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Leggere fa bene alla carriera: ce lo dice la scienza

Secondo alcuni studi, leggere migliora le capacità relazionali, riduce lo stress ed aiuta a prendere decisioni brillanti al lavoro

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C’è chi lo fa per diletto, chi per necessità e chi per passione. Qualunque sia la motivazione che vi porta a sfogliare le pagine di un libro, non smettete di farlo. Perché, come sostengono i saggi, leggere fa bene all’anima e alla mente. Non vi abbiamo convinto? Bè, allora pensate al portafogli che, con l’ausilio di un buon libro, può gonfiarsi a vista d’occhio. A certificarlo è la scienza che assicura che abbandonarsi alla scoperta di storie e cronache scritte può dare impulso alla carriera. Non ci credete? Allora mettetevi comodi e leggete (per l’appunto) quello che riportiamo di seguito.

4 validi motivi per leggere

Ci sono almeno quattro motivi che dovrebbero spingere tutti i lavoratori a concedersi il piacere di leggere. Tre ragioni che scienziati e studiosi hanno sondato con attenzione, concludendo che – a prescindere dal genere – tutti i testi scritti possono rendere le carriere più brillanti e gratificanti. Nessuno vi chiede di trasformarvi in “topi da biblioteca” che, una volta inforcati gli occhiali, si dimenticano di interagire con gli altri e si limitano a frequentare i personaggi incontrati nei romanzi. Ma di prendere in considerazione la possibilità di trascorrere il tempo libero in compagnia degli autori che più vi appassionano. A beneficiarne sarà anche la vostra vita professionale. Leggere fa, infatti, bene alla carriera. Ecco perchè.

Riduce lo stress

A dimostrarlo è stato un pool di ricercatori dell’Università del Sussex: stando a quanto da loro appurato, leggere anche solo 6 minuti al giorno riduce notevolmente il livello di stress che – com’è noto – al lavoro può procurare seri guai. Funziona così: la mente che si concentra sulla lettura si distoglie dalle incombenze, consentendo ai muscoli ed al cuore di rilassarsi. A fornire dettagli più precisi è stato il neuropsicologo David Lewis secondo cui la lettura può ridurre del 68% il livello di stress di un individuo e fa più bene della musica (che lo riduce del 61%), di una tazza fumante di tè o caffè (54%), di una passeggiata (42%) e dei videogames (21%).

“Non importa che tipo di libro si scelga di leggere – ha spiegato Lewis – perdersi nella lettura di un qualsiasi testo coinvolgente consente di evadere dalle preoccupazioni e dallo stress quotidiano”. “E’ più di una semplice distrazione – ha messo in chiaro lo specialista – parliamo di un’attività che coinvolge l’immaginazione perché le parole stampate sulla pagina stimolano la creatività e fanno entrare in uno stato di coscienza parallelo”. Chi si sente sopraffatto dai problemi lavorativi, farebbe bene a limitare il consumo di camomille e tisane (che pure fanno bene) ed a scoprire il piacere di leggere. Non potrà che uscirne rinfrancato e ritemprato: provare per credere.

Aiuta a dormire bene

I benefici che derivano da una sana dormita notturna sono noti a tutti. Ecco perché non dovete trascurare l’importanza di prendere sonno per tempo e di prepararvi come si deve all’appuntamento con Morfeo. Una recente ricerca della National Sleep Foundation ha dimostrato che farlo con un libro in mano può rivelarsi la mossa più felice. “Il nostro corpo ha bisogno di tempo per entrare nella modalità sonno – hanno spiegato gli esperti – L’utilizzo di dispositivi elettronici come i laptop può ostacolare il processo di addormentamento perché il particolare tipo di luce che emanano gli schermi mantiene il cervello in attività, non permettendogli di riposare”. 

La luce blu avrebbe, infatti, lo stesso effetto della luce del giorno. Chiunque si mette a letto illudendosi di prendere sonno mentre guarda un film in streaming o passa in rassegna le ultime email ricevute, rimarrà deluso. Non riuscirà a riposare come si deve e, quasi sicuramente, trascorrerà una notte agitata. La conclusione? Per risvegliarsi carichi di energie, spegnete la tv o il computer ed aprite un buon libro. Leggere è il modo migliore per concludere la giornata.

Migliora i rapporti interpersonali

Secondo la Liem (Libraries and Information East Midlands), leggere almeno 30 minuti a settimana aiuta a sviluppare un notevole livello di empatia. Lo studio condotto su un campione di lettori incalliti ha dimostrato che le persone che leggono con regolarità sono più propense a stringere rapporti interpersonali solidi perché riescono ad immedesimarsi, con più facilità, nelle storie degli altri e tendono, per questo, a non emettere giudizi troppo tranchant sul loro conto. In pratica, sarebbero persone aperte ed altruiste, capaci di ascoltare e di analizzare le situazioni in profondità. E, come se non bastasse, capaci di trarre il meglio da chi li collabora al lavoro. Niente di meglio per cementare rapporti professionali proficui, che stanno alla base di una carriera carica di successi e di soddisfazioni.

Migliora la capacità di prendere buone decisioni

Uno studio condotto da tre ricercatori dell’Università di Toronto ha dimostrato che leggere romanzi può portare a “processare” meglio le informazioni e stimola, di norma, la creatività. Secondo gli studiosi, gli amanti di storie intricate e coinvolgenti si troverebero più a loro agio con le ambiguità (che tendono a mettere in difficoltà le persone poco avvezze agli approfondimenti) e inciampano raramente nella trappola della chiusura mentale. Chi ha coltivato la sana abitudine di leggere si mostra, insomma, più aperto e pronto a vagliare soluzioni alternative (non si ferma alla prima opzione) e ha più chance di prendere buone decisioni. Inaspettate e brillanti. Dalla frequentazione di personaggi e trame intense deriverebbe la loro propensione a scegliere l’alternativa più ardita: quella che può procurare un avanzamento di carriera importante.

Siete ancora convinti che la lettura sia una pratica da damine dell’800? Vi sbagliate, come dimostrano gli studi sopra citati, leggere è una sana abitudine che può rendervi professionisti migliori. E può aiutarvi a comunicare in maniera più efficace perché chi legge (ed impara ad apprezzare anche gli autori più ostici e faticosi) acquisisce un vocabolario ampio che, in certi contesti lavorativi, può fare la differenza. “I libri pesano tanto – diceva Pirandello – eppure chi se ne ciba e se li mette in corpo, vive tra le nuvole”. E può arrivare a raggiungere vette altissime.

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