Sempre più assunzioni tra gli Over 50: le aziende cercano professionisti dall’esperienza consolidata

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L’attenzione si focalizza su professionisti che hanno più di cinquant’anni in grado di soddisfare le esigenze aziendali di breve periodo, con risultati immediati e ottimizzando tempo e risorse economiche. Obiettivi che nascono dal bisogno di contrastare un’incertezza occupazionale e produttiva che porta le aziende a rivolgersi a manager esperti dalle spiccate capacità di problem solving, rinunciando alla formazione dei neo-laureati e alla scommessa, troppo di lungo periodo, sullo sviluppo del potenziale di talenti brillanti ma ancora senza esperienza lavorativa.

Competenze reali e già comprovate che hanno la meglio quindi su potenzialità in via di sviluppo di giovani promesse del management.

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La figura del Middle Manager: caratteristiche e prospettive di carriera

Si tratta di una figura manageriale che in azienda rappresenta l’anello di congiunzione tra il personale operativo e il top manager. Un ruolo cardine, di cui la crisi economica ha però sbiadito un po’ i contorni e indebolito le prospettive di carriera per il futuro. Perlomeno in Italia. Dall’altro capo del mondo in Cina, Brasile e India si dicono più ottimisti.

È quanto emerge da una ricerca condotta lo scorso settembre da Wyser, la società di middle search e selection di Gi Group, la prima multinazionale del lavoro in Italia, in collaborazione con OD&M Consulting. L’indagine s’intitola Exploring Middle Manager World ed ha coinvolto 1.450 Middle Manager di Italia, Bulgaria, Serbia, Cina, Brasile e India.

A seconda dell’area geografica nella quale si colloca, il Middle Manager svolge la propria attività professionale in modo più o meno dinamico ed ha un differente potenziale di sviluppo del proprio ruolo.

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Detenuto deve pagare l’Imu sulla casa di proprietà, perché è il carcere la sua prima abitazione

È quanto si è visto comunicare un detenuto del carcere di Bollate (Milano). Per i due appartamenti dei quali risulta co-proprietario nel comune di Monvalle, in provincia di Varese, l’ufficio tributi rende noto che il pagamento Imu va effettuato su entrambi, considerati tutti e due alla stregua di una seconda casa, in quanto, data la variazione di residenza a causa della detenzione, il carcere va considerato come prima abitazione.

Il detenuto ha denunciato l’accaduto al Garante lombardo dei carcerati, mettendo in evidenza quella che ritiene un’ingiustizia a proprio carico. A dir il vero, la prassi vuole che i detenuti cambino automaticamente la residenza anagrafica, che corrisponde appunto con l’indirizzo del penitenziario, sin dall’inizio della detenzione.

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Congedi parentali ad ore: c’è ancora da attendere

È una delle novità previste per questo 2013, come aveva già sancito la legge di stabilità lo scorso dicembre, apportando una modifica legislativa in materia di congedo parentale. A partire da quest’anno è possibile fruire di questo tipo di congedo anche a ore, invece che a giornate intere, per consentire un’organizzazione più flessibile delle esigenze lavorative e familiari e gestire meglio la retribuzione mensile.

Cosa è il congedo parentale.

Quello parentale (diverso da quello di paternità e maternità) è il congedo che ogni genitore lavoratore può chiedere nei primi otto anni di vita del proprio figlio.

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Concessa carta di credito senza tasse né limiti di spesa: la banca rettifica e finisce in tribunale

È la storia vera di Dmitry Agarkov, quarantenne russo di Voronezh, che decide di modificare termini e condizioni del contratto di gestione della propria carta di credito, proponendone una senza tasse da pagare né limiti di spesa alla propria banca, la Tinkoff. Quest’ultima sottoscrive e rispedisce al mittente, salvo poi opporsi e denunciare l’uomo per frode. La questione è attualmente in discussione davanti al giudice, in Tribunale.

Proposta innocente o furbizia fraudolenta? Tutto inizia qualche mese fa, quando il signor Agarkov riceve a casa una lettera della propria banca, che gli propone una carta di credito. Leggendo attentamente il contratto, Agarkov trova che i tassi d’interesse e le condizioni di utilizzo non siano di suo gradimento. Detto fatto, decide di scannerizzare il contratto sul computer e di modificare i termini d’uso, proponendo l’abolizione di ogni tassa da pagare e nessun limite di spesa nonché penali da pagare in caso di ripensamenti e rescissione del contratto stesso da parte dell’istituto bancario. 

