Lavorare come traduttore e traduttore giurato: requisiti, inquadramento a norma di legge, stipendio, guadagni, mansioni e offerte di lavoro.
Oggi parliamo del mestiere del traduttore, un’attività sicuramente impegnativa ma che può dare grandi soddisfazioni. I fattori che possono influenzare l’ascesa professionale, in questo caso come in altri, sono diversi e ovviamente vanno considerati di volta in volta in riferimento al contesto economico – sociale, e non solo.
Certo è però che partire con consapevolezza, e conoscere anticipatamente i percorsi formativi e professionali che aiutano ad emergere in questo settore, può essere di fatto un aiuto concreto per chi ambisce a lavorare come traduttore.
Indice
Come si diventa traduttore
I tre pre-requisti indispensabili per lavorare come traduttore sono certamente:
- La passione per le lingue;
- Una naturale predisposizione all’apprendimento di una o più lingue straniere;
- Un titolo di studio idoneo o un’esperienza pregressa alle spalle in grado di dimostrare, anche su carta, che si hanno effettivamente le abilità necessarie per diventare un traduttore.
Non esiste un percorso formativo “obbligato” per chi sogna di fare questo mestiere, ma esistono tante opzioni e possibilità (tutte valide a loro modo) che possono spianare la strada in questo senso
In passato, per esempio, c’è chi studiando da autodidatta è riuscito a diventare traduttore, dopo tanti anni di pratica sui libri e sul campo. Di norma, tuttavia, è sempre consigliata la frequenza di appositi corsi. Dopo il diploma (meglio se presso un Istituto linguistico) chi sogna di lavorare come traduttore può per esempio scegliere di continuare gli studi universitari iscrivendosi alla facoltà di Lingue e Letterature Straniere, oppure in Mediazione Linguistica oppure ancora può optare per un corso di specializzazione ad hoc per traduttori e interpreti, in grado di fornire le basi necessarie per svolgere questo mestiere.
È importante, in questi casi, arrivare ad ottenere una conoscenza approfondita sia della lingua di partenza che di quella di “arrivo”, fatta anche di termini tecnici, cultura letteraria, sociale e storica delle lingue e dei Paesi di provenienza. Conoscere il contesto generale, infatti, aiuta molto a prendere dimestichezza con la lingua, poiché permette di farsi un’idea a 360° sulle situazioni, le persone, i contesti e i luoghi protagonisti dei testi da tradurre.
I requisiti per diventare traduttore
Lavorare come traduttore richiede molta pazienza e una precisione svizzera, oltre che estrema puntualità nella consegna dei lavori e la conoscenza dei principali tool informatici del settore. Oggi infatti, considerando i mezzi che la tecnologia ci mette a disposizione, è impensabile arrivare a credere che un traduttore professionista porti a termine i suoi progetti usando vocabolari e/o dizionari cartacei, poiché è più facile che lo stesso ricorra ai CAT tools (ovvero i software di traduzione più richiesti, specie nelle agenzie) per ultimare i propri lavori.
Tra le doti indispensabili per un traduttore, in fine, c’è anche quella dell’autogestione. Essendo un lavoro principalmente autonomo, sia se svolto presso aziende/ case editrici o direttamente da casa, essere una persona organizzata, capace di portare a termine un progetto dando il giusto spazio alle priorità diventa fondamentale.
Lavorare come traduttore: inquadramento a norma di legge
Il lavoro di traduttore può essere svolto sia sotto forma di libera professione e sia come dipendente per conto di un’agenzia o casa editrice. Nel caso di rapporto di lavoro subordinato, con un regolare contratto a tempo determinato o indeterminato (part-time o full-time), il traduttore verrà inquadrato dall’azienda per cui lavora come lavoratore dipendente e, quindi, riceverà regolare busta paga. Stipendio, orario lavorativo ed eventuali benefit dipenderanno dal tipo di contratto firmato che, ricordiamolo, terrà sempre conto di quanto stabilito dal CCNL di riferimento.
Nel caso in cui si scelga la libera professione, operando – per esempio – come freelance, per lavorare come traduttore è necessario mettersi in regola con il Fisco. A tal proposito, salvo i casi in cui si tratta di lavori occasionali per i quali (entro determinati limiti) è possibile operare mediante ritenuta d’acconto, è necessario procedere con l’apertura della P. Iva, e quindi registrarsi alla Camera di Commercio e rilasciare fattura tutte le volte che si porta a termine un lavoro.
