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Come gestire un conflitto al lavoro (con infografica)

L’ufficio non è bello se non è litigarello? Impara a confrontarti in maniera civile e tendi la mano anche a chi non la pensa come te

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Ogni persona ha la sua visione del mondo che tende a leggere attraverso una lente valoriale ben precisa. Avere delle certezze può essere positivo, ma quando si deve lavorare in gruppo, non si può pretendere di imporre le proprie opinioni agli altri. Sia ben chiaro: se tutti i colleghi fossero sempre d’accordo, la vita in ufficio scorrerebbe in maniera insostenibilmente noiosa; ma c’è una bella differenza tra un’episodica scaramuccia e la guerriglia continua. La possibilità che si generi un conflitto al lavoro è quanto mai alta (specie in questi giorni di caldo improvviso che mettono a dura prova la nostra capacità di auto-controllo), ma se riusciremo a mantenere la dovuta calma e la necessaria lucidità, le cose si rimetteranno a posto e a beneficiarne sarà l’intera azienda. Scopriamo perché.

Come gestire un conflitto al lavoro in maniera produttiva

Quando si genera un conflitto al lavoro è buona norma non ignorarlo, ma tentare di risolverlo nel più breve tempo possibile per evitare che degeneri in acredine e risentimento che possono guastare i rapporti coi colleghi o col capo. E’ quanto ha messo in evidenza il sito resume.io che ha compilato un’infografica sull’argomento, distinguendo le tre fasi temporali (prima, durante e dopo) in cui è bene approntare una strategia tesa a scongiurare il peggio. Ecco la versione originale seguita dalla nostra personale rielaborazione

Per quanto possa sembrare strano, le discussioni al lavoro possono produrre effetti positivi. La prima arma da sfoderare è l’empatia: cerca di metterti nei panni dell’altro e sforzati di comprendere le ragioni che lo portano a pensare e ad agire in maniera diversa da te. Non focalizzarti sui suoi tratti caratteriali, ma sulla questione da dirimere, evitando di inciampare in pregiudizi o valutazioni faziose ed affrettate.

Cosa fare prima che la discussione cominci

Non perdere tempo

Affronta il tuo “rivale” subito (non far passare più di una settimana) perché se procrastini troppo, le vostre reciproche posizioni si irrigidiranno e non ci saranno le condizioni per approntare un incontro civile e disteso. Prendi il toro per le corna ed evita di trascinare un malessere che potrebbe contagiare il resto del team.

Informa le persone coinvolte

Organizza un incontro con le persone coinvolte informandole preventivamente sui punti che vuoi affrontare nel corso della riunione. E’ corretto che tutti arrivino preparati e che nessuno venga preso alla sprovvista.

Raccogli dati ed informazioni

Poni all’attenzione dei partecipanti dei fatti concreti (possibilmente corredati da dati e statistiche) e non delle semplici suggestioni. Prima di sparare a zero sul collega che ti ha fatto innervosire, dimostra di avere studiato con attenzione il caso e di aver raccolto informazioni attendibili.

Vai dritto al punto

Evita di girare intorno alla questione e vai al sodo. In questo modo, eviterai di perderti in inutili ed improduttive digressioni che potrebbero rendere la discussione ingovernabile.

Accertati di non aver preso un granchio

Arriva alla riunione con le idee ben chiare. Scoprire che avevi frainteso tutto sarebbe imbarazzante per te e seccante per gli altri.

Cosa fare durante la discussione

Non alzare la voce

Non assumere atteggiamenti aggressivi che potrebbero tradire un’insicurezza di fondo. Se ti rendi conto che ti stai scaldando più del dovuto, chiedi di interrompere la riunione e prendi una boccata d’aria fresca. Chi si inalbera e strilla troppo fatica a rimanere lucido e non riesce ad esporre serenamente le sue ragioni.

Non incolpare l’altro

Evita di puntare l’indice contro il collega o di sputare sentenze lapidarie sul suo conto. Se si sentirà attaccato, penserà soltanto a difendersi e nessuno dei due potrà convincere l’altro della bontà delle sue intenzioni.