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Sgravi fiscali per chi assume ex-detenuti: lo prevede il cosiddetto decreto svuota carceri

Dopo i provvedimenti atti a contrastare la disoccupazione dei giovani non specializzati, arrivano le agevolazioni per chi assume un ex-detenuto: nella ratio del governo, un modo per favorire le categorie più svantaggiate dei senza lavoro, che più di altri possono incontrare difficoltà di inserimento in questo delicato periodo di crisi.

Con il via libera del Senato (195 voti a favore e 57 contrari tra Lega, Fratelli d’Italia e M5S), lo scorso 8 agosto è stato approvato in via definitiva il cosiddetto decreto svuota carceri, che quindi diventa legge delle Stato. L’obiettivo del legislatore è quello di trovare soluzioni al sovraffollamento delle carceri, liberando all’incirca 10.000 posti letto entro il 2016. Per questo propone l’adeguamento, il potenziamento e la messa a norma delle strutture carcerarie e l’introduzione di alcune misure che possano rappresentare un’alternativa alla detenzione e svolgersi al di fuori degli istituti penitenziari.

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Congedo matrimoniale retribuito, da oggi anche per gli omosessuali

La decisione arriva dal settore privato: la Call&Call concede a tutti i propri dipendenti, senza eccezione alcuna, il congedo matrimoniale retribuito, anche se gli sposi sono omosessuali e per contrarre matrimonio sono obbligati ad andare all’estero. In Italia, si sa, il matrimonio omosessuale non è riconosciuto. E, di conseguenza, anche il relativo diritto al congedo …

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Italiani rassegnati a lavori poco gratificanti, ma disposti a trasferirsi all’estero per un futuro migliore

Se trovare un lavoro è diventata un’impresa, ottenerne uno adeguato al proprio livello di studi e di aspirazioni sembra ormai una chimera. Una convinzione diffusa tra gli italiani, soprattutto tra i più giovani, che ritengono che la formazione accademica sia di gran lunga sottovalutata rispetto al livello di esperienza, per quanto riguarda l’ottenimento di un’occupazione. E si dicono costretti ad accettare anche lavori temporanei e poco gratificanti, pur di non rimanere disoccupati.

Sono solo alcuni dei dati interessanti che emergono dall’ultima indagine condotta dal Randstad Workmonitor, l’osservatorio della nota agenzia per il lavoro italiana. Lo studio è stato condotto su un campione di lavoratori dipendenti, in 32 Paesi del mondo.

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Mestieri di ieri, lavori di domani: l’artigiano

Quando il lavoro manca, c’è chi invece di cercarlo decide di crearselo. O perlomeno di riportare in luce antichi mestieri per troppo tempo accantonati.

Se fino a ieri rappresentava un mestiere come un altro, oggi fare l’artigiano significa assicurarsi un lavoro per domani. I dati monitorati in questi ultimi anni di crisi economica confermano una tendenza non solo di stabilità per coloro che già svolgevano questo tipo di professione ma addirittura in crescita per i giovani che si affacciano sul mercato del lavoro e decidono di avviare una nuova attività in questo settore.

Fabbri, falegnami, sarte e calzolai ma anche laboratori orafi, di ceramica e del vetro: mestieri pesanti e faticosi ma anche creativi e che non conoscono routine.

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Decreto lavoro Letta: i dettagli della micro-riforma

Si è tenuto a Bruxelles la scorsa settimana il vertice europeo che ha visto al centro dell’attenzione generale l’elaborazione di un pacchetto lavoro, fortemente voluto dal Presidente del Consiglio Letta per aumentare e migliorare il funzionamento del mercato del lavoro. Misure e provvedimenti per contrastare la disoccupazione giovanile, favorire l’occupazione degli over 50 e aiutare le famiglie in difficoltà, con una carta anti-povertà per i più bisognosi, soprattutto nel sud Italia. Ecco i dettagli.Tutte le imprese che decideranno di assumere un giovane disoccupato e non specializzato potranno usufruire di sgravi fiscali equivalenti, nella fattispecie, a 650 euro mensili (vale a dire un terzo della retribuzione lorda mensile). La decontribuzione si protrae per 18 mesi per tutti i nuovi assunti a tempo indeterminato, per 12 mesi se il contratto già in essere viene trasformato in modo definitivo e stabile in uno indeterminato.

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Decreto Lavoro: dubbi e perplessità permangono, anche per il Ceo di Gi-Group Colli-Lanzi

Il Decreto Lavoro approvato in questi giorni spinge alla riflessione su alcuni temi apicali e induce a diverse considerazioni.

