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Laurea in Giurisprudenza: materie, sbocchi e testimonianze

Tutto ciò che devi sapere sui corsi di laurea in giurisprudenza, gli sbocchi lavorativi possibili, le migliori università in cui studiare, approfondimenti e testimonianze

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La facoltà di giurisprudenza corrisponde allo studio di quella scienza che si concentra sugli elementi relativi al diritto e alla sua interpretazione e applicazione. Le sue origini risalgono all’epoca dell’Impero Romano grazie al concetto di ius, che si basava sugli usi tradizionali e sull’adeguamento delle norme in base alle esigenze del popolo. In origine, era di competenza esclusiva dei pontefici fino ad acquisire anche una competenza statale. In Italia, l’evoluzione giuridica assunse importanza grazie ad alcuni eruditi che studiarono i Codici del diritto romano. Un impulso forte fu impresso dal codice civile napoleonico, ma ancora di più dall’unità d’Italia con un regolamento più univoco sui rapporti privati tra i cittadini.

Principali materie da studiare a giurisprudenza

Quali sono le discipline che devi studiare nella facoltà di giurisprudenza? Ti illustro alcune delle materie principali nelle quali dovrai mostrare tutta la tua competenza per ottenere una laurea a pieni voti.

Diritto privato

Il diritto privato è considerato tra le discipline più complicate per ogni matricola. Presenta al suo interno numerose nozioni tecniche ed è molto specifica, oltre che piuttosto variegata. Di sicuro, richiede molto impegno per raggiungerne la piena padronanza.

Diritto costituzionale

Tutto ciò che riguarda le funzioni e l’organizzazione dello Stato viene racchiuso nel diritto costituzionale. A tal proposito, sapere ogni singolo aspetto riguardante la Costituzione appare essenziale.

Diritto romano

Si tratta di una materia che può sconfinare nella storia, con lo studio di tutti gli aspetti relativi agli istituti giuridici romani. Può essere un’ottima base per il diritto privato.

Filosofia del diritto

Tale disciplina serve ad analizzare nei minimi particolari le nozioni inerenti alla teoria del diritto. Contiene numerosi concetti piuttosto astratti, collegati ad un dibattito giuridico e filosofico senza fine.

Diritto commerciale

Tra le materie più complicate in assoluto, racchiude i concetti inerenti alle società, ai titoli di credito, ai concorsi e ad ogni altro aspetto di un’impresa.

Diritto civile

In questo caso, la disciplina generale e quella specifica dei vari contratti viene analizzata nei minimi particolari. Anche stavolta, conoscere il diritto privato può essere di valido aiuto.

Diritto penale

Si tratta di una delle materie più amate dagli studenti di giurisprudenza per la sua applicazione nella vita quotidiana. Un simile corso serve a mostrare nozioni e principi costituzionali del diritto penale italiano, senza tralasciarne alcun aspetto.

Diritto processuale civile

Serve a studiare le norme relative al processo civile, con la possibile risoluzione di controversie di natura privata.

Procedura penale

Riguarda lo studio delle regole del processo penale, che prevede la presenza di un soggetto connesso ad un possibile reato.

Diritto amministrativo

Si tratta di una sottocategoria del diritto pubblico che si occupa della pubblica amministrazione, nei suoi interessi e attività. Riguarda anche il rapporto diretto tra cittadini e pubblica amministrazione.

La struttura degli anni di studio in giurisprudenza

In linea di massima, la facoltà di giurisprudenza viene strutturata in un unico ciclo, senza alcuna suddivisione tra la laurea triennale e gli ultimi due anni di magistrale. Ad ogni modo, alcuni atenei hanno scelto una nuova formula tre più due per formare le conseguenti figure professionali. Sappi comunque che le varie università hanno percorsi formativi perfettamente integrati tra loro, quindi se hai intenzione di cambiare struttura puoi farlo senza perdere esami e facendo in modo che le competenze acquisite possano sempre esserti di valido aiuto.

