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State scrivendo il curriculum? Occhio a questi 4 errori superficiali

Errori superficiali da evitare nel curriculum. Dall’indirizzo mail sbagliato alle “panzane” belle e buone.

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Scrivere il curriculum, o aggiornarlo, non è un lavoro particolarmente facile, bisogna stare attenti a molti particolari ed inoltre è necessario che le esperienze di lavoro, così come gli altri campi da compilare, siano chiare, precise, facilmente e velocemente leggibili. Che non diano adito a dubbi insomma. Ci sono però anche altri aspetti ai quali stare attenti che spesso vengono considerati secondari, ma che non lo sono per niente, anzi: sono proprio quelli che saltano immediatamente all’occhio del selezionatore, il quale, se colpito negativamente, scarterà immediatamente il vostro curriculum. E buonanotte al posto di lavoro.

Attenzione a questi errori nel Curriculum Vitae

scrivere il curriculum

Le informazioni di contatto: scrivetele giuste!

Sembra superfluo dirlo, ma non lo è per niente. Una lettera sbagliata nell’indirizzo mail o un numero errato nel contatto telefonico ed un’eventuale risposta di certo non arriverà, oppure arriverà a qualcun altro. Spesso, spessissimo, capita per distrazione da fretta, ma tale errore è dir poco madornale: se la vostra mail è mario.bianchi@xxx.it e sul cv mettete marrio.bianchi@xxx.it, potrete anche essere i candidati perfetti, ma nessuno vi chiamerà mai. Prendetevi un minuto in più, ma controllate scrupolosamente le informazioni di contatto. Per quanto riguarda l’indirizzo e-mail, può anche capitare che lo si cambi e che si lasci nel cv un vecchio contatto che non guardate più. Evitate come la peste queste superficialità!

Qual era il tuo lavoro passato?

Nel campo delle esperienze, scrivere cose come “Lavoravo in un supermercato”, o “Gestivo progetti” appare essere leggermente (?) generico.  Quale ruolo avevate nel supermercato? Commesso? Magazziniere? Direttore? Salumiere? Panettiere?  E ancora? Che tipo di progetti gestivate? In quali campi? Finanziario, Informatico, di marketing? Costruivate case? Capirete bene che le esperienze sono tra loro un pochino differenti. Non specificarle significa non far capire, attraverso il vostro curriculum, ovvero il documento che, appunto, redigete per far conoscere alle aziende le vostre esperienze passate, quali siano queste ultime. Voi assumereste qualcuno senza sapere cosa ha fatto prima? Probabilmente no.

Che cavolo stai dicendo Willis?

I meno giovani tra i lettori ricorderanno sicuramente un telefilm degli anni ’80 dello scorso millennio che ha fatto storia: “Il mio amico Arnold“. Il protagonista, un bambino di circa 8 anni, era solito rivolgersi a suo fratello (Willis) con la frase: “Che cavolo stai dicendo Willis“, quando non capiva qualcosa o quando quest’ultimo diceva corbellerie tali da riuscire a stupirlo. Ecco, più o meno questa potrebbe essere la reazione di un selezionatore a certe “panzane” che qualcuno ha purtroppo l’abitudine di mettere nel proprio curriculum (o anche proporre personalmente ad un colloquio!).

Inutile scrivere che eravate un manager con gestione diretta di 200 persone se lavoravate in un’azienda con 10 dipendenti. Inutile anche scrivere che avete dieci anni di esperienza in un certo settore perché il posto per il quale vi state candidando la richiede quando di anni di lavoro alle spalle ne avete tre o quattro e magari non avete nemmeno compiuto i 30 anni. Come dire: un po’ di furbizia non guasta, quell’attimo bisogna sapersela cavare. Troppa invece sì, perchè quel che prima era furbizia, esagerando diventa squallore. Evitatelo, sempre.

E’ un curriculum, fatelo serio

Ovvero? Evitate ad esempio di scrivere il curriculum tutto in maiuscolo, o di riempirlo di fotografie in modalità Instagram. Chi dovrebbe assumervi non sta giocando e non vuole giocare. Dovesse trovarsi a leggere un curriculum pieno di “luci e colori“, come se venisse da un circo in festa (appunto, foto un po’ qui e un po’ là, titoli e titoletti colorati) penserà con tutta probabilità o a uno scherzo, o peggio al fatto che chi l’ha mandato sia una persona poco seria che lo stia prendendo in giro. “Eh ma così è più allegro, magari lo mette di buonumore e mi chiama“. Sì, è vero, magari. Magari invece no, e la probabilità pende molto, ma molto di più, verso la seconda ipotesi. Sul lavoro (e anche nella sua ricerca) ci sono certamente momenti e spazi per scherzare, la scrittura e l’invio del curriculum non sono tra quelli.

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