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Cosa offrire ai candidati passivi: 3 suggerimenti facili da seguire

I soldi possono esercitare una certa attrattiva, ma difficilmente determinano la scelta finale. I professionisti più qualificati vogliono essere valorizzati e gratificati con altro. Vediamo come

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Potrà sembrare strano, ma accanto ai candidati attivi – quelli che cercano lavoro e si propongono agli annunci che scovano sulla Rete o di cui sentono parlare in giro – ci sono anche i candidati passivi, che non sono alla ricerca di un impiego, ma che calamitano ugualmente l’attenzione dei selezionatori. Dei candidati a loro insaputa, potremmo dire, a cui i reclutatori guardano con interesse, basandosi sulle competenze certificate su LinkedIn (o su piattaforme simili) o sulle capacità riconosciute da chi ha già lavorato con loro. Riuscire ad “arruolare” un candidato passivo non è di norma semplicissimo, specie se lavora già per un’impresa che gli corrisponde un rotondo stipendio e gli riconosce i meriti. Ma non demoralizzatevi: con la giusta strategia, potreste centrare l’obiettivo. Basta capire cosa è meglio offrire a chi non ha l’urgenza di accettare una proposta di lavoro e può scegliere dunque con più lucidità e serenità degli altri.

3 cose da offrire ai candidati passivi

I candidati passivi sono più restii ad “abboccare all’amo” perché, a differenza di quelli attivi, un lavoro ce l’hanno già e non si trovano in una situazione di stretto bisogno. Sono, di norma, più selettivi e scrupolosi, ma non per questo del tutto inavvicinabili. Valutano con grande attenzione l’offerta che viene fatta loro e si prendono tutto il tempo che serve per comprendere se valga la pena lasciare il certo (il lavoro che svolgono già) per l’incerto (quello che gli state offrendo). E’ una prassi ragionevole e condivisibile, che può però portare i selezionatori meno pazienti a mollare la presa. Non fatelo, se pensate che la risorsa che avete individuato faccia al caso vostro. Per convincere i candidati passivi più refrattari, basta mettere sul piatto gli ingredienti giusti. Non si tratta solo di offrire una cifra importante (i soldi possono ingolosire e condizionare la scelta, ma difficilmente finiscono per determinarla), ma di conquistare il loro interesse con altro. Che cosa? Scopriamolo insieme.

Conquistateli con la chiarezza che paga sempre

A vincere la ritrosia o l’eccesso di prudenza di un candidato passivo potrebbe essere la vostra schiettezza. Quando gli offrite il lavoro, dilungatevi (ovviamente) sugli aspetti positivi dell’azienda e del ruolo che vorreste affidargli, ma non sottacete o celate le cosiddette “zone d’ombra”. Ovvero gli ostacoli e i problemi con cui dovete quotidianamente fare i conti nella vostra impresa e che non sempre riuscite a superare o risolvere con successo. I candidati passivi potrebbero prendere in seria considerazione l’idea di lasciare l’azienda per cui lavorano per trasferirsi in un’altra che richiede il loro aiuto. E che lancia un chiaro messaggio di S.O.S., a cui in pochi riescono a resistere, specie se sono ambiziosi e votati a vincere sfide sempre più faticose ed impegnative. La chiarezza e la sincerità con cui illustrerete il quadro aziendale (fatto di zone di luce e di altre di ombra) potrebbero spianare la strada all’assunzione dei vostri sogni.

Fateli sentire importanti

Inutile offrire compensi da capogiro (che pure possono esercitare una certa attrattiva): i candidati passivi corteggiati dai reclutatori guadagnano già, di solito, abbastanza bene e sono alla ricerca di gratificazioni che non possono essere monetizzate. Meglio provare a convincerli con ruoli di responsabilità, concedendo loro la possibilità di seguire progetti importanti, di mettersi a capo di un team di lavoro o prospettando il loro approdo al Consiglio di Amministrazione dell’azienda. Fateli sentire importanti e date seguito alle lusinghe e ai complimenti che avete fin qui espresso solo a voce. Dimostrate con i fatti che vi fidate di loro e che avete scelto di scommettere sulle loro capacità. I ruoli di peso e di responsabilità possono essere più “seducenti” di qualsiasi assegno a più zeri.

Offrite loro l’opportunità di crescere e di lavorare in maniera flessibile

Le risorse più qualificate hanno bisogno di continui stimoli. Per questo, quando parliamo di candidati passivi particolarmente capaci, può essere determinante mettere sul piatto l’offerta di una crescita professionale continua. Durante la chiacchierata che farete col candidato passivo che vorreste “far salire a bordo”, tornate più volte sulla possibilità di frequentare corsi di aggiornamento o di formazione. O su quella di cimentarsi in ambiti e mansioni che vanno al di là delle sue specifiche competenze. Cercate, insomma, di fare leva sulla sua ambizione e sulla sua voglia di crescere professionalmente, consegnandogli promesse che dovrete impegnarvi a mantenere. Non solo: a neutralizzare le ritrosie dei candidati passivi dei vostri sogni potrebbe essere la proposta di farli lavorare in maniera flessibile, senza l’assillo di un orario da rispettare. Sempre più professionisti tendono a credere che la gestione dei tempi sia di focale importanza e che restare chiuso in ufficio per le canoniche 8 ore non sia, di per sé, garanzia di produttività. Prospettate ai vostri interlocutori la possibilità di gestire, in maniera autonoma, il loro tempo (garantendo il raggiungimento degli obiettivi prefissati) e le loro incertezze potrebbero sciogliersi di colpo.

E chi lo ha detto che un professionista che lavora con successo per un’azienda non possa prendere in considerazione l’idea di sgomberare il suo ufficio per trasferirsi altrove. Per quanto il mito del “posto fisso” sia ancora duro a morire in Italia, sempre più lavoratori (soprattutto i più giovani) mettono in conto che, nel corso della loro carriera, cambieranno azienda e forse anche mansioni. Rinunciare a priori ai candidati passivi più “quotati” e desiderabili è un atteggiamento dimesso, che non fa bene a voi né alla vostra azienda. Provate comunque a contattarli e impegnatevi a formulare l’offerta più confacente alle loro caratteristiche e alle loro aspirazioni. Quella che, almeno sulla carta, non possono rifiutare.

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