Alcuni lavoratori arrivano a trascurare completamente la propria sfera privata. E’ un errore gravissimo, da evitare in ogni modo. Come? Riconoscendo per tempo i “campanelli di allarme”
Quanto è il tempo che dedichiamo al lavoro? E quanto quello che destiniamo alla nostra salute, alla cura dei nostri affetti e agli hobby che ci appassionano? Rispondendo a queste due semplici domande, ognuno di noi potrà facilmente verificare quanto il cosiddetto “Work-Life Balance” (l’equilibrio tra la sfera professionale e quella privata) funzioni nella sua vita. E’ inutile nasconderlo: 8 volte su 10, il piatto della bilancia penderà a favore del lavoro. Confermando quanto già da tempo constatato: siamo sempre più stressati e nervosi e incapaci di goderci il bello che la vita ci concede ogni giorno.
Indice
3 segnali che aiutano a capire che il Work-Life Balance non funziona
Incastrare gli impegni professionali con quelli personali è, per alcuni, un’impresa titanica (si pensi alle mamme lavoratrici che devono dividersi tra le lezioni di calcio e le convocazioni a scuola degli insegnanti). E taluni arrivano a dimenticarsi completamente di se stessi. Parliamoci chiaro: il bilanciamento perfetto non potrà mai essere raggiunto, ma il marcato disequilibrio dovrebbe spingere tutti noi a correre ai ripari per tempo. Ci sono almeno 3 segnali da non trascurare, dai quali sarebbe opportuno partire per riprendere il controllo del nostro tempo e del nostro benessere. O almeno provarci. Scopiamoli insieme
Siamo stanchi e doloranti
lanciare i primi “campanelli d’allarme” potrebbe essere il nostro corpo che – sopraffatto dalla mole di lavoro che genera stress, ansia e frustrazione – potrebbe inviare messaggi inequivocabili. Se i mal di testa non ci concedono tregua e i mal di schiena si fanno sempre più frequenti, la possibilità che il nostro fisico si stia “ribellando” ai ritmi massacranti a cui lo costringiamo esiste eccome. A mettere in allarme dovrebbe essere anche il perenne senso di stanchezza e di fiacchezza che avvertiamo, anche dopo una lunga nottata di riposo. E’ il segnale che il corpo è arrivato allo stremo e non riesce più a recuperare le forze. Cosa fare? Semplice: occorre “staccare la spina” e concedersi un po’ di relax. Il nostro corpo ha bisogno di cure e attenzioni che non sono più rimandabili. A “rimetterci al mondo” potrebbe essere un semplice bagno caldo, ma il più delle volte bisognerà optare per soluzioni più “radicali” come i massaggi (che possono allentare la tensione accumulata in ufficio) e i percorsi benessere proposti dalle Spa.
Siamo nervosi e di cattivo umore
I periodi difficili li attraversano tutti, ma quando fatichiamo a ricordare l’ultima volta in cui abbiamo riso di gusto o in cui ci siamo regalati un momento di pura spensieratezza, vuol dire che qualcosa non va. Se il nostro umore è sempre nero, abbiamo i nervi a fior di pelle e la pazienza vacilla continuamente (tanto da farci “sbroccare” anche quando siamo in coda alla cassa del supermercato), i segnali sono inequivocabili. Il Work-Life Balance ha finito di funzionare (ammesso che abbia mai funzionato) e ci sta trascinando in un vortice di stress e malessere. Come venirne fuori? Occorre fermarsi e riflettere sulle cose che sono veramente importanti. Il nervosismo si origina spesso da una cattiva gestione del tempo che ci fa sentire perennemente in ritardo e impossibilitati a portare a termine tutto quello che ci eravamo prefissati di fare. Occorre “scremare” e individuare le priorità. A tutto il resto va dato il giusto peso e concessa la minima considerazione. Spazientirsi per le inezie è inutile e nocivo.
Trascuriamo le amicizie e gli affetti
Chi si fa “fagocitare” dal lavoro non trova più il tempo per fare una telefonata all’amico del cuore. Né quello per scambiare due chiacchiere davanti a un aperitivo. E’ il segnale evidente che non ci occupiamo più del nostro benessere personale né prestiamo la dovuta attenzione agli affetti più intimi e preziosi. Nulla di più sbagliato: il calore di una persona amica può farci dimenticare la giornataccia passata in ufficio e la vicinanza delle persone con cui abbiamo scelto di dividere la vita è l’unica “medicina” che può aiutare ad affrancarci dallo stress e dal malumore che abbiamo accumulato. Coltivare gli amori e le amicizie ci permette di trovare riparo nella “confort zone” nella quale è lecito (episodicamente) ripararsi per recuperare entusiasmo, autostima e buon umore.
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