Un colloquio di lavoro, presuppone che esista un posto di lavoro che sta aspettando proprio voi. Oppure sta aspettando qualcun altro. Un colloquio di lavoro, se ci andate, presuppone anche che quel posto di lavoro lo stiate cercando. Ecco, il fatto che l’azienda che vi ha chiamati scelga voi piuttosto che altri, dipende anche da quanto siete allenati ad una “job interview”, come dicono quelli bravi. Se avete scritto curriculum e lettera di presentazione come si deve, già vuol dire che un passo in più di tanti altri lo avete fatto. Ed è per questo, con tutta probabilità, che siete stati chiamati al colloquio. Ma arrivarci senza sapere cosa dire, come dirlo o saperlo e non riuscirci è quanto di peggio possiate fare. Quindi, allenatevi, sempre.
Indice
Cosa fare prima di un colloquio
L’insicurezza è un’arma potentissima, ma ce l’avete puntata contro. In un colloquio di lavoro bisogna infatti dimostrare sicurezza, anche se mai presunzione o arroganza. Insomma far capire all’interlocutore, ovvero il selezionatore, che sapete cosa state dicendo e perché, è ottimo, far credere di sapere già tutto invece è devastante. Questo confine va rispettato sempre, ma prima ancora è necessario che siate concreti, precisi, sicuri di voi stessi. Quindi, allenatevi, sempre (lo abbiamo già scritto?), almeno a fare queste 3 cose:
Ripassate curriculum e lettera di presentazione
Dicevamo, avete spedito un curriculum e una lettera di presentazione, è rarissimo che non vengano fatte domande su quel che avete scritto. E a quelle domande bisogna saper rispondere senza esitazioni, oppure il selezionatore potrebbe pensare che abbiate scritto falsità. E quindi addio posto di lavoro. La relazione non è diretta, non è infatti vero che se non riuscite a spiegare a modo quel che avete messo dentro il vostro cv, vuol dire che “quel che avete messo” è inventato. Proprio a dimostrare questo serve l’allenamento. Ricordarsi tutto infatti, è impossibile, soprattutto in momenti in cui si è soggetti a stress, come può accadere ad un colloquio di lavoro. Ma non si può sperare di essere creduti sulla parola. Quella del selezionatore è una fiducia che dovete guadagnarvi sul campo.
Quindi se siete alla ricerca di un posto di lavoro, allenatevi a ricordare quei “pezzettini della vostra vita” che formano il vostro curriculum e la vostra lettera di presentazione. Li avete scelti voi, dovete conoscerli a memoria e dovete avere ben chiare in mente le ragioni per le quali avete preso, ai tempi, determinate decisioni, oltre al saperle spiegare al momento opportuno. Ad esempio: se vi viene chiesto: “come mai avete scelto la laurea in.. (facoltà a piacere)” non potete rispondere qualcosa come “beh sono passati dieci anni, non mi ricordo, si vede che ai tempi mi piaceva”. Quella decisione del passato è stata sicuramente generata dall’incrocio di ragionamenti, informazioni, sensazioni, gusti. Ricostruitelo e spiegate questo incrocio (senza dilungarvi) e siate padroni di quel che dite (e di quel che scrivete).
Siate sicuri nelle risposte che date
Spieghiamoci subito, qualche “cioè” nel discorso capita sempre. Anche un paio di “ehhmmm”, ovvero un paio di titubanze, possono essere accettabili (anche se è meglio non ce ne siano, ovviamente). Certo è che se ad ogni domanda, ricominciate cinque o sei volte la risposta utilizzando intercalare vari, allora il vostro discorso diventerà difficilmente comprensibile, perché continuamente interrotto. Oltre a questo, l’impressione che ne verrà fuori sarà quella di un’insicurezza di fondo sui concetti che state esprimendo. Non va bene, mai. Chiamate amici e conoscenti ed allenatevi a parlare in modo fluido almeno di quel che avete scritto nel cv.
Alcune domande non potranno mai essere previste, ma altre sì. Spiegare per la prima volta ad uno sconosciuto la scelta del vostro percorso di studi (rifacendoci all’esempio di prima), o la vostra ultima esperienza lavorativa, non è come spiegarlo per la ventesima volta. Lo sconosciuto rimarrà tale, ma il vostro discorso sarà straordinariamente più efficace anche davanti a qualcuno che non è un vostro amico o un vostro parente. E, in ogni caso allenarsi a parlare in maniera sciolta e consequenziale serve sempre. Anche in caso di domande impreviste insomma, ve la caverete sicuramente meglio. Un po’ come quando a scuola ci si allenava a ripetere la lezione del giorno dopo, magari anche davanti allo specchio.
Tenete l’ansia sotto controllo
L’ansia è una brutta bestia. Porta a “sragionare”, ad agitarsi e quindi a fare cose “stupide”, per non usare mezzi termini. E’ una sensazione inconscia, oggettivamente difficile da controllare, ma farlo non è certo impossibile. Anche qui l’allenamento è fondamentale. Riprodurre, sfruttando le amicizie e rifacendosi alle esperienze precedenti, l’ambiente psicologico e le situazioni di un colloquio di lavoro, come avviene per il miglioramento della “parlantina”, aiuta a non trovarsi in situazioni totalmente buie e inaspettate, che chiaramente possono generare ansia, insicurezza, agitazione e quindi errori anche grossolani.
Se avete già vissuto un’esperienza, la seconda volta molto di quel che vi succederà vi sarà già noto, la testa reagirà quindi con più calma e “arriverà” prima alla risposta o alla soluzione migliore, perché non dovrà elaborare informazioni completamente sconosciute. Un modo efficace di controllare l’ansia è quindi anche quello di non combatterla direttamente, ma eliminare o comunque smussare il più possibile lati e particolarità di situazioni in grado di generarla. Meno ansia avrete, più vi sarà facile tenerla sotto controllo.
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