Anche il Ceo di Gi Group Colli-Lanzi delinea la propria posizione e sostiene che il provvedimento ha sicuramente degli aspetti positivi da sottolineare ma anche molte questioni fondamentali che sono rimaste in ombra.

Tra gli aspetti da ritenere sicuramente positivi c’è l’attenzione rivolta all’emergenza della disoccupazione giovanile. Il Governo mira a stabilizzare la situazione occupazionale dei giovani under 29 e stanzia, per il raggiungimento di tale obiettivo, circa 800 milioni di euro. Altro punto da sottolineare è che le disposizioni della riforma Fornero sono state mantenute e pertanto rimane costante l’impegno a contrastare quelle forme di flessibilità cosiddette spurie, come ad esempio contratti a progetto e partite iva, che in realtà si tramutano in precariato.

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Famiglie monoreddito in aumento, in molti casi è la donna che lavora

Come si evince dalle ultime indagini statistiche effettuate al riguardo, le famiglie in Italia sono sempre più monoreddito e il dato di rilievo è che sono in aumento i casi in cui è la donna che lavora e che garantisce sostentamento alla coppia e ai figli.

Un incremento significativo dell’occupazione femminile, negli ultimi cinque anni, che sembrerebbe in contraddizione con l’ondata di disoccupazione dilagante e che invece non fa che confermarla. Un altro fenomeno in linea con lo spirito di questi tempi. L’aumento delle donne lavoratrici infatti è un dato reale nello specifico ma apparente se analizzato ai fini di una reale crescita occupazionale.

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Ecco come gli italiani percepiscono il fenomeno della raccomandazione…

 

Un interessante sondaggio condotto su oltre 8.000 persone dall’Osservatorio di Bianco Lavoro accende i riflettori sul fenomeno della raccomandazione. L’inchiesta è stata condotta utilizzando sia i social network (Facebook e Linkedin) sia direttamente il portale biancolavoro.it con un avanzato software di gestione sondaggi. Le domande proposte mirano a mettere in rilievo soprattutto la percezione che di questa prassi si ha nel sentire comune e la sensazione che suscita nel momento in cui da un uso politicamente corretto, si passa ad un abuso. I risultati che emergono sono davvero degni di nota.

Innanzitutto, si vuole delineare la connotazione, positiva o negativa, che si attribuisce alla raccomandazione. È il dato di base dal quale partire e particolarmente sorprendente nell’esito: i partecipanti si dividono in parti eque e la bilancia si mantiene in equilibrio: il 31,27% sostiene che la raccomandazione sia qualcosa di positivo, se finalizzata a favorire persone effettivamente meritevoli, mentre il 31,58% si sente di doverla condannare sempre e comunque. L’11,95% invece afferma che la raccomandazione è da condannare nel settore pubblico mentre lecita nel settore privato (è bene in effetti specificare che dal punto di vista legale la raccomandazione è vietata nel settore pubblico ma lecita nel privato). Il 25% mette l’accento sulla degenerazione di questo strumento alla quale si assiste quotidianamente, pur riconoscendole una valenza positiva alle origini, quando nasceva per segnalare obiettivamente professionisti preparati e particolarmente brillanti. Tra i commenti, particolarmente illuminanti sono quelli che distinguono tra referenza e raccomandazione. La prima utile e gratificante perché rilasciata da chi davvero ha condiviso un’esperienza professionale e non fa altro che testimoniare il valore e il merito di chi si è distinto sul lavoro. L’altra assume inevitabilmente una connotazione negativa, quando e se finalizzata a segnalare solo parenti, amici, conoscenze di favore senza alcuna riflessione sul possesso di effettive competenze e requisiti necessari a ricoprire un determinato ruolo.

(Tutti i valori dei grafici successivi sono in percentuale %)

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Sentenza della Cassazione: la minaccia sul posto di lavoro non determina il licenziamento in tronco

ferie durante il preavviso

Il 20 maggio scorso la Corte di Cassazione si è pronunciata con la sentenza n° 12232/2013 in merito al ricorso mosso da parte di un lavoratore, licenziato a suo dire ingiustamente, e ha affermato che, per accertare la legittimità del licenziamento causato da una minaccia che solo astrattamente costituisce reato, è necessario effettuare una valutazione autonoma e indipendente dal fatto che l’azione commessa sia rilevante dal punto di vista penale.

Tutto comincia quando un dipendente in azienda minaccia il collega di lavoro durante un acceso litigio, intimandogli: “ti metto in un pilastro”. Il lavoratore in questione viene licenziato in tronco.

