Diventare avvocato in Spagna: come funziona l’esame di abilitazione, procedimento di riconoscimento e le differenze con l’Italia (e il percorso alternativo in Romania).
Se sei atterrato su questa pagina, quasi sicuramente, ti sei messo alla ricerca di informazioni per capire come è possibile diventare avvocato in Spagna e conseguire all’estero l’abilitazione alla professione che ti consente di esercitare anche in Italia. Bene, hai fatto clic sul link giusto, perché è quello che proverò a spiegarti nei prossimi paragrafi.
Indice
Diventare avvocato in Spagna: come funziona l’esame di abilitazione
Il percorso per diventare avvocato professionista può diventare per molti ricco di insidie e perdite di tempo. Per questo motivo, quando in Italia l’esame di Stato diventa un ostacolo insormontabile, sempre più numerosi sono quelli che decidono di proseguire all’estero il proprio percorso. In questi anni, per esempio, in tanti sono stati quelli che hanno scelto di conseguire in Spagna l’abilitazione alla professione di avvocato.
Diversi sono i motivi che spingono le persone a scegliere la Spagna come paese dove conseguire l’abilitazione di avvocato. Non posso sapere quali sono i tuoi ma, in fondo, non è quello che importa. Come accennato sopra, infatti, quello che farò adesso è spiegarti come tutto questo sia possibile, grazie a leggi e provvedimenti europei che giocano a tuo favore e che ti permetteranno, qualora lo vorrai, di far valere il titolo spagnolo anche in Italia.
Prima di passare al procedimento che riconosce in Italia l’abilitazione conseguita all’estero, però, è opportuno soffermarsi su come – effettivamente – si diventa avvocato in Spagna. Devi sapere che, in quanto cittadino europeo, potrai conseguire l’abilitazione alla professione di avvocato in Spagna semplicemente iscrivendoti ad una qualsiasi università spagnola e frequentando l’apposito master che garantisce l’accesso alla professione. Se non vuoi abilitarti in Italia, dunque, quello che devi fare è:
- iscriverti alla facoltà di Giurisprudenza in Spagna;
- frequentare e portare a termine il Master en Abogacia;
- sostenere e superare l’esame finale.
Questo tipo di Master solitamente dura un anno e, come riportano diverse statistiche, più dell’80% degli studenti iscritti porta a termine il percorso con successo (contro la media del 30% italiana). Il master, come appena accennato sopra, ti consentirà di sostenere il test di accesso all’abilitazione forense in Spagna, superato il quale diventerai un avvocato a tutti gli effetti. Si tratta di un test a risposta multipla composto da 75 domande, 2/3 delle materie saranno sulla deontologia e 1/3 su una materia a scelta del candidato (nello specifico avrai la possibilità di scegliere un argomento a scelta tra Diritto Civile e Commerciale, Diritto Amministrativo, Diritto del Lavoro e Diritto Penale).
Diventare avvocato in Italia: le differenze con la Spagna
Spesso si sente dire che è il fattore tempo il motivo principale che spinge un giovane aspirante avvocato a preferire l’abilitazione in Spagna piuttosto che quella in Italia. Sui gradi di difficoltà non voglio soffermarmi perché, di fatto, si tratta di percorsi molto soggettivi. Insomma, anche ammettendo che in Spagna sia “più facile” abilitarsi, ci sono altre componenti che potrebbero mettere in difficoltà una persona (come lo studiare in un’altra lingua, imparare lo spagnolo etc.). Per quanto riguarda invece i tempi, facendo il paragone con l’abilitazione in Italia, questi sono effettivamente minori in Spagna.
Il Master en Abogacia, come già detto, dura infatti un anno, al termine del quale sarà possibile sostenere subito l’esame di abilitazione (consistente nello svolgimento di un’unica prova scritta). In Italia, invece, prima di poter avere accesso all’esame di abilitazione, il percorso che un aspirante avvocato deve seguire è decisamente molto più lungo rispetto a quello dei colleghi della penisola iberica. Un laureato in Giurisprudenza che vuole diventare avvocato in Italia, difatti, dovrà:
- iniziare la pratica forense presso uno studio legale di un avvocato (il cd. dominus) e il praticantato, per essere considerato valido, deve avvenire presso lo studio di un avvocato che risulta iscritto all’albo professionale degli avvocati da almeno 5 anni;
- sostenere a fine pratica l’esame di stato per conseguire l’abilitazione alla professione forense. Tale titolo, necessario per esercitare, si ottiene dopo il superamento di tre prove scritte e una orale (ovvero la redazione di due pareri legali in materie regolate dal codice civile e dal codice penale, la stesura di un atto giudiziario su un quesito a scelta tra i tre proposti in materia di diritto privato, diritto penale e diritto amministrativo e un colloquio di circa un’ora con una commissione che valuterà le conoscenze e le competenze del candidato facendo domande sulle cinque materie oggetto dell’esame).
La pratica ha una durata di 18 mesi e, in questo periodo, il praticante avvocato avrà l’obbligo di partecipare ad almeno 20 udienze per ogni semestre e, inoltre, dovrà seguire dei corsi di formazione e aggiornamento obbligatori.
