L’interesse delle aziende ortofrutticole oltre che della Gdo aumenta sempre di più per i prodotti a residuo zero. L’attenzione dei confronti del cliente e della qualità dei prodotti diventa primaria
Sono sempre di più le aziende nel settore ortofrutticolo e della Gdo (Grande Distribuzione Organizzata) che dimostrano interesse verso i prodotti a residuo zero. L’attenzione verso il cliente e la qualità dei prodotti portati in tavola diventa di primaria importanza. Via i pesticidi, o comunque una loro notevole diminuzione, in modo da non lasciare tracce sui prodotti ortofrutticoli che ogni giorno mangiamo.
Indice
Prodotti a residuo zero: l’interesse delle aziende ortofrutticole
I prodotti a residuo zero iniziarono ad avere successo negli anni ’80, quando i consumatori divennero sempre più attenti alla qualità del cibo che ogni giorno portavano a tavola. Ovviamente è un dato di fatto che i pesticidi usati nell’agricoltura, sono assorbiti dai prodotti stessi che poi consumiamo. Questo è un fattore che non fa certo bene alla nostra salute. Per questo motivo oggi più che mai, molte aziende ortofrutticole e quelle della Gdo, stanno manifestando il loro interesse verso i prodotti a residuo zero, oltre che per quelli biologici. Secondo quanto afferma la CCPB (Consorzio, Controllo Prodotti Biologici), sono ameno 4 le grandi aziende di distribuzione a cui interessa la commercializzazione di prodotti a residuo zero.
Questo a dimostrazione di quanto la grande distribuzione ha un occhio di maggior riguardo nei confronti dei prodotti commercializzati, che devono essere il più possibile privi di pesticidi o comunque coltivati con determinate tecniche. Lo scopo è quello di avere dei prodotti più salutari oltre che eco-sostenibili, in linea con quelle che sono le esigenze dei consumatori moderni.
Che cosa sono i prodotti a residuo zero?
I prodotti a residuo zero sono quelli in cui i residui di pesticidi adoperati durante la coltivazione, si azzerano. Attenzione, questo non vuol dire che su quei prodotti non sono stati adoperati pesticidi, ma l’uso e l’applicazione di questi è interrotto con un certo anticipo rispetto alla raccolta, in modo tale che queste sostanze chimiche non siano rintracciate all’interno della frutta e della verdura. Infatti, come ben sappiamo sia nel settore agricolo integrato (tende a ridurre l’uso di pesticidi) che nel settore agricolo convenzionale (adopera prodotti chimici per la coltivazione e concimazione del terreno), è concesso l’uso di pesticidi e varie sostanza chimiche. Nei prodotti a residuo zero, l’agricoltore ha l’obbligo di sospendere l’uso di sostanze chimiche anticipatamente rispetto la loro raccolta. Una soluzione quindi che chiunque sfrutti un terreno per attività di business può tenere in considerazione.
La differenza tra prodotti a residuo zero e quelli biologici
Alcuni potrebbero pensare che si tratti della stessa cosa, tuttavia non è così. Nel prodotto a residuo zero vengono adoperati pesticidi durante la coltivazione, semplicemente il loro utilizzo è interrotto ad un certo punto della coltivazione, in modo da non far penetrare all’interno del prodotto le sostanze chimiche, avendo così il famoso residuo zero. Al contrario, nella coltivazione del biologico, non si adoperano pesticidi, dunque il prodotto è totalmente pulito. In qualche modo, i prodotti a residuo zero possono essere considerati i precursori del biologico moderno. Il biologico sicuramente ha avuto un notevole successo, anche se molti consumatori ritengono che non è possibile avere un buon prodotto senza usare un minimo di pesticidi, così questi si rivolgono al prodotto a residuo zero.
La salute passa anche per i prodotti che consumiamo
La nostra salute passa anche per i prodotti che mangiamo e consumiamo ogni giorno. Il residuo zero adopera delle molecole in grado di degradarsi in maniera abbastanza veloce, così da non lasciare tracce di esse sul prodotto finale pronto per la consumazione. Si tratta di tecniche di agricoltura particolari, in cui i tempi, le dosi e le modalità di somministrazione dei pesticidi devono essere minuziosamente calcolati, in modo da garantire la degradazione delle molecole chimiche prima che il prodotto sia commercializzato. Una tecnica che ha avuto e continua ad avere successo, anche se non facile, tra le varie aziende ortofrutticole oltre che nella Gdo, a sottolineare quanto anche le grandi realtà aziendali siano attente alla salute dei consumatori.
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