale e potenziale presente in ognuno di noi e non a basarsi solo sul criterio della età. Sarebbe una coraggiosa scelta che innalzerebbe la qualità del lavoro e produrrebbe un sensibile risparmio dello stato. Risparmio da dirottare ad una maggiore cultura del mercato del lavoro, sia delle imprese che dei sindacati e dei lavoratori. E di questi tempi non è poco.

Ho messo un pezzo in grassetto poiché a mio parere rappresenta il nucleo dell'argomento, a questo punto ci chiediamo: come fare?

Dal nostro punto di vista, come portale di informazione sul mondo del lavoro, cerchiamo di fare la nostra parte, anche dando spazio a chi ha da dare le proprie opinioni o invitando aziende, imprenditori, sindacati, lavoratori ed amministratori della cosa pubblica a riflettere seriamente sull'argomento. Riproponiamo anche un contenuto “vecchio” di due anni, a dimostrazione che da tempo ci interessiamo dell'argomento:

L'età massima richiesta nelle offerte di lavoro

e voi cosa ne pensate? Si può fare di più e meglio? e come? idee, proposte, esperienze ed opinioni costruttive sull'argomento sono graditi, lo spazio commenti è tutto vostro

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