Candidarsi lo stesso anche se non si è qualificati per un lavoro?

Può capitare di vedere a portata di mano se non proprio il lavoro dei sogni, uno molto soddisfacente. Buono stipendio, buoni orari, vicino a casa e quant’altro. Piccolo particolare, quel lavoro non fa per voi perché vi mancano delle skills. Non essere qualificati per un lavoro è un problema comune alla maggior parte delle persone in cerca di un’occupazione, la domanda centrale però è: candidarsi lo stesso o no? La risposta giusta probabilmente non c’è, o meglio, non è univoca. Come in quasi tutte le cose. Il Sì o il No, dipendono da una serie di fattori variabili che vanno valutati volta per volta. Candidarsi per un posto per il quale è assolutamente impossibile si venga scelti è solo tempo perso e forse può anche arrecare danni, in quanto chi dovesse leggere la candidatura non si capaciterebbe della ragione per la quale chi l’ha mandata, pur magari avendolo fatto con tutti i crismi, possa aver pensato di avere qualche speranza. In parole povere, non ci si può candidare per fare il pilota d’aereo se non si ha il brevetto di volo. L’esempio è un po’ forte, ma calza.

In altri casi invece, le cose sono più sfumate e non è assolutamente detto che cercare di ottenere un posto per il quale tecnicamente non si è qualificati sia la scelta sbagliata, anzi. Magari più che una scelta diventa una svolta. Certo, non lo si può fare con leggerezza e bisogna essere ben consapevoli delle difficoltà, dell’impegno da metterci e del fatto che con una certa probabilità la candidatura non andrà a buon fine, però…

Un curriculum dettagliato è quel che ci vuole

Se è vero che un recruiter può metterci non più di 7 secondi a “scandagliare” un curriculum ed è quindi inutile spedire dei papiri che non verranno mai letti da nessuno, non sempre questo è vero. O comunque non sempre non vale la pena fare un tentativo, per così dire, più approfondito. Spedire un Cv dettagliato allo scopo di candidarsi per un posto di lavoro per il quale si è sotto-qualificati, può essere una scelta azzeccata. Ci vorrà un po’ di fortuna certo, ma soprattutto bisognerà progettare per bene quella “speciale” versione del curriculum, pensare bene a cosa inserire e cosa no, vale a dire quali informazioni mettere e quali omettere, essere molto precisi e soprattutto non mentire. Un conto è “ricamare” qualche info importante per l’occasione, ben altro è scrivere il falso. Ok?

Lettera di presentazione? Sì, grazie

Visto che non si è tecnicamente abbastanza qualificati per quel lavoro così bello, vicino a casa e con ottimo stipendio, bisogna necessariamente “vendersi” al meglio. E quale strumento migliore della lettera di presentazione? Un foglio (solitamente elettronico) in cui scrivere tutte le proprie skills dettagliatamente (ma senza dilungarsi) in modo ordinato e preciso, ma discorsivo. E un foglio nel quale spiegare perché, nonostante manchi qualche “must have” rispetto agli standard richiesti, si potrebbe essere comunque il candidato migliore per il posto in questione. Come dire, tutto si può imparare, basta volerlo ed averne la possibilità. Trascurare lo step della lettera di presentazione è praticamente un suicidio dal punto di vista delle possibilità di essere assunti. Perché qualcuno dovrebbe scegliere un candidato sotto-qualificato che per giunta nemmeno ha tutta sta voglia di presentarsi e far capire chi è e per quale motivo sarebbe lui la scelta migliore da parte dell’azienda? Insomma, il fatto di avere poche speranze non giustifica la fretta o ragionamenti troppo superficiali come “beh se va va, sennò chi se ne frega”, perché a quel punto tanto vale non candidarsi neanche.