Lauree brevi, specialistica, ciclo unico e tanto altro ancora

Come ti abbiamo già accennato in precedenza, se vuoi laurearti in giurisprudenza hai la possibilità di scegliere tra diversi modelli tutti molto efficaci per la tua formazione professionale. Se scegli di affidarti alla laurea breve, puoi optare per il percorso delle scienze giuridiche e quello come operatore giuridico d’impresa. In questo modo, puoi lavorare nella Pubblica Amministrazione o nella consulenza del lavoro, o anche in aziende di natura privata. Quindi, hai la chance di proseguire con la specialistica per approfondire ogni tua conoscenza, assimilando un insieme di strumenti tecnici e culturali per assumere il ruolo di giurista. Inoltre, se hai intenzione di unire le due componenti, non puoi lasciare in secondo piano l’ipotesi del ciclo unico. Ogni tipo di percorso di laurea in giurisprudenza offre svariati sbocchi lavorativi.

Università di maggior rilievo per la facoltà di giurisprudenza

Dove hai intenzione di studiare giurisprudenza? Ecco alcune delle migliori università in questa facoltà, con la chance per te di trovare quella più adatta alle tue necessità in base alla vicinanza e alla competenza specifica. Per stilare una lista, mi sono basato sulla graduatoria pubblicata dal Censis:

  • L’Ateneo di Trento viene considerato come il migliore nella facoltà di giurisprudenza grazie ad ottimi rapporti internazionali e a numerosi sbocchi lavorativi di primo piano.
  • L’Università del Piemonte Orientale offre un’ottima progressione potenziale di carriera.
  • Milano Bicocca garantisce a sua volta sbocchi professionali di assoluto rilievo.
  • L’Ateneo di Genova offre ottime opportunità lavorative e ha ottimi rapporti con le università europee.
  • L’Università di Bologna offre anch’essa diverse opportunità dopo la laurea.
  • Modena e di Reggio Emilia puntano su una progressione di carriera di alto livello.
  • L’Università di Firenze si contraddistingue per la chance di andare all’estero negli anni di percorso universitario.
  • L’Università di Foggia è considerata la migliore del Sud Italia e va forte nei rapporti internazionali.
  • L’Ateneo di Insubria va anch’esso forte per il suo grado di internazionalizzazione.
  • Infine, l’Università di Torino ottiene un buon punteggio sia per gli sbocchi, sia per i rapporti internazionali.

Come e quando è valida la laurea in giurisprudenza all’estero

Vuoi sapere se la tua laurea in giurisprudenza sia valida o meno anche all’estero? Per conoscere la risposta, devi presentare relativa domanda al Rettore dell’università con un corso di studi simile a quello per il quale hai inoltrato la tua richiesta. Per portare a termine un iter del genere, ti basta recarti presso l’ambasciata italiana del Paese dove vuoi inoltrare richiesta e attendere le eventuali risposte.

Come e quando sono valide le lauree in giurisprudenza straniere in Italia

Al tempo stesso, se consegui una laurea in giurisprudenza straniera e vuoi fare in modo che risulti perfettamente valida in base allo statuto italiano, devi compiere il percorso inverso rispetto a quello che ti ho spiegato nel paragrafo precedente. Dopo aver presentato richiesta al rettore, quest’ultimo ti deve dichiarare l’eventuale equipollenza dei titoli esteri, in modo che tu possa conseguire il titolo accademico desiderato. Una procedura del genere può darti una grossa mano anche nel caso in cui tu debba accingerti ad un concorso pubblico di qualsiasi entità.

Laurea in giurisprudenza

Quali sono i principali sbocchi professionali della laurea in giurisprudenza

La laurea in giurisprudenza viene considerata come la corsia preferenziale per tutti coloro che vogliono diventare avvocati. L’Italia, con oltre duecentomila avvocati iscritti all’albo, è di gran lunga il paese in Europa che ne conta il maggior numero, ma sono sempre di più coloro che hanno forti difficoltà ad inserirsi nel mondo del lavoro. Devi però sapere che un percorso universitario del genere è in grado di offrirti numerosi altri sbocchi professionali. Nelle righe seguenti, ti mostro tutto ciò che devi sapere per portare a termine corsi di laurea di questo tipo con successo.

