Cityteller: visitare le città attraverso i libri

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A quanti sarà capitato di soffermarsi davanti ai luoghi o ai monumenti descritti dagli scrittori? E a quanti sarebbe piaciuto poter scoprire una città attraverso i romanzi che vi sono stati ambientati? Cityteller nasce per dare una risposta a questo desiderio, e attraverso la creazione di una mappa geo-emozionale, consente di visitare le città attraverso i libri. Cityteller è una piattaforma social, con la quale gli utenti possono scoprire le città attraverso i libri, le cui citazioni sono raccolte e visualizzate su delle mappe. Alla piattaforma si accede tramite un’applicazione digitale.

Vediamo come funziona: all’avvio dell’app, viene chiesta all’utente l’autorizzazione al rilevamento della propria posizione. Dopo questo passaggio, sulla piattaforma verrà visualizzata la mappa del luogo in cui l’utente si trova e su questa mappa saranno visualizzati i contributi geo-localizzati. Nel contributo c’è una scheda di presentazione del libro, la citazione che da questo è tratta, il titolo, l’autore e la casa editrice.

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Registrandosi, l’utente può accedere alla piattaforma, commentare i contributi e sceglierne alcuni come preferiti.  Ma non finisce qui. L’obiettivo della piattaforma è quello di crescere grazie ai contributi che gli utenti stessi potranno caricare. Infatti punta ad ingrandirsi grazie alla condivisone delle citazioni e all’apporto degli user. In questo modo Cityteller si propone come un’alternativa alle classiche guide turistiche e intende riunire in una sola applicazione digitale tutte le citazioni dei libri su un determinato luogo, raccolte grazie al suo carattere social.

Il business plan di Cityteller

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Privacy sul posto di lavoro: la questione del controllo a distanza

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Il prezzo che paghiamo per la diffusione degli smartphone, dei tablet, delle nuove applicazioni che ci aiutano in tante occupazioni quotidiane, è la riduzione della nostra privacy. Quante volte ci viene chiesto di comunicare la nostra posizione per poter accedere e usare un’app sul nostro telefono?
La risposta è: “molto spesso”. Ma la tecnologia non ha cambiato solo la nostra vita privata. Ha chiaramente avuto un forte impatto anche sulla privacy sul posto di lavoro, mettendo forse a rischio il diritto alla riservatezza dei dipendenti, o comunque mutando il rapporto fino ad ora instaurato in materia tra questi ultimi e il datore di lavoro. Ed ultimamaente a balzare agli onori delle cronache è stata la questione del cosiddetto controllo a distanza dei lavoratori operanti fuori sede,un tipo di controllo sempre più in via di diffusione.

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image by 24Novembers

Statuto dei Lavoratori e Jobs Act: cosa è cambiato

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Redattore editoriale: chi è cosa fa

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Pochi conoscono la figura e l’importanza del redattore di una casa editrice. Quando prendiamo in mano un libro siamo abituati a soffermarci sul nome dello scrittore, della casa editrice, dell’eventuale traduttore citato nelle prime pagine. Spesso però dimentichiamo il lavoro e il tempo che servono per far arrivare un libro sullo scaffale di una libreria. Durante l’ultimo Salone Internazionale del Libro di Torino, attraverso una serie di incontri, si è parlato dei mestieri che contribuiscono alla creazione e alla diffusione dei libri in Italia. Domenica 17 maggio, nella sezione Officina – Editoria di Progetto, dedicata agli editori indipendenti, è stato descritto quello meno conosciuto e meno blasonato: il redattore editoriale.

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image by Yulia Grigoryeva

Come si diventa redattore editoriale?

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Conciliazione facoltativa: come funziona dopo il Jobs Act

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Il decreto legislativo n.23 del 4 marzo 2015, uno dei due attuativi del Jobs Act finora emanati, ha disciplinato il nuovo contratto di lavoro subordinato a tempo indeterminato a tutele crescenti. Oltre alle novità in tema di licenziamenti, ha introdotto anche una  nuova procedura di conciliazione. Vediamo qual è. La nuova conciliazione, prevista dall’art. 6 del decreto, sarà facoltativa e attivabile da parte del datore di lavoro, che non dovrà più tentare quella obbligatoria prevista dalla legge n. 604 del 1966.

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image by auremar

Come funziona la nuova conciliazione facoltativa

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Licenziamento discriminatorio: la tutela ai tempi del Jobs Act

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Il decreto legislativo 4 marzo 2015, n. 23, uno dei due finora emessi in attuazione del Jobs Act (legge delega 10 dicembre 2014, n. 183) ha introdotto e regolamentato il nuovo contratto di lavoro a tempo indeterminato a tutele crescenti e all’art. 2 ha confermato la possibilità per il lavoratore di ottenere il reintegro in caso di licenziamento discriminatorio. Il licenziamento discriminatorio, secondo l’articolo 15 dello Statuto dei Lavoratori (Legge n. 300/1970), è quello intimato a causa dell’adesione del lavoratore a un’organizzazione sindacale o per ragioni religiose, politiche, di sesso e di razza, o basato sull’orientamento sessuale o le convinzioni personali.

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image by Syda Productions

La procedura

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Il nuovo contratto a tempo determinato di sostegno all’occupazione per il settore del commercio

Dopo lunghe trattative tra Confcommercio e i sindacati, lo scorso 30 marzo è stato rinnovato il contratto Collettivo Nazionale di Lavoro del settore Terziario, Distribuzione e Servizi, con il quale è stato introdotto, in via sperimentale, il nuovo “contratto a tempo determinato di sostegno all’occupazione”. Non dissimile dal vecchio contratto di inserimento, cancellato dalla legge Fornero (legge n. 92/2012), questa nuova tipologia contrattuale sarà sperimentata e monitorata nei prossimi due anni.

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Vediamo a chi è destinata, le novità e i principali vantaggi e non.

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Per la residenza fiscale occorre guardare al luogo di lavoro

La Corte di Cassazione – Sezione Tributaria è tornata ad occuparsi di una materia spinosa. Con la recente pronuncia n. 6501 del 31 marzo ha sancito che per accertare la residenza fiscale di un soggetto, il primo dato da analizzare deve essere il luogo di lavoro. Ma vediamo la vicenda sottoposta al vaglio dei giudici di Piazza Cavour.

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Residenza fiscale: il caso in Cassazione

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Makers: chi sono e cosa fanno i nuovi artigiani

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Quanti di voi, sentendo parlare di Makers, si sono chiesti chi sono e cosa fanno? Se vi siete posti la domanda almeno una volta, questo articolo fa per voi. Tanto per iniziare bisogna dire che sono persone che si interessano di tecnologia, design, arte, ma anche di sostenibilità e modelli di business alternativi. Ma l’aspetto più peculiare, forse il più importante che li contraddistingue, è che tutte queste passioni non sono dei cosiddetti hobby per il tempo libero. I Makers creano, attraverso l’utilizzo della tecnologia, oggetti utili e riproducibili liberamente. I Makers sono dei nuovi artigiani, degli innovatori, dei creativi che lavorano ispirandosi ai principi dell’open source, della libertà della conoscenza, della condivisione e riutilizzazione dei risultati, tanto da diventare i fautori di un vero e proprio modello culturale.

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Makers: si può fare tutto

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