Il Programma di Sviluppo Rurale è uno strumento che l’Unione Europea mette a disposizione delle Regioni italiane, al fine di di sostenere interventi nel settore agricolo-forestale e favorire lo sviluppo delle aree rurali
Spesso, quando si parla di programmazione europea a vantaggio degli Stati membri spunta una sigla a molti sconosciuta, specie al di fuori dell’ambito operativo specifico, il P.S.R. Si tratta del Programma di Sviluppo Rurale, uno strumento, basato su fondi SIE (Fondi Strutturali Europei) e sul FEASR (Fondo Europeo Agricolo per lo Sviluppo Rurale), che l’Unione Europea mette a disposizione delle Regioni italiane, al fine di di sostenere interventi nel settore agricolo-forestale e favorire lo sviluppo delle aree rurali. Anche a seguito delle complicazioni derivate dalla pandemia da Covid 19, il Parlamento e il Consiglio Europeo hanno deciso di anticipare i fondi destinati al PSR (il precedente – 2014-2020 – era terminato) approvando una programmazione di transizione 2021-2022, sbloccando una parte degli aiuti straordinari previsti dal Next Generation EU per l’agricoltura, con una disponibilità suddivisa in due scaglioni: il primo (2021) di 2,4 miliardi e il secondo di 5,6 miliardi (2022).
Indice
Gli ambiti ammessi a finanziamento
A seguito di ciò, le Regioni italiane, attivano bandi specifici negli ambiti ammessi a finanziamento, che tecnicamente sono definiti “misure”, a cui, con progetti di sviluppo, possono accedere le imprese agricole e forestali. Le misure in questione sono le seguenti:
- Azioni di formazione professionale e acquisizione di competenze
- Informazione e promozione sui regimi di qualità (sostegno ai consorzi di tutela per l’attività di promozione)
- Investimenti per migliorare le prestazioni e la sostenibilità globali dell’azienda negli ambiti: investimenti aziendali, pacchetto giovani, irrigazione, contenimento delle emissioni inquinanti
- Investimenti per la trasformazione e la commercializzazione dei prodotti agricoli (imprese agroalimentari)
- Infrastrutture silvopastorali
- Strutture funzionali all’incremento e alla valorizzazione della biodiversità naturalistica
- Insediamento di giovani agricoltori
- Creazione e sviluppo della diversificazione delle imprese agricole (agricoltura sociale, agriturismo, produzione di energie rinnovabili)
- Salvaguardia idrogeologica e protezione dei suoli forestali
- Investimenti per aumentare la resilienza, il pregio ambientale e il potenziale di mitigazione delle foreste
- Investimenti in attrezzature e tecnologie forestali – 2° trimestre del 2021
- Misure Agro-climatico-ambientali (agricoltura conservativa; infrastrutture verdi; preti-pascoli; allevatori custodi, tecniche agronomiche e irrigue; tutela habitat seminaturali);
- Agricoltura biologica
- Indennità a favore delle zone soggette a vincoli naturali o altri vincoli specifici (indennità compensativa per la montagna)
- Leader – finanziamento dei GAL (Gruppi di azione Local)
PSR negli ambiti regionali: Emilia Romagna e Veneto
Sui finanziamenti PSR, la regione Emilia-Romagna è stata la prima ad avere l’ok dell’Unione Europea, con la disponibilità di 408,9 milioni di euro, finalizzati a programmi per il miglioramento della competitività e la sostenibilità ambientale del comparto agroalimentare, a progetti specifici per i giovani agricoltori e ad azioni sull’innovazione e la transizione ecologica. L’atto di approvazione della programmazione presentata dalla Regione in data 12 agosto, è stato firmato dal Commissario UE all’Agricoltura, il polacco Janusz Wojciechowski. Le risorse concesse provengono in larga parte dal Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale (87%), a cui si aggiunge una quota minore tramite Next Generation Eu (13%) e presentano un significativo +35% rispetto alla programmazione precedente.
