Lavoro al sud, accordo tra Ministero e Regioni: “Sfruttare risorse europee”

Accordo raggiunto e protocollo d’intesa firmato. Per rilanciare l’occupazione nelle regioni del sud Italia, tra Ministero del lavoro e Regioni del Meridione è stato finalmente raggiunto un punto d’incontro. L’intesa firmata dal Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Enrico Giovannini, dagli assessori al lavoro di Calabria, Campania, Puglia e Sicilia e dal presidente di Italia Lavoro, Paolo Reboani, mira ad impiegare in modo coordinato, e nel rispetto delle specificità regionali, tutti gli strumenti messi a disposizione  per combattere disoccupazione e promuovere autoimprenditorialità. In questa parte di territorio italiano, accantonato troppe volte dalle istituzioni locali e nazionali è stato finalmente raggiunto protocollo d’intesa, frutto della proposta avanzata dalle quattro Regioni al ministro. In un contesto del genere, come non fare attenzione al mondo giovanile, supportandoli nella transizione dal mondo della scuola e dell’università per inserirsi nel mercato del lavoro. In questa ‘occasione’ saranno semplificati e valorizzati gli strumenti che già esistono, dall’apprendistato, al tirocinio in azienda, dalla promozione di nuove start-up di imprese giovanili, all’autoimpiego e l’autoimprenditorialità, ma anche all’inserimento e al reinserimento lavorativo, l’alternanza scuola-lavoro, l’orientamento e il Placement.

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Battaglia di Natale, allevatori e coltivatori mostrano “l’inventario del falso”

E’ continuata anche oggi la protesta degli allevatori e coltivatori cominciata il 4 dicembre. Circa 10.000 agricoltori hanno invaso il Brennero per difendere i prodotti alimentari italiani. Questo perchè con la crisi sono state già chiuse in Italia 140mila stalle ed aziende, soprattutto a causa della concorrenza sleale dei prodotti importati dall’estero, per la maggior parte di scarsa qualità che in una fase successiva vengono poi spacciati per “made in Italy”. La Coldiretti sulla base dei dati Unioncamere del 2013 comparati con quelli dell’inizio della crisi, cioè nel 2007, ha deciso di mobilitarsi lanciato appunto quello che poi è avvenuto il 4 dicembre: “La battaglia di Natale: scegli l’Italia”. Un protesta nata per difendere l’economia e il lavoro delle campagne dalle importazioni di bassa qualità che varcano le frontiere per essere spacciate poi come italiane, e che hanno avuto conseguenze gravissime. L’obiettivo sara proprio quello di svelare ciò che è sempre stato coperto, ovvero il “falso Made in Italy alimentare”.

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Sardegna, arrivano i sussidi per 4mila disoccupati

Arrivano i “sussidi una tantum” contro crisi e disoccupazione. La regione Sardegna ha stanziato 16 milioni di euro per cercare di risollevare le sorti di migliaia di persone. Sono circa 4.000 i sussidi messi a disposizione: 1600 per gli edili, 2200 per gli altri lavoratori. Il contributo è pari a 700 euro al mese per sei mesi, ed ogni beneficiario sarà impegnato in servizi di pubblica utilità secondo i programmi predisposti dalle varie amministrazioni comunali. E a ognuno sarà chiesto di prestare un servizio di venti ore settimanali per un totale di 80 ore mensili. Per poter beneficiare di tale contributo bisogna innanzitutto essere residente in Sardegna, e che per almeno tre mesi, anche non continuativi, a partire dal 14 maggio 2009 abbiano lavorato nell’isola con contratto a tempo indeterminato, a tempo determinato oppure atipico.

