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“Ritorno al passato”: l’analisi della recente tornata elettorale mette a nudo i limiti del sistema attuale

Forse, l’unico modo per costruire e dare un futuro degno ai nostri figli, è quello di ritornare al passato

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Con le recenti elezioni alle spalle, non potevano mancare gli interventi di opinionisti e politologi sull’analisi del voto, specificamente rivolti ad individuare le cause che avrebbero determinato la sconfitta della destra, brevemente riassumibili nei 6 punti che seguono e che mi accingo ad enunciare, non già con lo scopo di allinearmi a loro, quanto semmai di proporre una disamina assai diversa.

La debacle della destra

tornata elettorale

Ma torniamo ai punti che hanno determinato la debacle della destra.

  1. Scelta errata e frettolosa nella individuazione dei candidati, principalmente provenienti dalla società civile, ma non avvezzi alla politica e ai “trucchi” della stessa, con l’unica eccezione dei candidati scelti dal “lungimirante” Berlusconi, risultati vincitori, proprio in quanto in possesso di una “esperienza politica”.
  2. Ricorso ai trucchi o “giochi sporchi” prima della tornata elettorale, come quello di gettare fango su un uomo della lega e in seguito su uno di Fratelli d’Italia. Senza considerare il trucco di manifestazioni/cortei, capeggiati da una ventina di appartenenti a Forza Nuova, che hanno volontariamente studiato l’assalto alla CGIL e poi alla conseguente manifestazione di sinistra il giorno prima del ballottaggio (quando le legge imporrebbe di restare silenti), organizzazioni che non hanno niente a che vedere con formazioni legali, riconosciute e democratiche come fratelli d’Italia.
  3. Incertezza sulle posizioni dei no-vax e dei no-Green pass, con la conseguenza che il centro destra non è stato in grado di chiarire la propria linea, alimentando in tal modo la confusione negli elettori.
  4. Comportamenti non corretti del Viminale, che un giorno prima del ballottaggio, 24 ore prima dell’apertura delle urne, ha diffuso l’esito dei ballottaggi giustificandolo come un test, nel quale per esempio il candidato del centro destra a Latina Zaccheo sarebbe stato eletto con il 51% dei voti (e questo può aver determinato negli elettori un rilassamento ad andare a votare, visto che già si percepiva che avesse ottenuto il successo). Personalmente nei panni di Zaccheo ragionerei su un azione di risarcimento danni nei confronti del Ministero dell’Interno.
  5. Stranamente, sempre in occasione di elezioni, la sinistra tira fuori dal cappello il discorso del fascismo che non esiste più, mentre il comunismo è vivo, ma nessuno parla delle foibe, dei morti per mano di Stalin, come nessuno ha parlato dei centinaia assalti alle sedi della Lega, a cura di appartenenti alla sinistra e ai centri sociali. Come ha detto qualche politologo, dopo una settimana dalle urne non si parlerà più di fascismo se non in occasione di una prossima tornata elettorale. Questo, come dice Palamara, è il sistema che condiziona le persone mentalmente.
  6. Confusione nell’elettorato che non è riuscito a comprendere le ragioni per cui la Lega si trovi al governo e Fratelli d’Italia all’opposizione.

Ritornare al passato

Ma, come detto in premessa, non intendo parlare di questo. Il mio tentativo va in una direzione diversa, che mi accingo a spiegare. Intanto non è più ammissibile che in Italia tra elezioni amministrative, regionali, politiche ed europee, esistano 9 diversi sistemi di votazioni. Bisognerebbe unificare e semplificarli tutti e, magari, eliminare i ballottaggi alle amministrative, perché non si può sfiancare e stressare l’elettore con continue elezioni (determinando una scarsa partecipazione, come i dati confermano in maniera lapalissiana).

Al primo turno, chi ha più voti ha vinto. Non c’è bisogno di superare il 50% dei votanti. Altrimenti succede come si è già verificato che al ballottaggio vengano eletti candidati che, di fatto, rappresenteranno una minoranza degli aventi diritto e, per governare, avranno bisogno di scendere a compromessi con le altre coalizioni che li avranno sostenuti (snaturando i propri programmi e le proposte pre campagna).

Rifondare i partiti

Forse, l’unico modo per costruire e dare un futuro degno ai nostri figli, è quello di ritornare al passato. Occorre rifondare i partiti con le federazioni e le sezioni, con le sane vere e anche animate discussioni e confronti al fine di individuare le persone adatte a dirigere i partiti e persone idonee a cimentarsi nelle elezioni. Insomma c’è bisogno di riesumare la “famosa” gavetta, la preparazione, la professionalità politica.

Non si può prescindere dal formare nuovi dirigenti politici preparati e competenti, partendo dalla scuola italiana, pensando di istituire nelle scuole secondarie dei corsi di formazione politica per poi passare a delle lauree in politica, in diritto parlamentare. I politici devono conoscere la differenza tra una legge, un decreto legge o un disegno di legge. Mai come in questi anni il livello culturale della politica ha toccato il fondo. E non come avviene oggi, dove i personaggi vengono pescati principalmente dalla società civile, gente che fa altri lavori (magari anche bene), ma che di politica capisce poco.

Io sono ottimista: se si vuole, se si è in grado di ammettere i propri errori e di cambiare, allora esiste ancora un futuro per questa Italia e per gli Italiani.

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