Aiutare gli altri facendo loro scoprire le potenzialità nascoste di cui non sono a conoscenza. Lavorare come coach significa, tra le altre cose, fare anche questo, attraverso un percorso di crescita continua e condivisa. Il coach e il coachee lavorano insieme: il primo “vede la bellezza negli esseri umani ed è desideroso di aiutarli ad esprimerla”, il secondo deve avere “la disponibilità a mettersi in gioco”, ovvero a scoprire i lati migliori di sè, di cui ancora non ha piena padronanza. Lavorare come coach non può essere qualcosa di improvvisato. A spiegare i tratti distintivi di quella che si caratterizza, per la sua natura complessa, come una vera e propria professione é Monica Fava di Caro Coach (incontrata all’ultima edizione di Ricomincio da me), che ci ha concesso una lunga intervista dalla quale emergono con chiarezza specificità, potenza e utilità del lavoro di coach. Ecco cosa ci ha detto.
Come si diventa coach ? E cosa ti ha spinto a diventarlo?
Per diventare Coach è necessario seguire un percorso di formazione. Al momento ci sono molte scuole, anche “espresse” che promettono di farti diventare coach in pochi giorni, in realtà per fare veramente la differenza nella vita delle persone è necessario un percorso prima di tutto personale, che permetta all’aspirante coach di risolvere i propri problemi e in secondo luogo è indispensabile l’attitudine a vedere il potenziale che esiste in ogni essere umano. Inoltre è fondamentale un percorso completo, che formi il coach sia nel svolgere la sua attività, sia nell’organizzarla.