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Occupazione e Stati Generali: proposte per rilanciare il lavoro under 35

Le varie problematiche da dover risolvere per risollevare le sorti del Paese creando occupazione ed opportunità professionali di tutto rispetto

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L’emergenza Coronavirus ha comportato una crisi economica, del lavoro e dell’occupazione di notevole portata. Siamo dinanzi a tante e differenti problematiche a cui bisogna trovare una soluzione. Dagli investimenti nella ricerca ed istruzione al potenziamento dello smart working, senza dimenticare la delicata situazione dei professionisti e freelance, troppo poco tutelati. Ecco alcuni dei nodi che agli Stati Generali dovranno essere affrontati con particolare attenzione.

Le conseguenze del Coronavirus sull’occupazione

Ci troviamo a vivere un periodo storico particolare, segnato dalla crisi prima sanitaria e poi economica portata dal Coronavirus. Stando ai dati registrati dal Ministero del Lavoro, nel primo triennio del 2020, sono stati gli under 35 i più colpiti dalla crisi occupazionale e lavorativa. In particolare, si è avuto il calo del 13% dei contratti. Ed ancora, interessanti informazioni a riguardo, arrivano anche dall’Istat, sottolineando come, nel mese di aprile 2020, l’occupazione under 35 è calata del 4,4% rispetto allo 0,2% riferito agli over 50. Purtroppo, a pagare il prezzo di tutto ciò sono proprio i giovani, che ora più di ieri hanno difficoltà rilevanti nel trovare un’occupazione ed affermarsi professionalmente. Importante affrontare le problematiche che stanno affliggendo il nostro Paese, cercando una soluzione che possa davvero migliorare la situazione. Per tale motivo, il Premier Conte ha indetto gli Stati Generali, che vedranno la partecipazione del Governo, associazioni e parti sociali per cercare soluzioni concrete a questa crisi economica, che spaventa più del virus stesso.

Investire nella ricerca ed istruzione

Un primo nodo da dover affrontare con particolare attenzione, è quello relativo il campo dell’istruzione e della ricerca scientifica. L’esperienza del Coronavirus, sicuramente ci ha insegnato l’importanza di un sistema formativo efficace e di una costante ricerca. Purtroppo i tagli all’istruzione ed università, hanno fatto sentire il loro peso. Sono sempre di più i “cervelli italiani” che scappano all’estero, perché poco tutelati e senza un futuro in Italia. I dati Eurostat del 2017, ci confermano che in Italia l’investimento sull’istruzione pubblica è stato del 7,9%, posizionandola all’ultimo posto in Europa, dopo Grecia e Romania. Oltre a non investire abbastanza nella formazione, l’Italia è anche uno dei paesi che attrae meno persone qualificate, questo non solo a livello europeo ma mondiale. Una realtà che non ci fa neanche lontanamente onore. La fuga dei cervelli è dovuta proprio alla mancanza di investimenti ed alla possibilità di garantire ai giovani ottime prospettive di occupazione.

Occupazione ed il problema dei freelance

Più sostegni agli autonomi e freelance per rilanciare il Paese. Attualmente in Italia ci sono 3 milioni e 363 mila lavoratori autonomi che in qualche modo cercano di non affondare. I più fortunati, sono riusciti ad accaparrarsi il bonus 600 euro professionisti, ma gli altri? Tanti sono i freelance lasciati al loro destino, senza adeguate forme assistenziali e di supporto. Anche se il nostro Paese si posiziona tra i primi posti per presenza di professionisti autonomi, nel corso degli anni diventare manager non è più tra le priorità dei giovani. Il fatto è che si tratta di un settore rischioso, soprattutto quando non ci sono tutele e regolamentazione. Gli Stati Generali dovranno discutere anche sul problema freelance e sull’introduzione di misure davvero efficaci per sviluppare questo settore, ancora colmo di varie problematiche.

Incentivare lo smart working

Altra lezione che ci ha dato il Coronavirus, è quella dell’importanza del lavoro agile. Lo smart working deve essere incentivato sempre di più, ma anche regolato meglio e reso accessibile a tutti. Inoltre, è importantissimo che tale modalità di occupazione, possa garantire un buon equilibrio tra la vita professionale e personale, grazie ad un uso sempre più intelligente della tecnologia. Il lavoro agile deve diventare un’ulteriore opportunità, un fattore di crescita e sviluppo. Per fare questo bisogna renderlo accessibile a tutti, andando ad investire sempre di più negli spazi di co-working gratuiti. Infatti, oggi ci sono diverse famiglie senza computer o la necessaria tecnologia per lavorare da remoto in tutta tranquillità. Abbattere queste barriere sarebbe davvero un ottimo passo da compiere.

Più percorsi di formazione ed occupazione per i Neet

Una storica questione italiana è quella connessa agli inattivi. Non a caso, l’Italia è il primo Paese in Europa per numero di Neet (Not in education, employment or traing). Con la crisi da Coronavirus, la questione è peggiorata. Infatti, durante i primi 4 mesi dell’anno si sono avute circa 500 mila persone in più che hanno smesso di cercare lavoro, rispetto il medesimo periodo nel 2019. Nello specifico, l’incremento del tasso di inattività è stato maggiore nella fascia d’età 35-49, registrando un +10,4%, e nella fascia 25-34 con un + 8,8%. I lavoretti momentanei e discontinui non sono certo la soluzione per tale problematica. Bisogna creare più posti di lavoro, incrementare l’occupazione non solo nel privato ma anche nel pubblico, approfittando del cambio generazionale che si sta avendo. Insomma, c’è molto lavoro da fare per risollevare le sorti di un Paese, che per certi versi fa acqua da tutte le parti.

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