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Va sempre tenuta ordinata la scrivania in ufficio?

Meglio sistemare tutto o far vincere il caos? Dipende. Il desk su cui lavoriamo può raccontare molto di noi: prendiamocene cura

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Diciamoci la verità: per avere successo nel lavoro, occorre essere capaci, competenti, seri, volenterosi, collaborativi e coraggiosi. Chi non dispone di un certo potenziale e non fa nulla per accrescerlo e capitalizzarlo, difficilmente riuscirà a fare carriera. O anche solo a farsi notare dal capo o apprezzare dai colleghi. Ciò nonostante, ci sono dei fattori esterni che possono – secondo alcuni – condizionare il nostro modo di lavorare. O per meglio dire, definire i contorni di un ambiente in grado di favorire la nostra produttività. Ma è davvero così? Le teorie sono tante e molte si concentrano sulla scrivania. In molti pensano che collocare gli oggetti in un determinato modo e personalizzare il desk possa fare la differenza. Cerchiamo di capirne di più, tenendo a mente che anche una banale scrivania può raccontare molto del nostro modo di essere e di interagire.

Scrivania in ordine o in disordine? Dipende

scrivania ordinata

Quante volte ci hanno detto che una scrivania ben ordinata e organizzata è il piano migliorare su cui lavorare? L’ordine consente non solo di trovare facilmente ciò che ci serve e di ottimizzare i tempi (evitando di passare lunghi minuti a cercare la penna o il documento di cui si sono perse le tracce nel caos generale), ma anche di accrescere la nostra produttività. Di contro, tenere il desk disordinato è l’abitudine, secondo i più, dei lavoratori pigri e indolenti, disorganizzati e poco produttivi.

E’ una semplificazione che è stata parzialmente smentita da una ricerca, condotta nel 2013, da alcuni studiosi dell’Università del Minnesota. Che hanno tentato di “salvare l’onore” delle scrivanie caotiche affermando che esse garantiscono (quasi sempre) un elevato livello di creatività. Cosa vuol dire? Che lavorare su un piano in cui le cose sembrano buttate lì a casaccio incoraggerebbe l’originalità e spianerebbe la strada all’innovazione. Se ne deduce che, se siamo alla ricerca di un’idea vincente o di una soluzione inedita, forse faremmo meglio a lasciare tutto in disordine. Mentre se dobbiamo concentrarci su un progetto da consegnare entro una scadenza ben precisa, sarà opportuno sedersi a una scrivania sufficientemente sgombra e ben organizzata.

Perché è importante personalizzare la scrivania

Da non sottovalutare, secondo alcuni, è anche l’abitudine a personalizzare il proprio piano di lavoro. Anche qui le teorie sono diverse: c’è chi pensa che portare gadget o foto da casa sia il modo migliore per distogliere l’attenzione da ciò che dobbiamo fare (e andrebbe quindi evitato). E chi, al contrario, pensa che sistemare oggetti personali sulla scrivania possa tornare utile, anche in termini di produttività. Una tazza colorata, una scritta divertente o un piccolo souvenir acquistato in qualche terra lontana possono dare la giusta carica e spezzare il grigiore di un ambiente lavorativo asettico ed eccessivamente formale. In cui facciamo fatica a trovare l’inspirazione. Anche su questo punto, alcuni ricercatori americani hanno voluto vederci più chiaro.

E hanno scoperto che ci sono vari motivi che possono spingere le persone a personalizzare la scrivania del loro ufficio. C’è chi lo fa per comunicare chi è e cosa gli piace fare agli altri (in pratica, per mostrare la propria identità), chi per enfatizzare le particolarità che lo rendono differente e chi lo fa per favorire la “costruzione” di relazioni interpersonali. Un collega sufficientemente espansivo non mancherà di chiederci informazioni su una foto che ci ritrae sorridenti al mare o di commentare divertito la scritta riportata su un magnete che teniamo attaccato alla lampada. Più la nostra scrivania è personalizzata più, in fondo, racconta di noi: i tipi introversi tenderanno a non lasciare troppe tracce, quelli più estroversi non mancheranno, invece, di seminarne parecchie.

Qualche dritta dalla Cina

Arredare in un certo modo la scrivania può dunque fare la differenza? Secondo i seguaci del feng shui  l’antica arte cinese che insegna a organizzare armonicamente gli spazi, in modo da apportare benefici al corpo e alla mente – sì. Posizionare il piano da lavoro in modo da poter sempre vedere la porta da cui entrano le energie positive è il primo step da fare (dare le spalle all’uscio, quando siamo seduti alla scrivania, equivarrebbe infatti a sabotarsi da soli la carriera).

Non solo: secondo i precetti cinesi, la scrivania dovrebbe essere collocata sempre davanti ad un muro, in modo da trarre da esso la forza e la solidità necessarie per portare a termine gli incarichi con successo. Anche la disposizione degli oggetti dovrebbe seguire criteri ben precisi: secondo gli antichi cinesi, infatti, la parte centrale del desk deve essere tenuta sgombra (per favorire la concentrazione e il circolo delle solite energie positive), a destra devono essere sistemati gli oggetti e gli strumenti che servono a relazionarsi con gli altri (telefono, fax ecc…) e a sinistra quelli utili a costruire la propria carriera. Gli scettici storceranno il naso, ma tentare in fondo non costa nulla. Applicare gli insegnamenti degli antichi orientali potrebbe fare la nostra fortuna.

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