Quali sono gli sbocchi professionali che possono aprirsi se ti laurei in giurisprudenza? In ogni caso, puoi acquisire un bagaglio tecnico non indifferente negli ambiti giuridico e amministrativo, anche se devi avere passione e perseveranza per andare avanti in qualsiasi ambito da te prediletto. Ecco, dunque, i percorsi che puoi intraprendere per raggiungere il massimo della tua realizzazione.

Carriera da avvocato

Conseguita la laurea in giurisprudenza inizia l’avventura nel mondo del praticantato da avvocato. Puoi diventare avvocato penale o civile, scegliendo di specializzati nella privacy, nel diritto di famiglia, in quello amministrativo. Prima di poter conseguire il titolo, però, è necessario svolgere due anni di pratica in uno studio Legale, o uno nel caso si prosegua la formazione in una Scuola di Specializzazione per le Professioni Legali, che consente l’accesso all’Esame di Stato di avvocato.

Il primo obiettivo è “trovare” uno studio legale che consenta lo svolgimento del praticantato di avvocato previsto per legge si può procedere sia autonomamente, se si hanno conoscenze nell’ambito, oppure recandosi al Consiglio dell’Ordine degli Avvocati della propria città, o anche di un’altra, tenendo presente però che l’Esame si svolgerà presso la Corte d’Appello nel cui distretto si è compiuto il maggior numero di ore di praticantato da avvocato.

E’ da tenere presente che l’avvocato a cui ci si affida per svolgere il praticantato dovrà possedere almeno due anni di anzianità. Al momento dell’iscrizione al Consiglio dell’Ordine, per iniziare il praticantato per diventare avvocato, si riceverà un libretto numerato e vidimato dal Presidente, diviso in tre parti. La prima riguarda le udienze alle quali si assiste, la seconda parte del libretto riguarda gli atti processuali o stragiudiziali più rilevanti ai quali si è collaborato nella redazione, la terza parte riguarda infine le questioni giuridiche di maggiore interesse a cui si ha assistito o collaborato.

Durante il praticantato, non viene data nessuna retribuzione. Tuttavia il Codice Deontologico Forense prevede all’art. 26 – (Rapporti con i praticanti) che “L’avvocato deve fornire al praticante avvocato un adeguato ambiente di lavoro ,riconoscendo allo stesso, dopo un periodo iniziale, un compenso proporzionato all’apporto professionale ricevuto”. Tuttavia, questo rimane alle discrezioni dell’avvocato “tutor”. Oltre che dalle norme dell’ordinamento forense, l’attività del praticantato da avvocato abilitato al patrocinio è disciplinata dagli artt. 2229-2238 del codice civile relativi alla professioni intellettuali.

Esame di Stato per avvocato

Veniamo all’Esame di Stato, che è formato da tre prove scritte e una orale così strutturate:

  • le prove scritte potranno svolgersi con il solo ausilio dei testi di legge senza commenti e citazioni giurisprudenziali, vertendo su temi formulati dal Ministero della Giustizia ed aventi oggetto la redazione di un parere a scelta tra due questioni in materia civile, la redazione di un parere a scelta tra due questioni in materia penale e la redazione di un atto giudiziario su un quesito proposto tra: diritto civile, diritto penale e diritto amministrativo;
  • la prova orale prevede tra le materie di esame il diritto civile e il diritto penale, l’ordinamento e la deontologia forense. Il candidato sceglierà altre due materie tra diritto costituzionale, diritto amministrativo, diritto del lavoro, diritto commerciale, diritto comunitario ed internazionale privato, diritto tributario, diritto ecclesiastico, ordinamento penitenziario e giudiziario.
avvocato