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Indesit: ok all’accordo, niente licenziamenti per 5 anni

Buone notizie per i 1.400 dipendenti della Indesit, che fino a prima “dell’ipotesi di accordo” firmato nella tarda serata dello scorso 3 dicembre, rischiavano di perdere il posto di lavoro. Lo storico marchio che produce elettrodomestici ha riorganizzato il suo asset e ritirata la procedura di licenziamento per circa 1.400 lavoratori e la redistribuzione delle produzioni fra Italia, Polonia e Turchia. E’ una nota della Fim-Cisl diffusa al termine degli incontri al ministero dello Sviluppo economico a confermare quanto appena detto, ma dagli stessi sindacati (Fiom-Cgil) nessuna sottoscrizione d’intesa. Questo perchè, da quello che è stato scritto nel comunicato: “L’accordo siglato oggi, non solo determina il superamento della procedura di licenziamento collettivo per 1.400 dipendenti avviata dalla Indesit, ma impegna l’azienda alla stabilità occupazionale per cinque anni, fino alla fine del 2018”.

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Mercatini di Natale: niente crisi, previsti oltre 11 milioni di visitatori

Il mese del Natale è appena cominciato e con lui anche migliaia di mercatini sparsi per tutta la penisola. Alla faccia della crisi, verrebbe da dire. Infatti, stando ad uno studio condotto dalla società di consulenza turistica ‘Jfc’, quest’anno saranno circa 11 milioni e 760mila gli italiani che frequenteranno i mercatini di Natale. Più di 16 milioni, se si pensa che buona parte di essi ne visiterà più di uno. Saranno i turisti a rappresentare il vero traffico prefestivo, si tratta di persone che almeno per una notte soggiorneranno nella località  o nell’area limitrofa; il 78,8% è rappresentato da “escursionisti”, vale a dire da coloro che alloggiano per vacanza nelle località limitrofe e che decidono di passare qualche ora al mercatino di Natale; infine, solo il 6,5% è dato dai residenti.

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Il reddito della felicità? 26mila euro l’anno

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Che prezzo ha la felicità? Secondo uno studio condotto da due economisti italiani, Eugenio Proto della Warwick University in Gran Bretagna e Aldo Rustichini della University of Minnesota negli Stati Uniti, 26 mila euro l’anno sarebbe la cifra della “felicità”. Dalla loro analisi, pubblicata dalla stampa inglese si evince che chi ha un prodotto interno lordo pro capite più basso non è abbastanza felice, fino a qui nulla di nuovo. Ma la novità sta nel fatto che, sempre secondo la ricerca, chi ne ha uno più alto nemmeno vive bene. Questo perchè comincia ad avere aspirazioni di una casa sempre più bella, di un tenore di vita sempre migliore, di fare acquisti sempre più costosi ed in maniera frequente sviluppando di conseguenza un livello di ansia e di stress molto alto.

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La battaglia di Natale per il Made in Italy. Il 4 dicembre saranno in 10.000

“La battaglia di Natale”. Allevatori e coltivatori in rivolta che presidieranno il valico del Brennero nell’ambito della mobilitazione prevista per mercoledì 4 dicembre dalle ore 9,00. Saranno circa diecimila gli addetti del settore a sventolare le bandiere della ‘Coldiretti’, provenienti da tutte le Regioni d’Italia anche con i loro trattori. Faranno sentire le loro voci per difendere l’economia e il lavoro dalle importazioni di bassa qualità che varcano le frontiere per essere spacciate come italiane. Una protesta tutta tricolore quindi che è stata intitolata appunto: “La battaglia di Natale: scegli l’Italia”.

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Più lavoro e meno tasse, i desideri degli italiani a Natale

Cosa cercano gli italiani sotto l’albero? Secondo un recente sondaggio Confesercenti-Swg, il 56% dei nostri connazionali preferirebbe per il Paese una maggiore creazione di occupazione, mentre il 27% vorrebbe una riduzione del fisco, indispensabile per poter utilizzare al meglio le proprie risorse. Per ultrasessantenni e pensionati invece, il desiderio sembra essere la detassazione delle tredicesime. Insomma, bambini a parte, da quest’anno gli italiani si rivolgono a Babbo Natale completamente per il lavoro. Sempre secondo il sondaggio solo 2 italiani su 10 pensano che questo Natale sarà migliore dello scorso anno. I risultati mostrano chiaramente una situazione difficile, ma che sottolinea Confesercenti, non cede al pessimismo, anzi la speranza sembra predominare anche se è sicuramente più forte fra gli ultracinquantenni che fra i giovani, mentre la sensazione di difficoltà è più acuta fra i quarantenni. Una cosa è certa, questo sarà il natale dei regali utili. In questo clima di incertezze c’è chi crede nel rilancio del paese, e ad esserne convinta è la parte più giovane della popolazione, che passa dal 4 al 7% del totale.