Aiutati con delle illustrazioni

Riporta su una lavagna i pro e i contro della questione che ha generato il conflitto in modo che tutti possano analizzarla nei dettagli. Chiedi alle persone presenti di fornire le loro valutazioni, l’osservazione condivisa potrebbe portare velocemente alla risoluzione del problema.

Fai attenzione al linguaggio del corpo

Mantieni la giusta distanza dall’interlocutore e guardalo negli occhi per dimostrargli che gli stai prestando la dovuta attenzione. Evita di gesticolare troppo e di girare come una trottola per la stanza. Le ricerche hanno ampiamente dimostrato che un corretto utilizzo del corpo può far calare del 25% il livello di cortisolo nel sangue tenendo a bada lo stress e ponendo un argine alla confusione mentale che assale chi si agita troppo.

Formula le giuste domande

Evita di trasformare l’incontro in un processo e di elaborare una strategia tesa a mettere all’angolo il tuo “avversario”. Rivolgi le giuste domande e permettigli di argomentare come si deve le sue posizioni. L’obiettivo non è quello di ricevere dei secchi “sì” o “no”, ma di comprendere fino in fondo perché il tuo interlocutore ha scelto di operare nel modo che tu reputi sbagliato e sconveniente. Lasciagli tutto il tempo di cui ha bisogno per esporre serenamente il suo punto di vista.

Non considerarla una battaglia da vincere

Nel caso in cui le vostre posizioni dovessero restare divergenti, evita di incaponirti e sventola bandiera bianca. Cosa vuol dire? Che per il bene dell’azienda, è doveroso che mettiate da parte l’orgoglio e la reciproca voglia di avere la meglio sull’altro. Mostrati umile e collaborativo (anche se continui a pensare di avere ragione) e dimostra a tutti che l’importante – anche al lavoro – non è vincere, ma mettersi in gioco e provarci.

Cosa fare dopo

Chiedi scusa, se necessario

Se la discussione si è infuocata ed hai perso il controllo, chiedi scusa a tutti i presenti. La nomea di testa calda non ti procurerà consensi, corri ai ripari finché sei in tempo, fai retromarcia e riconosci pubblicamente il tuo errore. Chiedere scusa e fare ammenda metterà a posto le cose.

Rimettiti alle opinioni degli altri

Chiedi alle persone che hanno assistito e partecipato all’incontro di esprimere un giudizio su quanto successo e dibattuto. Le opinioni degli altri ti aiuteranno ad inquadrare la faccenda da un punto di vista più ampio e sfaccettato e ad individuare strumenti e metodologie a cui non avevi pensato. I feedback dei colleghi sono preziosi, considerali degli antidoti a cui ricorrere per evitare nuovi conflitti al lavoro.

Chiedi aiuto ad un mediatore

Se l’incontro si è concluso con un “nulla di fatto” e senti che il conflitto non è stato superato, rivolgiti ad una persona che possa vestire i panni del mediatore giusto ed imparziale. Un punto di vista esterno e competente consentirà di sciogliere i nodi e di giungere ad una soluzione. Ricordati che se la persona interpellata finirà per dare ragione al tuo collega, non potrai che accettare il verdetto. E trarre insegnamento da quanto successo, impegnandoti ad affrontare con più stile il prossimo conflitto al lavoro (se se ne dovesse presentare un altro).

Cerca sempre di tendere la mano

I litigi e i battibecchi comportano un dispendio di energie che rischia di lasciarti steso al tappeto. Ne vale veramente la pena? Cerca di capire quando un conflitto al lavoro merita di essere gestito in maniera organizzata e propositiva e quando è invece il caso di lasciar correre. Allenati a confrontarti serenamente con gli altri e cerca di imparare da chi la pensa e agisce in maniera differente. Gli stimoli e le sollecitazioni del mondo esterno possono rafforzare le tue certezze o farle vacillare. Evita di chiuderti a riccio e mettiti in ascolto dell’altro: raggiungere un compromesso con chi consideravi un nemico da neutralizzare ti ripagherà dello sforzo profuso nell’avergli teso la mano.

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