Abilitazione avvocato in Spagna: procedimento di riconoscimento
In Italia, in quanto cittadino europeo, potrai far valere i titoli riconosciuti all’estero (se conseguiti in uno dei Paesi appartenenti all’Unione Europea). Si può fare, per esempio, con l’abilitazione di odontotecnico, con diversi diplomi di laurea e, in generale, con i titoli accademici che riconoscono qualifiche per l’accesso a specifiche professioni (non solo sanitarie). Tutto questo preambolo, in pratica, per dirti che lo stesso vale per l’abilitazione di avvocato in Spagna, spendibile e valida anche in Italia dopo apposito riconoscimento.
Come ti ho detto sopra, una volta portato a termine il percorso spagnolo (quindi master e superamento dell’esame abilitante finale) diventerai a tutti gli effetti un avvocato e, in quanto tale, avrai diritto ad esercitare la professione in tutta la penisola iberica. Se il tuo scopo è però quello di rientrare in Italia, e quindi di svolgere qui questo mestiere, allora dovrai attivarti per far sì che tale titolo ti venga riconosciuto anche su territorio italiano.
Rientrato in Italia, a questo punto, avrai due possibilità, ovvero:
- iscriverti al registro degli avvocati stabiliti;
- rivolgerti al Consiglio Nazionale Forense e chiedere di sostenere l’esame che ti darà accesso diritto alla professione.
Nel primo caso, iscrivendoti al registro degli avvocati stabiliti, quello che dovrai fare è attendere tre anni prima che tu possa a tutti gli effetti operare a pieno titolo come legale in Italia. A questo registro si iscrivono tutti gli avvocati che hanno conseguito l’abilitazione all’estero e che, per far sì che questa venga riconosciuta anche nel nostro Paese, devono (nel triennio di attesa) rispettare le seguenti condizioni:
- svolgere l’attività giudiziale d’intesa con un professionista regolarmente abilitato, mentre nessuna limitazione sussiste per l’attività stragiudiziale;
- non esercitare innanzi alla Corte di Cassazione o altre giurisdizioni superiori a meno che non dimostrano di aver esercitato per 12 anni la professione nel proprio Paese (e mi pare evidente che non è questo il caso);
- rispettare norme e regolamenti professionali e deontologici attualmente vigenti in Italia e, pertanto, su di loro avrà potere disciplinare il Consiglio forense di appartenenza.
Trascorsi i tre anni, qualora tutto sia filato liscio, è possibile allora richiedere l’integrazione nell’Albo ordinario e, di conseguenza, esercitare in autonomia la professione.
In alternativa, qualora tu non abbia tutta questa pazienza o se – semplicemente – non sei disposto ad aspettare, puoi sempre rivolgerti al Consiglio Nazionale Forense per chiedere il riconoscimento immediato dell’abilitazione (che ti permetterà subito di esercitare autonomamente). In questo caso, però, dovrai prima sostenere e superare un esame apposito, diviso in due parti: una scritta e una orale. Il CNF organizza questa prova attitudinale due volte l’anno e per poter partecipare bisogna presentare apposita richiesta online sul sito consiglionazionaleforense.it, dove è presente un apposito form. A questo punto, entro 60 giorni dallo svolgimento della prima prova, la commissione convocata dal Presidente si riunisce e fissa il calendario d’esame. Le materie, come i giorni della convocazione, sono a discrezione della commissione esaminatrice. Se supererai entrambe le prove il Ministero della Giustizia, con effetto immediato, ti riconoscerà il titolo abilitante anche in Italia.
Abilitazione avvocato all’estero, la Romania come alternativa
Negli ultimi tempi diversi sono quelli che hanno scelto la Romania, in alternativa alla Spagna, per poter conseguire l’abilitazione di avvocato. In questo caso, come detto sopra, vale il principio del riconoscimento del titolo anche in Italia, poiché conseguito appunto all’interno di un Paese appartenente alla Comunità Europea. Il procedimento per ottenere l’abilitazione di avvocato in Romania, però, è diverso rispetto alla Spagna (secondo alcuni, però, rimane sempre meno complesso di quello italiano).
Se stai valutando tutte le opzioni a tua disposizione, oppure vuoi avere un quadro generale su tutte le alternative possibili rispetto all’esame di abilitazione in Italia, allora devi sapere che per diventare avvocato in Romania bisogna:
- avviare il procedimento di omologazione della laurea in Giurisprudenza ottenuta in Italia, in modo tale che il titolo sia riconosciuto anche in Romania;
- effettuare uno stage presso un avvocato rumeno, che abbia conseguito l’abilitazione da almeno sei anni e che sia accreditato all’albo;
- prepararsi a sostenere l’esame di abilitazione.
L’esame, che deve essere sostenuto in uno qualunque dei capoluoghi romeni, consiste in un quiz a crocette composto da 60 domande a risposta multipla sulle materie di diritto penale, diritto civile, procedura penale, procedura civile. Superata la prova e ottenuta l’abilitazione, qualora tu abbia scelto la Romania invece che la Spagna, rientrato in Italia dovrai sempre decidere se iscriverti alla sezione speciale degli avvocati stabiliti (e quindi attendere i fatidici tre anni) oppure chiedere al CNF di sostenere l’esame per l’accesso immediato alla professione e ottenere il riconoscimento da parte del Ministero di Grazia e Giustizia.
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