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Cassa integrazione e mobilità in deroga, novità in arrivo

In base alla bozza di decreto Lavoro-Economia sulla Cassa integrazione e mobilità in deroga, il 2014 sarà l’anno della concessione degli ammortizzatori in deroga, ma contemporaneamente sarà confermato l’esaurimento dello strumento a fine 2016. Per la cassa integrazione sarà quindi imposto un tetto di otto mesi per il 2014, importo che andrà a calare a ‘sei mesi’ nei due anni successivi. Nello specifico quindi, la cassa integrazione in deroga nel 2014, potrà essere concessa solo ai lavoratori operai impiegati e quadri con almeno 12 mesi di anzianità per un periodo lavorativo non superiore agli 8 mesi nell’arco di un anno. Ma dal 1 gennaio 2015 e fino al 31 dicembre 2016 il sussidio potrà essere concesso fino a 6 mesi nell’arco di un anno e a 12 mesi nell’arco di un biennio mobile. Per quanto riguarda invece le imprese che godono già di cassa straordinaria ed ordinaria,potrà essere concessa la deroga per il 2014 con un tetto di 8 mesi ma per il 2015 e il 2016 per 5 mesi nell’arco di un anno e per 11 mesi nel biennio mobile. Novità anche per quanto riguarda la mobilità. Sempre per il 2014 infatti, secondo la bozza del decreto, la mobilità in deroga potrà essere concessa per un massimo di 7 mesi, ma saranno 10 al Sud, per chi ha beneficiato di meno di 3 anni del sussidio e per un massimo di 5 mesi, 8 al Sud, per chi ha già usufruito del sussidio per tre anni o più.

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Detenuti trattati come aziende. Fiera milanese accoglie 4 progetti di lavoro

Al Matching 2013 che si è concluso il 27 novembre a Milano c’è stato spazio anche per  tanti detenuti, che dopo aver scontato la pena, tentano di reinserirsi nella vita della società. La fiera è stata organizzata dalla CdO, ed ha ospitato quattro progetti di lavoro provenienti dai penitenziari lombardi. Aprire le porte del carcere al lavoro non è solo un’occasione importante per i detenuti, ma rappresenta anche un buon business per i datori di lavoro, e non solo per i notevoli sgravi fiscali. Con uno stand che ha ospitato quattro realtà di questo settore, le associazioni presenti erano tutte legate ad Articoloventisette, nota Agenzia che promuove il lavoro nei penitenziari lombardi. Per l’occasione sono accorse numerose persone, tra cui molti imprenditori.

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Il lavoro? A darlo ci pensano le cooperative

Secondo i risultati del primo rapporto Censis 2012, dal 2007 al 2011 l’occupazione nelle ‘cooperative’ e’ cresciuta quasi dell’8 per cento. Un dato molto positivo che indica che questa forma di occupazione è tra le prime in Italia a tenere a bada la crisi economica e finanziaria. Nella giornata del 27 novembre 2013 a Roma, si è tenuta l’assemblea dei delegati Legacoop: “Oltre la crisi: per una economia più cooperativa e collaborativa”. Dall’incontro, che ha visto anche la partecipazione del presidente della regione Lazio Nicola Zingaretti e il vice ministro dell’economia Stefano Fassina, sono usciti fuori dati molto confortanti. Nel 2013, 56 nuove imprese con un volume di affari di circa 55 mln di euro hanno aderito alla Legacoop Lazio. Ricordiamo con una breve parentesi che: (una società cooperativa è costituita per gestire in comune un’impresa che si prefigge lo scopo di fornire innanzitutto agli stessi soci quei beni o servizi per il conseguimento dei quali la cooperativa è sorta). Per mantenere alti i livelli di occupazione dunque, i soci si sono riorganizzati autonomamente, riducendo i propri compensi. Pubblicati i dati ‘positivi’ delle cooperative, il vice ministro Stefano Fassina ha così commentato: “Mi colpiscono i dati raccontati: in un quadro cosi’ difficile ci sono forme d’impresa che vanno nettamente in controtendenza, un’impresa che guarda soltanto al profitto di breve periodo non ce la fa“. Fassina ha sottolineato poi che senza una discontinuità che metterà a frutto la specificità della cooperazione, non si può andare avanti: “Chi lo ha capito e’ il nuovo Papa che mette continuamente in discussione l’impianto valoriale. Credo che nella cooperazione ci sia un potenziale importante per rompere la spirale soffocante della crisi“.