Carriera da magistrato

Puoi anche optare per la carriera da magistrato. Si diventa magistrato ordinario superando un concorso pubblico per esami. I requisiti per poter accedere al concorso per magistrato ordinario, a seguito della legge 30 luglio 2007 n. 111, che ha modificato il decreto legislativo 5 aprile 2006 n. 160. Possono partecipare al concorso per accedere alla carriera di magistrato:

  • Gli abilitati all’esercizio della professione forense e, se iscritti all’albo degli avvocati, non incorsi in sanzioni disciplinari. Sono considerati abilitati coloro che hanno superato gli scritti e gli orali dell’esame di avvocato, non è necessario che siano iscritti all’albo. Sono esclusi i semplici abilitati al patrocinio, dopo un anno di pratica forense.
  • Possono accedere alla professione di magistrato coloro che hanno svolto le funzioni di magistrato onorario (giudice di pace, giudice onorario di tribunale, vice procuratore onorario, giudice onorario aggregato) per almeno sei anni senza essere stati revocati e che non sono incorsi in sanzioni disciplinari i laureati in possesso del diploma di laurea in giurisprudenza conseguito, salvo che non si tratti di seconda laurea, al termine di un corso universitario di durata non inferiore a quattro anni e del diploma conseguito presso le scuole di specializzazione per le professioni legali previste dall’articolo 16 del decreto legislativo 17 novembre 1997, n. 398.
  • I laureati in giurisprudenza che al termine di un corso universitario di durata non inferiore a quattro anni, salvo che non si tratti di seconda laurea, hanno conseguito il dottorato di ricerca in materie giuridiche; i laureati in giurisprudenza che hanno conseguito la laurea in giurisprudenza a seguito di un corso universitario di durata non inferiore a quattro anni, salvo che non si tratti di seconda laurea, che hanno conseguito il diploma di specializzazione in una disciplina giuridica, al termine di un corso di studi della durata non inferiore a due anni presso le scuole di specializzazione di cui al decreto del Presidente della Repubblica 10 marzo 1982, n. 162.

Infine, è importante non essere stati dichiarati per tre volte non idonei nel concorso per esami alla data di scadenza del termine per la presentazione della domanda. In merito agli esami, la prova scritta consiste nello svolgimento di tre elaborati teorici, rispettivamente vertenti sul diritto civile, sul diritto penale e sul diritto amministrativo. La prova orale, invece, verte su le materie fondamentali del diritto civile, penale, comunitario, amministravo, costituzionale, tributario, internazionale, commerciale, del lavoro e della previdenza sociale, informatica giuridica ,ordinamento giuridico e una lingua straniera scelta dal candidato (tra inglese, spagnolo, francese, tedesco).

diventare magistrato

Carriera da notaio

Nonostante non sia più considerata tra le più ambite, la carriera da notaio piace ancora a molti laureati in giurisprudenza. Dopo la laurea, devi svolgere un periodo di pratica presso uno studio notarile. Per essere ammessi a svolgere la pratica notarile, bisogna presentare domanda presso il Consiglio Notarile, insieme al pagamento di una tassa e alla dichiarazione del notaio che accoglierà il praticante nel suo studio. La pratica devo avere una durata minima di 18 mesi, con almeno un anno continuativo. La fase finale è costituita dal concorso notarile, il cui bando viene reso noto annualmente e che si svolge a Roma. Possono parteciparvi coloro che terminano la pratica notarile entro i 45 giorni successivi alla pubblicazione del bando. Il concorso per accedere all’albo professionale è costituito da due prove, una scritta e la seconda orale. Il concorso notarile non può essere ripetuto più di tre volte.