La ripartizione dei fondi
La ripartizione di questi fondi interesserà per oltre l’83%progetti strategici di investimento delle imprese, circa l’11%sosterrà i primi insediamenti dei giovani agricoltori e il rimanente 5% verrà destinato a supporto di progetti di innovazione e ricerca. I principali capitoli di spesa sono:
- l’ammodernamento delle aziende agricole e agroalimentari (117,5 milioni di euro),
- lo sviluppo delle coltivazioni biologiche (72,6 milioni di euro),
- l’insediamento dei giovani agricoltori e la strutturazione delle loro aziende (52,6 milioni),
- il sostegno agli imprenditori agricoli le cui attività si sviluppano in aree montane e nel basso ferrarese(50,4 milioni).
Nella programmazione regionale, poi, trovano spazi incentivi a progetti di forestazione (8,2 milioni), a iniziative di contrasto al cambiamento climatico, con particolar riferimento alla prevenzione di danni procurati da gelate tardive che, negli ultimi 3 anni, hanno causato difficoltà enormi al comparto ortofrutticolo regionale (circa 7 milioni di euro), a azioni di prevenzione dei danni da fauna selvatica e riduzione delle emissioni da ammoniaca( 10 milioni) ad attività finalizzate alla gestione sostenibile delle risorse idriche (6,9 milioni)
Infine, un discorso a parte riguarda gli interventi per le zone montane, con risorse specifiche per la tutela degli ecosistemi forestali, il contrasto all’abbandono del territorio tramite pagamenti compensativi, i servizi alla popolazione e la promozione territoriale: per questi obiettivi sono previsti 19,6 milioni di euro, che finanzieranno i progetti dei Gruppi di azione locale (Gal) nell’ambito del programma europeo Leader.
Per quanto concerne la regione Veneto la dotazione PSR ammonta a circa 392 milioni di euro, di cui 341 di risorse ordinarie e 50,8 provenienti dall’EURI (European Union Recovery Instrument).
Le risorse ordinarie sono destinate a progetti che riguardano il ricambio generazionale nel settore agricolo, la riduzione delle emissioni in agricoltura, la salvaguardia idrogeologica e la protezione dei suoli forestali, l’agricoltura biologica e il mantenimento delle attività agricole nelle zone montane montana. Quelle, invece provenienti dall’EURI sono specificatamente indicate per rispondere ad emergenze connesse alla pandemia Covid 19, i cui ambiti riguardano la conversione all’agricoltura biologica, il risparmio idrico, l’innovazione per imprese di giovani agricoltori, la digitalizzazione, l’ammodernamento di attrezzature e macchinari, le diversificazioni delle imprese agricole per l’accesso ai mercati.
Entro fine dicembre sono attese le pubblicazioni da parte della Regione dei primi bandi relativi a 6 tipi di intervento che riguardano l’informazione e la promozione sui regimi di qualità dei prodotti agricoli e alimentari, gli investimenti per il miglioramento delle prestazioni e la sostenibilità globali delle aziende, per la trasformazione e la commercializzazione dei prodotti agricoli, per l’inse-diamento di giovani agricoltori e la diversificazione delle imprese agricole.
Come accedere ai finanziamenti PSR
Il primo steep è ovviamente controllare da parte dell’imprenditore agricolo che il proprio progetto sia in linea con le misure ammesse a finanziamento dal PSR. Per quanto concerne la presentazione, molte regioni mettono a disposizione una piattaforma di presentazione delle domande, a cui l’utente può accedere tramite SPID o CNS (Carta Nazionale dei Servizi). In questo caso la domanda può essere effettuata direttamente dall’azienda.
E’ comunque consigliabile presentare il progetto da finanziare tramite un CAA (Centri Autorizzati di Assistenza Agricola), organismi ai quali AGEA (Agenzia per le erogazioni in Agricoltura) delega vari compiti, fra cui la gestione delle domande che le aziende agricole presentano per l’accesso a specifiche misure di sostegno comunitario. I CAA sono operativi presso le organizzazioni agricole più importanti sul territorio italiano quali Confagricoltura, Coldiretti e CIA. E’ bene ricordare che i finanziamenti previsti nell’ambito del PSR sono a fondo perduto e coprono una parte del progetto presentato, la cui percentuale è specificata in ogni bando emesso dalle regioni. L’esborso materiale del contributo avviene a seguito di una dettagliata rendicontazione dell’investimento effettuato, con presentazione di tutta la documentazione fiscale.
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