Per sbaragliare la concorrenza – che, nel settore della ristorazione, è quanto mai agguerrita – occorre puntare sull’originalità. Ecco perché aprire un tapas bar può rivelarsi l’idea giusta: quella destinata a procurarvi robuste gratificazioni. Una vera a propria alternativa all’apertura di un bar tradizionale. Non si tratta di rinnegare i “fasti” della gloriosa cucina italiana, ma di aprirsi a nuove forme di sperimentazione, attingendo alla tradizione di Paesi a noi culturalmente vicini come la Spagna. Ricordandosi sempre di puntare sulla qualità, la creatività e la professionalità. L’idea vi stuzzica? Non resta che informarsi per bene e predisporre tutto ciò che serve per dare il là all’impresa. Vediamo da dove partire.
Indice
Cos’è un tapas bar
Occorre innanzitutto spiegare di cosa stiamo parlando: le tapas sono piatti tipici spagnoli consumati come aperitivi o antipasti. A base di carne o di pesce, possono essere servite sia calde che fredde. La particolarità di queste “sfiziosità” iberiche sta, infatti, nell’utilizzo di una grande varietà di ingredienti, che vengono combinati con creatività per formare monoporzioni gustose e saporite. Che si consiglia di abbinare a un bicchiere di sangria, ad un boccale di birra fresca, ma anche ad un calice di buon vino o a qualsiasi bevanda alcolica o analcolica si preferisca.
Per fare qualche esempio concreto: tra le tapas più famose e apprezzate dentro e fuori la Spagna, ci sono gli anelli di calamari fritti, le crocchette di patate con baccalà e prosciutto, ma anche i famosi “bocadillos” (che sono panini farciti), o i “pinchos”, realizzati con vari ingredienti infilzati da uno stuzzicadenti, su una base di pane. Le possibilità sono tantissime e promettono di soddisfare ogni tipo di palato: da quello più ruspante (che apprezzerà il gusto rotondo delle tapas a base di carne) a quello più raffinato (che si lascerà conquistare dal sapore seducente delle tapas a base di verdure e di pesce). Se volete che il vostro tapas bar abbia successo, dovrete dunque “ingaggiare” un cuoco bravo e fantasioso, capace di realizzare creazioni di ogni tipo e di prestare la massima cura alla presentazione dei piatti. Oltre, ovviamente, alla scelta delle materie prime che dovranno essere di qualità. Ciò che differenzia un tapas bar da un qualsiasi altro bar è, infatti, l’originalità dell’offerta su cui dovrete puntare tanto. Sforzandovi di portare un po’ di Spagna nel vostro locale e impegnandovi a ricreare quell’atmosfera “caliente” che invoglia i clienti a restare.
Da dove partire per aprire un tapas bar
Ma cosa occorre fare per aprire un tapas bar? Fatta eccezione per il tipo di menu proposto (che, sia detto per inciso, è alla portata di tutte le tasche), non ci sono differenze – in termini organizzativi, gestionali e burocratici – rispetto a un qualsiasi altro locale. Cosa vuol dire? Che dovrete fare le stesse valutazioni e dotarvi delle stesse autorizzazioni che occorrono a chi vuole avviare un’attività che prevede il consumo (in loco) di cibo e bevande. Come sempre facciamo, vi consigliamo di partire dall’elaborazione di un dettagliato business plan, che vi aiuterà a fare il punto della situazione. E dalla scelta del locale giusto, che non deve necessariamente essere grande, ma caldo e accogliente. Il consiglio è quello di individuare una zona sufficientemente transitata – meglio se in prossimità di scuole, uffici, negozi – in modo da attirare l’attenzione di un alto numero di passanti. Che potrebbero scegliere di entrare nel vostro locale per concedersi un momento di “esotismo” culinario, ad un prezzo invitante.
Avviare un tapas bar: Requisiti e autorizzazioni
E veniamo ai requisiti e alle autorizzazioni che servono per aprire un tapas bar. Come già detto, le regole e le normative da rispettare sono sempre le stesse e prevedono che ad avviare l’attività possa essere:
- chi ha un diploma di scuola alberghiera o dei titoli di studio affini oppure
- chi risulta iscritto all’ex Rec (Registra esercenti commercio) oppure
- chi vanta un’esperienza lavorativa di almeno 2 anni (nel corso degli ultimi 5) nel settore alimentare o turistico/alberghiero oppure
- chi ha frequentato un corso professionale ad hoc, riconosciuto dalla Regione, sulla somministrazione di alimenti e bevande.
Per dare il là al vostro tapas bar, dovrete poi presentare la Scia (Segnalazione certificata inizio attività) al Comune, ottenere il nulla osta dell’Asl e dotarvi della certificazione Haccp (devono conseguirla tutti coloro che lavorano nel locale) che attesta la conoscenza dei metodi di trattamento e di conservazione dei cibi e delle bevande dispensate ai clienti. A questo punto, non resterà che procedere con l’apertura della Partita Iva e con l’iscrizione al Registro delle Imprese della Camera di Commercio, all’Inps e all’Inail.
Costi e kit di supporto
L’investimento iniziale potrebbe essere contenuto, ma molto dipende dal tipo di locale che vorrete avviare (dimensioni, arredi, attrezzature, personale impiegato) e dalla proposta di piatti più o meno ricercati. In linea di massima, però, se farete le cose con zelo e professionalità, i soldi spesi (si parte da un minimo di 30 mila euro) potrebbero rientrare entro tempi relativamente brevi. Stando agli “addetti ai lavori”, i costi delle materie prime consentono, infatti, ricarichi interessanti. Ne consegue che, se riuscirete a tenere a bada i costi di gestione, gli introiti potrebbero risultare particolarmente soddisfacenti. Anche perché – come già detto – quella che conduce all’apertura di un tapas bar è una strada ancora poco battuta, in Italia. La mancanza di concorrenza e l’originalità dell’offerta potrebbero fare la vostra fortuna.
A chi volesse ricevere informazioni più dettagliate sull’argomento, consigliamo di consultare il Kit Creaimpresa: “Come aprire un tapas bar”, da noi analizzato e giudicato veramente valido. Un prezioso strumento che vi aiuterà a progettare al meglio la gestione del vostro locale, fornendovi informazioni aggiornate su finanziamenti, contributi, leggi, normative, autorizzazioni, investimenti e possibili guadagni iniziali.