 Notaio

Altri sbocchi alternativi

Le altre professioni citate non ti convincono, o più semplicemente non ti senti in grado di raggiungere una preparazione ideale? Hai a tua disposizione diverse opportunità lavorative da sfruttare, come dipendente o libero professionista. La flessibilità mentale e le capacità gestionali ed organizzative che la laurea in giurisprudenza fornisce garantiscono, infatti, la possibilità di svolgere attività differenti rispetto a quella prettamente giuridica. Te le mostro di seguito:

  • il consulente di lavoro cura gli elementi fiscali e contributivi e gestisce i contratti lavorativi di ciascuna azienda;
  • il diplomatico ti consente di effettuare lunghi viaggi e ti richiede la conoscenza perfetta di almeno due lingue straniere;
  • puoi diventare funzionario della Pubblica Amministrazione tramite concorsi nei quali la laurea in giurisprudenza ti aiuta molto;
  • hai la chance di diventare dirigente presso banche e assicurazioni, o semplice impiegato, per esempio, nelle aree commerciale, ambientale e di marketing;
  • puoi diventare un conciliatore o mediatore civile: questa figura si occupa della gestione dei conflitti che orientano i clienti nell’individuazione del sistema più conveniente per la specifica controversia. Per diventarlo, è necessario frequentare lo specifico corso di 50 ore;
  • potresti avere la possibilità diventare un esperto nel settore della gestione del personale puntando su un Master Online in Risorse Umane: ecco i 5 migliori.
  • infine, hai l’opportunità di diventare insegnante grazie alla laurea specialistica, iniziando da supplente ed entrando di ruolo a poco a poco.

Tutto ciò può avvenire attraverso una formazione post laurea, con dei master mirati in settori specifici e che hai intenzione di coltivare. A differenza degli enti pubblici, le aziende non sono vincolate alla procedura concorsuale, richiesta però per coloro che si prefiggono di fare gli insegnanti.

Per un carriera nel pubblico, invece, numerosi sono i concorsi ai quali poter accedere con una laurea in giurisprudenza. Te li segnalo a questo link.

conciliatore

Laurea in giurisprudenza: testimonianze

Riporto ora di seguito alcune testimonianze di laureati in giurisprudenza: le loro difficoltà e i loro successi per affermarsi nel mondo del lavoro. Come vedrai ce ne saranno di positive, di “neutre” ma anche di negative. Il mio consiglio è di leggerle in maniera critica e costruttiva.

Giorgio B. 39 anni, avvocato. ”Dopo essermi laureato ho aperto uno studio legale nel paese in cui vivo, dopo due anni mi sono reso conto che la concorrenza non mi permetteva di decollare economicamente e avere una certa autonomia economica . Subito dopo sono stato assunto da una grossa società che opera nel settore turistico, lavorando in ambito amministrativo e legale, 8 ore al giorno, 5 giorni settimanali a 1.500 euro al mese circa. Attualmente il mio ruolo professionale in questa società, dopo più di dieci anni è aumentato di livello ed il mio stipendio è di 2.250 euro mensili”.

Anna S. “Sono una giovane di 26 anni che a dicembre ha svolto per la prima volta l’esame di abilitazione alla professione forense. All’inizio ho svolto la pratica in un piccolo studio, orario di ufficio, con nessuna retribuzione o rimborso spesa. Dopo nove mesi ho iniziato a percepire 120 euro fino ad arrivare a 250 euro mensili. Ma in contrapposizione a questo aspetto positivo , accadeva che se sbagliavo un atto o una lettera veniva scalata una buona parte di quella somma dal mio “stipendio”. Il mio lavoro consisteva nel redigere atti, andare in posta, preparare le fatture , gestire l’intero studio senza avere diritto a giorni di ferie “mai” neanche durante il periodo estivo. Dovevo essere reperibile tutti i giorni, ricevendo rimproveri continui su qualsiasi cosa, senza potermi lamentare di nulla. Il primo mese di praticantato, ricordo che ci recammo con l’auto dell’avvocato in tribunale in una città a 70 km di distanza, l’avvocato venne chiamato al cellulare e mi disse di tornarmene da sola, che aveva da fare, gli dissi che non c’erano i mezzi pubblici per poter ritornare a casa e rispose che dovevo arrangiarmi. Così dovetti telefonare a casa e aspettare che mio padre finisse il turno di lavoro per venirmi a prendere. Nonostante la conclusione del rapporto di praticantato ho dovuto litigare con lui per ottenere una firma sul libretto”.