Cosa fa un traduttore
Tra le principali mansioni di un traduttore figurano:
- la raccolta di strumenti e materiali utili alla trasposizione;
- la produzione, almeno nella fase iniziale del progetto, di esempi e bozze di traduzioni;
- la traduzione effettiva di un testo ed il suo adattamento linguistico e sociale al contesto culturale di riferimento;
- la revisione dei testi confrontando quello tradotto con il testo originario. I controlli eseguiti riguardano: la coerenza linguistica e stilistica dell’intero documento, il controllo grammaticale, sintattico e sugli eventuali errori di battitura, nonché la punteggiatura secondo gli standard della lingua di destinazione ed infine la coerenza con il testo originale.
- il controllo e l’eventuale correzione dell’impaginazione e dello stile del testo.
Un traduttore, specie se lavora come libero professionista, deve essere in grado di rilevare e analizza le domande di traduzione, valutandone le caratteristiche (quantità di lavoro, ambito tematico, tempi di consegna, costo), così da avere subito chiaro il quadro della situazione. Conoscere l’ambito dentro cui deve muoversi, sia in termini tecnici che pratici, è tra le cose che più spesso sarà chiamato a fare.
Lavorare come traduttore: opportunità e offerte di lavoro
Chi lavora nel settore e conosce l’ambiente dichiara di aver trovato lavoro come traduttore grazie alla propria rete di contatti, sviluppata durante corsi di specializzazione ed aggiornamento o in convegni, fiere, mostre, eventi, saloni del libro. Questo meccanismo si è rivelato efficiente specie per i liberi professionisti, dove il passaparola è fondamentale. Per questo motivo potrebbe ritornare utile anche l’iscrizione ad associazioni di traduttori e siti specializzati.
Per non lasciarsi sfuggire alcuna opportunità, tuttavia, è consigliabile tenere sempre sottocchio gli annunci di lavoro pubblicati dai portali del settore (case editrice, agenzie, siti e forum di editoria).
I traduttori che vogliono proporsi ad una casa editrice, comunque, possono sempre inviare il proprio curriculum vitae senza dover aspettare la pubblicazione di un apposito avviso di selezione. Insieme alla candidatura spontanea, inoltre, gli esperti del settore suggeriscono l’invio di una proposta editoriale inedita, ovvero la proposta di traduzione di un testo interessante non ancora tradotto (per conoscere tutti i libri tradotti è sufficiente consultare il Catalogo Unico delle Biblioteche Italiane), come strumento apprezzato per incentivare a prendere in considerazione la vostra candidatura.
Il responsabile editoriale potrebbe non avere una posizione aperta all’interno del proprio team ma, qualora si dovesse liberare un posto o dovesse cercare nuovi collaboratori, è probabile che deciderà di chiamare chi già avuto modo di valutare invece di procedere con una nuova selezione.
Lavorare come traduttore giurato
La figura del traduttore giurato si differenzia dal “traduttore classico” perché diversa è l’utenza di riferimento a cui i suoi testi sono destinati.
Il traduttore giurato, infatti, lavora all’interno dei Tribunali ed è a tutti gli effetti un consulente tecnico: affianca il giudice nello svolgimento delle sue attività e deve essere iscritto all’Albo dei Consulenti Tecnici di Ufficio (alla pari di un interprete che assiste alle udienze).
Il suo compito sarà quello di occuparsi della traduzione di: certificati di nascita, lauree, sentenze, contratti, bilanci e, in generare, documenti di natura giuridica che hanno bisogno di essere trasmessi agli atti trascritti.
Quanto guadagna un traduttore
I guadagni di chi lavora come traduttore possono variare. Salvo i casi in cui si lavora come dipendenti per una casa editrice e/o agenzia, in cui a dettar legge sarà il contratto, il reddito di un traduttore freelance cambierà (in aumento o in diminuzione) a seconda del numero dei progetti che prenderà in carico.
Lo stipendio medio di un traduttore in Italia è di 1.550 euro netti al mese (circa 28.500 euro lordi all’anno), mentre per i liberi professionisti gli introiti variano da meno di 1.000 euro (soprattutto per chi è agli inizi) a 1.500/2.500 euro per chi è già affermato nel settore.
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