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Gli intoccabili: riflessioni su giudici e giustizia

Il titolo non si riferisce al famoso film, ma a persone comuni, con le stesse aspirazioni, i medesimi desideri, pari debolezze, con i pregi e i difetti di ogni persona: i magistrati.

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Bellissimo film del 1987, dove 4 irriducibili agenti dell’FBI a Chicago, nell’era del proibizionismo, fecero una guerra spietata ad Al Capone. Ma il mio titolo non si riferisce a quegli eroi, ma a persone comuni, fatte come noi, in carne ed ossa, con le stesse aspirazioni, i medesimi desideri, pari debolezze; con i pregi e i difetti di ogni persona: i magistrati.

Quando inventeranno dei robot in grado di dirimere le controversie, saremo a posto; e l’attuale sistema potrà anche funzionare così com’è concepito e normato. Ma fino a quel momento, e cioè fino a quando la macchina della giustizia sarà amministrata da esseri umani, uomini e donne, fatti di carne ed ossa, allora avremo un problema. Questa nuova riflessione sulla giustizia e sui giudici, non lo nego, mi è stata “stimolata” dalla recente richiesta della magistratura di sottoporre Silvio Berlusconi a perizia psichiatrica. Nei miei 40 anni al servizio dello Stato, dipendente prima come Cancelliere e in ultimo come magistrato onorario, forse mi è sfuggito che i magistrati siano delle figure perfette, imperturbabili, al di sopra di tutti e di tutto. Perché è così che vengono considerati, in base all’attuale paradigma.

Green pass obbligatorio

Un altro spunto di riflessione ce lo offre il green pass, ormai obbligatorio anche per i magistrati: tuttavia, mentre per un magistrato senza green pass si parla di “assenza ingiustificata” e di procedura disciplinare, i giudici “onorari”, i c.d. “paria”, categoria bistrattata di cui ho fatto parte per anni, vengono addirittura sospesi dal servizio. Trovate le differenze. Se dovessi addentrarmi ad elencare casistiche di questo genere, in termini di differenze e privilegi, sicuramente tedierei il lettore, ma voglio elencarne solo una. Tutti i dipendenti della Giustizia, quotidianamente quando entrano al lavoro timbrano il budget, cosa che permette di ricevere un ticket mensile di buoni pasto di circa €300 che si riducono in caso di festività, di malattia o di ferie.

giustizia

Questo vale per tutti. O meglio, “quasi” tutti. I magistrati infatti non timbrano e oggi percepiscono i blocchetti del ticket mensile dei buoni pasto senza riduzione alcuna. E’ un piccolo esempio, ma rende l’idea. Secondo il mio modesto parere, è ora di prendere consapevolezza della realtà e regolamentare la materia di conseguenza, al fine di restituire credibilità alle figure ed al sistema giustizia nel suo complesso.

Avanzamenti di carriera e trasferimenti

Per fare un altro esempio, la progressione in carriera o un trasferimento, ritengo che non possa e non debba prescindere da parametri che valutino l’attività produttiva del magistrato. Questo soprattutto in relazione alla nota problematica dei tempi biblici della giustizia. All’atto pratico, dietro un trasferimento da una sede all’altra, si cela uno strascico di procedimenti che vengono lasciati in eredità al successore, che dovrà ripartire da zero (di qui i ritardi), sempre ammesso che anche quest’ultimo non venga trasferito di lì a breve, passando ulteriormente la palla al sostituto del sostituto. Questo deficit nasce dalla considerazione che i magistrati, chiamati a svolgere uno dei compiti più arduo, coraggioso e difficile, non vengono “concepiti” dal sistema come dei normali esseri umani, bensì come delle entità sui generis, prive di inclinazioni umane.

La visita psichiatrica di Berlusconi

L’errore concettuale, di fondo, conduce poi a tutte le distorsioni del caso. In questo contesto, la notizia di voler sottoporre Berlusconi a visita psichiatrica sarebbe divertente, se non fosse estremamente seria è drammatica. Questo è lo Stato che ha avuto l’ardire e la sfrontatezza di mandare a morire in esilio un presidente del consiglio come Bettino Craxi e di affidare prima ai servizi sociali un altro premier come Berlusconi, “per finirlo” ora con la richiesta di visita psichiatria. Mi viene in mente solo un caso, a titolo di esempio, accaduto a Roma qualche anno fa. Un magistrato è stato colto in flagrante mentre si intratteneva in atti osceni con un ragazzo in una toilette di un cinema. Ebbene sapete com’è finita? Il magistrato si è giustificato sostenendo di aver sbattuto la testa, prima di uscire di casa e quindi che non fosse nella normali condizioni di intendere e di volere.

Quel magistrato fu trasferito ed ebbe, di lì a breve, anche una prodigiosa progressione di carriera. E, ritornando all’origine dell’assunzione in servizio dei dipendenti pubblici, al DPR del 1957 che prescriveva per tutti una visita medico psichica. Ad abundantiam, forse sarebbe il caso che una tale visita venga riproposta anche a metà percorso della attività lavorativa, visti anche gli episodi cui ho fatto cenno, più che farla a Berlusconi.

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