Marco S,”Mi sono laureato con lode in giurisprudenza a 25 anni. Ora a 33 anni, sono avvocato presso uno studio legale facoltoso con un orario che varia in base al lavoro, ma in genere il lavoro in studio inizia dalla mattina alle 9 fino alle 14.00, per poi riprendere dalle 16.00 fino alle 20.30. Il mio stipendio mensile non è alto. Supera di poco i 1.200 euro mensili. Ma sto imparando tantissimo e conto di avere presto uno studio tutto mio.

Andrea R. Ho 46 anni e sono avvocato, esercito la professione da molti anni con soddisfazione e successo. Sono stato fortunato perché a 28 anni ho aperto il mio studio legale in ambito amministrativo e civile che negli anni si è consolidato sempre più, allo stato attuale continuo avere molto lavoro , anche se la crisi si fa sentire. Quando iniziai la mia professione facevo anche il ricercatore universitario , poi ho deciso di lasciare l’università per dedicarmi completamente al mio studio che richiedeva molto del mio tempo. Per chi, oggi inizia questa professione però la situazione non è più così semplice, anche perché il numero dei laureati in giurisprudenza è aumentato,però tutto dipende anche da una serie di circostanze più o meno fortunate e da tanta determinazione”.

Paola A. “Ho 36 anni e sono avvocato. Lavoro per un grosso studio della provincia di Lecce da diversi anni, dalla mattina alla sera per dodici mesi all’anno. Durante la gravidanza ho lavorato fino al giorno prima del parto e quando sono ritornata sul post di lavoro, mi è stato offerto uno stipendio inferiore a quello che percepivo precedentemente, lavorando sempre dalla mattina alla sera (600 euro mensili). Se consideriamo che una baby sitter prende lo stesso stipendio senza laurea, master, specializzazioni e soprattutto Cassa forense da pagare, ci si chiede a cosa sono serviti tanti anni di studi e sacrifici?”.

Angelo B. “Ho 35 anni, laureato i giurisprudenza, non sono riuscito a conseguire l’abilitazione come avvocato. La mia condizione lavorativa è apparentemente discreta, infatti lavoro come segretario in uno studio legale da ben cinque anni, regolarmente assunto con contratto a tempo indeterminato. Dietro questo contratto si celano delle condizioni che vanno ben oltre la precarietà: stipendio al di sotto del minimo sindacale per lo svolgimento del doppio delle ore previste dal contratto (500 € per 8 ore di lavoro al giorno), straordinari non retribuiti, 15 giorni di ferie l’anno su quattro settimane previste dalla legge e zero pretese per non perdere il posto. Come se non bastasse mi trovo a pagare tasse e a subire costi rapportati a un reddito che non percepisco realmente. Queste sono le condizioni a cui oggi è possibile trovare un posto di lavoro”.

Sandra C. “Ho 30 anni e sono laureata in giurisprudenza, non ho fatto il praticantato per avvocato e non mi sono abilitata, perché subito dopo la laurea ho fatto un colloquio in banca e sono stata assunta. In banca si lavora molto, ma mi ritengo fortunata perché ho uno stipendio soddisfacente con un regolare contratto. Di questi tempi è una fortuna”.

Antonio B.Ho 31 anni e sono avvocato, ma non ho mai esercitato perché ho intrapreso da 5 anni un’attività imprenditoriale nel settore turistico, iniziando a piccoli passi ad affittare stanze per i turisti che venivano a visitare il Salento, man mano questa attività è cresciuta con successo dandomi molte opportunità e notevoli soddisfazioni economiche. Penso che oggi i giovani debbano trovare le opportunità tentando nuove strade, oltre quelle tradizionali”.

Su Euspert sono quotidianamente presenti offerte di lavoro per laureati in giurisprudenza, sempre aggiornate in tempo reale.

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