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Auto: l’Ue salva i motori termici con gli e-fuel

l’Ue salva i motori termici alimentati con e-fuel, una mezza vittoria italiana e una vittoria piena della Germania.

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L’annuncio del Commissario Ue Timmermans su Twitter ha scosso il mondo del mercato dell’auto. L’Unione Europea è infatti intenzionata a salvare i motori termici con gli e-fuel, i carburanti sintetici di nuova generazione che dovrebbero sostituire negli anni quelli di provenienza fossile, o comunque affiancarli per un periodo più o meno lungo. Il provvedimento si inserisce nella decisione prevista dal percorso di neutralità climatica entro il 2050. Inizialmente si era pensato allo stop di tutti i motori endotermici, preferendo così quelli ad alimentazione esclusivamente elettrica. Ma le pressioni di quattro paesi, tra cui l’Italia e la Germania (assieme a Polonia ed Ungheria), hanno creato una cosiddetta minoranza di blocco che ha fatto temporaneamente saltare il tavolo e rimandato il tutto.

Dopo vari incontri e riunioni a spuntarla più di tutti è stata proprio la Germania, già produttrice di e-fuel e con una legge ad hoc pronta. L’Ue infatti ha accolto la proposta dei tedeschi di considerare quel tipo di carburanti come a zero emissioni. Destino diverso per l’Italia che aveva sostenuto la bontà anche dei biocarburanti, di derivazione agricola. Bisogna dire che al 2035 mancano ancora 12 anni ed è prevedibile che possano esserci ulteriori modifiche, ma la decisione è comunque molto importante perché almeno esclude il monopolio dell’elettrico. Non sarebbe stato tanto un problema di alimentazione elettrica, ma più che altro del monopolio in se stesso che avrebbe probabilmente creato posizioni di potere difficilmente scalfibili.

L’Italia attualmente non è riuscita a portare a casa il risultato sperato. Come accennato l’idea era quella di mantenere i benzina e diesel, ma soprattutto i biocarburanti. La Germania, che anche lei si era opposta al monopolio elettrico, l’ha però spuntata da sola ed ha ovviamente fatto i suoi interessi. Ora il problema è che Italia, Polonia e Ungheria da sole non bastano per fermare un iter che molti paesi vogliono velocizzare. Certamente la comparsa degli e-fuel, ovvero i carburanti sintetici, è cosa molto buona, ma il mercato dovrebbe essere maggiormente diversificato. Stiamo comunque parlando di due tipi di alimentazione, a fronte delle molteplici attuali. Semplicemente tra qualche anno cambierebbero alcuni tipi di alimentazione (come per la comparsa dell’idrogeno, ad esempio), ma una maggiore pluralità (come quella attuale) andrebbe comunque garantita. Per questa ragione risulta difficile comprendere per quale motivo, ad esempio, i biocarburanti non siano stati inclusi nel panorama di quelli utilizzabili anche dopo il 2035.

Cosa accadrà alle auto vecchie?

Iniziamo col dire che nessuna norma prevede lo stop delle auto vecchie e nemmeno del loro commercio. Semplicemente non si potranno (se le cose dovessero restare tali fino al 2035) vendere auto nuove con alimentazione non permessa. Ma quelle usate sì. Quindi resterebbero, per non è chiaro quanti anni, auto a benzina, diesel, gpl e metano, oltre alle elettriche, le ibride ed eventualmente quelle a idrogeno se dovessero mai svilupparsi. C’è da dire anche un’altra cosa importante. Se la tecnologia porta cambiamenti, è valido anche l’assunto contrario, ovvero anche i cambiamenti influiscono sulla tecnologia. E’ quindi prevedibile pensare che per le auto vecchie si svilupperanno kit e filtri appositi che permetteranno loro di funzionare anche con gli e-fuel, nel caso questo dovesse essere necessario. Già ora esistono i cosiddetti “retrofit” che permettono di trasformare un’auto termica in un’auto elettrica. Un’altra cosa che potrebbe accadere è anche migliore. Lo sviluppo degli e-fuel potrebbe raffinarsi così tanto da diventare adatto anche ai motori endotermici attuali, senza che per questi venga richiesta alcuna modifica, se non quella dell’aggiunta di un sensore nel serbatoio che permette di distinguere l’e-fuel da benzina e gasolio. Il problema principale degli e-fuel, attualmente è il costo, che sarebbe di circa 9 euro al litro, ma gli esperti sostengono che le economie di scala li faranno negli anni diventare competitivi dal punto di vista economico.

E’ quindi buona cosa sperare che, anche se la norma già il 28 marzo potrebbe avere un suo passaggio fondamentale, le cose vadano comunque nel verso di una maggiore diversificazione dei combustibili e più in generale dei tipi di alimentazione, in modo da garantire la possibilità a tutti di mantenere auto di qualunque cilindrata e dimensione e, in ogni caso, di non essere costretti a buttare via la propria auto vecchia, vista la probabile possibilità di poterla trasformare in un mezzo non inquinante. Ovviamente allo stato attuale dei fatti è impossibile sapere quali saranno i risultati concreti, ma appunto una buona dose di speranza non si nega a nessuno.

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