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Legge di Stabilità: approvato in Senato il “reddito minimo garantito”

Con 171 sì e 135 no, è stato dato il via libera dell’aula del Senato alla fiducia posta dal governo sul maxiemendamento sostitutivo della Legge di Stabilità. Tra i principali emendamenti approvati c’è il “reddito minimo“, attesissimo soprattutto dalla Comunità Economica Europea che dal 1992 chiede al nostro paese di adeguarsi. Uno strumento che funziona ormai da tempo in Germania, Regno Unito, Francia, Danimarca, Irlanda, Svezia.

Potrebbe quindi cominciare da adesso la fase di ascesa di un importante intervento, seppur in via sperimentale, per il contrasto alla povertà. L’introduzione di un reddito minimo di inserimento in alcune grande aree metropolitane dovrebbe avviare un percorso agevolato per chi non ha lavoro. Le risorse per sostenere il reddito minimo arriveranno dalle pensioni d’oro, nello specifico quelle a partire da 90mila euro. Tale denaro finanzierà anche la sperimentazione della carta acquisti.

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Lavorare a Natale, le figure più richieste

Il periodo natalizio oltre a regalare una bellissima atmosfera, può creare occupazione, anche solo temporanea. Ed è proprio così perché in questo “mese” di preparativi, tra spese varie e gite fuori porta, la macchina economica si rimette a funzionare a regime e in questo modo, centri commerciali, ristoranti e negozi hanno di conseguenza bisogno di più personale.

In generale per via dei grossi flussi di persone che affollano soprattutto i grandi  centri commerciali, c’è maggiore necessità di ‘cassieri’ con diploma di scuola media superiore e anche una breve esperienza nel ruolo, ma anche addetti alla vendita nei diversi reparti per la grande distribuzione. Anche i magazzinieri sono figure indispensabili perchè loro è il compito di organizzare il magazzino. Per quanto riguarda invece i negozi nelle grandi città, serve una buona conoscenza dell’inglese. La domanda è buona anche per  promoter di giocattoli e persone che si occupino di animazione per bambini. Altro grande settore che in questo periodo ha bisogno di manodopera è quello della ristorazione: cuochi, camerieri, barman, addetti alle pulizie, ma anche quello turistico alberghiero.

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Formazione e lavoro, i giovani scelgono l’agroalimentare

agricoltura

Tra i diplomati sembra che l’indirizzo più difficile da reperire nel 2013 è quello agrario-alimentare. La conferma arriva da una recente analisi della Coldiretti sulla base dei dati Excelsior di Uniocamere. I dati non fanno altro che affermare le grandi potenzialità che il settore agroalimentare offre, un comparto molto attivo che potrebbe creare molti posti di lavoro.

Sempre secondo i dati, per il 32,5 per cento delle assunzioni programmate ci sono imprese che hanno difficoltà a reperire personale adeguato. Bisogna però capire per ‘adeguato’ le imprese cosa intendono. In sostanza sembra esserci un deficit in termini di formazione ed esperienza ma anche di aspettative, le imprese, secondo Coldiretti lamentano che le loro offerte non corrispondono pienamente ai ‘desideri’ del candidato.

Tuttavia sembra che i giovani abbiano le idee chiare sul proprio futuro, infatti, sempre secondo Coldiretti, sono aumentati gli iscritti al primo anno delle scuole secondarie che hanno optato per l’enogastronomia e l’ospitalità alberghiera, ma anche quelle agli Istituti professionali e tecnici di agraria.

