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Non ti hanno assunto? Chiedi il perché!

In Italia suona un po’ strano, ma chiedere il perché tu sia stato scartato da un posto di lavoro a chi ha deciso di assumere un altro si può fare. Basta essere discreti, e comunque non aspettarti niente.

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Tra la realtà e la fantasia c’è anche questo. Chiedere la ragione di un’esclusione da un posto di lavoro dopo che ti sei candidato ma ti è stato risposto picche. La domanda da fare al recruiter, all’incirca, sarebbe questa: “Buongiorno, mi sono candidato per il posto di lavoro offerto dalla Sua azienda ma sono stato scartato. Vorrei però migliorarmi e riuscire a candidarmi con le aziende giuste e nel modo più consono, potrebbe dirmi cosa ho sbagliato? Quali sono state le mie mancanze rispetto al candidato che poi avete assunto? Grazie”. Avresti il coraggio di farlo? Bene, allora fallo, ma non aspettarti troppo.

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mage by Eviled

 

1 su 10 ce la fa

Più o meno è questa la percentuale di recruiter che decide di rispondere ad una domanda a dire il vero decisamente scomoda e che, per giunta, non porta niente di più all’azienda. Sarebbe solo un piacere fatto ad un candidato mai visto prima e che mai più verrà rivisto. Perché farlo? Eppure quelli bravi lo fanno, dice qualcuno. Allora tutti gli altri non lo sono? No, non è proprio così.

Un recruiter è sottoposto a mille stimoli ogni giorno, soprattutto dal punto di vista delle candidature, quindi anche trovare il tempo per dare una risposta significativa ad un perfetto sconosciuto non è cosa da poco. Inoltre devi pensare che chi assume non è un formatore. Insomma, non deve insegnarti niente, se lo fa, lo fa perché lo decide lui e ti fa sostanzialmente un favore. Tutto molto bello ovviamente, ma resta appunto un favore, non un obbligo. E’ un po’ come chiedere la data di nascita di uno famoso scrittore a un professore di matematica. Magari la sa e magari te la dice anche, ma non sta a lui farlo.

Come fare a chiedere il motivo?

Come fare per contattare chi ti ha escluso e chiedergli il perché? Prima di tutto è meglio non chiamare, ma mandare una mail breve, concisa, chiara. E poi, basta che non ti aspetti nulla. Anche perché, a volte, è proprio “il nulla” a farla da padrona. Per dirla meglio, non sempre c’è una ragione precisa per la quale un altro candidato viene scelto al posto tuo. Per essere più chiari ancora, la ragione c’è, ma non è spiegabile.

L’intelligenza artificiale nei colloqui di lavoro sta venendo sviluppata proprio per colmare lacune di questo tipo (ammesso che siano delle lacune, cosa di cui non tutti sono convinti), ovvero eliminare l’emotività umana in modo da poter scegliere il candidato ideale con criteri il più oggettivi possibile. Altre volte questa ragione esiste ed è tecnica, ma è così impercettibilmente sottile da diventare veramente complicata da spiegare, soprattutto quando parliamo di spiegarla ad una persona pressoché totalmente sconosciuta. Per ottenere insomma una risposta, ci vuole anche una buona dose di fortuna nel trovare il recruiter giusto che abbia voglia di rispondere.

Ti ha risposto! E ora?

E ora sei stato molto fortunato, quindi tieniti questa fortuna, in silenzio. Ovvero, non rispondere, se non per ringraziare, non argomentare, non attaccare e non difenderti. Il tuo scopo era quello di ottenere l’informazione e basta. L’hai ottenuta, sei stato bravo, fermati lì. Anche perché, al recruiter che ti ha scartato poco importerà della tua opinione sulla sua risposta e sicuramente non cambierà idea su chi ha assunto.

Piuttosto è meglio sfruttare le info ottenute per il prossimo colloquio, studiare bene cosa ti è stato detto e quali sono state le tue mancanze, in modo che la prossima volta a mancare siano proprio loro. Rispondendo, potresti inoltre trovarti nella spiacevolissima situazione di doverti ritrovare davanti allo stesso recruiter che gentilmente ti ha aiutato e per tutta risposta si è trovato una tua critica. Pensa ad esempio a quando ti candidi attraverso un’agenzia del lavoro. Meglio evitare, vero?

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