Da qui la denuncia alla Corte territoriale. Detta Corte asserisce che la minaccia conseguente al litigio occorso non è stata seguita da “vie di fatto” e quindi non ha arrecato “grave perturbamento”, due condizioni necessarie per legittimare il licenziamento in tronco come previsto dal CCNL.

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Il discount è la scelta obbligata di 6 italiani su 10

 

Dopo i tagli allo svago e ai divertimenti, all’abbigliamento e alle calzature, la crisi spinge a una spending review anche per quanto riguarda i settori dell’alimentazione e della salute.

Sono i dati che emergono dall’ultima indagine Istat riguardante i consumi delle famiglie italiane, in particolare a tavola. Quello che emerge è che 6 famiglie su 10 ( ben il 9% in più rispetto allo scorso anno) fanno abitualmente la spesa nei discount, dove i prezzi sono inferiori e dove, con lo stesso budget, si porta a casa una maggior quantità di alimenti rispetto ai supermercati tradizionali, seppur a discapito della qualità. Il rischio maggiore è che queste catene alimentari, pur di contenere i costi, ricorrano a prodotti cinesi (come le passate di pomodoro) o tunisini (come l’olio), spacciandoli per italiani o addirittura locali. Ma il dato più preoccupante riguarda la salute degli italiani. Tra le famiglie alle soglie della povertà, ben il 70% ha dovuto obbligatoriamente rinunciare a visite mediche specialistiche, accertamenti, radiografie e analisi cliniche, mantenendo solo le spese strettamente necessarie per i medicinali.

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Arriva il divieto di pignoramento per pensioni e stipendi

A partire da questo momento, Equitalia non potrà più pignorare gli stipendi e le pensioni fino a 5.000 euro mensili, accreditati sui conti correnti di lavoratori e collocati a riposo.

La decisione arriva direttamente dall’Agenzia delle Entrate e dal suo direttore, Attilio Befera.

In caso di pignoramenti in atto, le procedure di riscossione dovranno essere attivate, come già previsto, solo presso i datori di lavoro o, nel caso delle pensioni, presso l’ente previdenziale di riferimento. Ma nessuno potrà più procedere al blocco delle somme dovute sui conti bancari.

Il provvedimento risolve un problema di non poco conto sorto all’indomani dell’entrata in vigore delle nuove norme che regolano le transazioni di contante e impongono la tracciabilità di stipendi e pensioni sui conti personali.

Al sicuro quindi tutte le entrate fino a 5.000 euro mensili e, in caso di attivazione delle procedure di pignoramento, il prelievo dovrà avvenire unicamente alla fonte e comunque entro i limiti già previsti dalla legge, vale a dire al massimo di un decimo per i redditi al di sotto dei 2.500 euro, di un settimo al di sopra di questa soglia e fino a 5.000 euro e di un quinto per entrate superiori a questa cifra.

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I social network aiutano nella ricerca di un lavoro. Ma attenzione a mantenere una buona reputazione.

Trovare un lavoro è più facile se si dispone di una fitta rete di conoscenze e relazioni sociali.

Anche su Internet. È quanto emerge da una recente indagine condotta dall’agenzia per il lavoro Adecco, una delle più importanti e conosciute aziende nel settore del lavoro e del reclutamento delle risorse umane. Le ultime tendenze del mercato rivelano che i social network, integrati con solidi rapporti d’amicizia reali, giocano un ruolo fondamentale nella ricerca di un posto di lavoro, purché si mantenga una buona reputazione del proprio profilo personale e professionale.

Il dato di partenza è molto interessante: il 50% degli intervistati, che afferma di aver trovato un lavoro grazie al proprio “capitale sociale”, ha una ricca rete di contatti, anche sul web, mentre sono minori le possibilità per chi utilizza solo i canali standard o si rivolge esclusivamente all’aiuto di parenti e amici.

L’importanza dei rapporti sociali, nella vita di tutti i giorni, rimane indiscussa sia a livello di crescita personale che sociale. Ma il passaparola virtuale diventa lo strumento del futuro, per intrecciare nuove relazioni lavorative, conoscere professionisti di ogni settore, diffondere la propria attività in rete e facilitare la comunicazione, entrando più facilmente in contatto anche con i profili dirigenziali di un’azienda. Navigando tra siti, blog e forum di settore si migliorano, inoltre, le proprie competenze, grazie alla lettura di articoli e post a tema e a un continuo aggiornamento.

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