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Milano: operai spala-neve per necessità, è boom di richieste

A Milano si cercano “spalatori di neve” o comunemente chiamati dagli addetti del settore ‘voucherista’ perché per lavorare in quelle condizioni per otto ore a qualche grado sottozero, ripulendo i marciapiedi delle periferie dal manto di neve ghiacciata, lo spalatore sarà pagato con un voucher versato tramite Inps: 75 euro nette per il turno diurno, 90 per quello notturno. Nonostante i pochi giorni di lavoro previsti nella stagione invernale, le domande per fare lo spalatore sono a quota 3.400, in aumento del 25% rispetto al 2012.

L’85% del totale delle richieste giungono da italiani, per lo più studenti, solo un quarto degli aspiranti ha più di 40 anni. A seguire ci sono gli stranieri, in prima fila gli egiziani, seguiti da romeni, peruviani, marocchini, senegalesi, afghani, albanesi, brasiliani. In tutto si cercano 7mila persone, e per poter svolgere questo tipo di mansione stagionale che di solito prevede pochi giorni di lavoro all’anno non occorrono grandi prerogative: buone condizioni fisiche, residenza in città, documento di riconoscimento.

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Imprese in difficoltà. Mancano 47 mila lavoratori

In Italia esistono dei settori che secondo l’analisi annuale del sistema informativo Excelsior di Unioncamere e ministero del Lavoro, diffuso a Verona in occasione di Job&Orienta, hanno forte carenza di personale. Secondo i calcoli dunque sono circa 47 mila i posti di lavoro che non vengono occupati, circa tredici assunzioni su cento.

Ma quali sono le richieste del mercato? In genere, sempre secondo il rapporto, si cercano figure professionali specializzate: esperti di software e gestione aziendale, analisti programmatori, sviluppatori, disegnatori tecnici, assistenti socio-sanitari. Tra questi anche progettisti meccanici, educatori e cuochi. Figure professionali richiestissime e che molte volte le offerte delle aziende non ricevono una risposta. Perché, dall’altra parte, non sempre c’è qualcuno. Nel 6,2% delle assunzioni il sistema produttivo lamenta competenze non adeguate alle mansioni da svolgere, che possono riguardare la formazione, la necessaria esperienza e alcune competenze che non sempre si hanno. Come la capacità di lavorare in gruppo, capacità di problem solving, flessibilità e adattamento.  Sono delle vere e proprie lamentele che le imprese rivolgono nei confronti dei giovani candidati.

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Lavorare ‘green’, le professioni ecologiche più richieste

Dalla Mostra Convegno Expocomfort 2013 di Milano, giungono segnali molto positivi sul mondo del lavoro, in particolare per tutti quei mestieri denominati ‘green’ dalle quale appartengono numerose categorie di lavoratori quali: esperti di efficienza energetica, designer degli impianti, manager del territori, manifatturieri, innovazioni etc. Secondo l’edizione di quest’anno le professioni “verdi” creeranno più di 1,2 milioni di contratti entro il 2020, una vera e propria parte propulsiva dell’economia Italiana. Chi investe green ha più possibilità di esportare all’estero e questo vale per il 42% delle imprese manifatturiere che fanno eco-investimenti.

Ecco dunque quali saranno le professioni ecologiche più richieste nei prossimi anni, anche se alcune sono già oggi molto ricercate. Come il Il frigorista, “tecnico del freddo” che esegue montaggio, riparazione e manutenzione degli impianti di refrigerazione e raffreddamento usati per la conservazione del cibo. Oltre all’opera di installazione, chi lavora in questo campo collabora anche con clienti finali e aziende come consulenti. Per poter svolgere questa attività bisogna conseguire un Patentino per inserirsi nel Registro Telematico Nazionale.

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Occupazione e sviluppo in Italia con “l’impresa sociale”

C’è un settore in Italia che contrariamente al trend occupazionale della crisi economica è in continuo sviluppo e dà lavoro ai giovani. Stiamo parlando dell’impresa sociale che crea un positivo saldo occupazionale. A conferma di quanto appena detto basta consultare i dati ‘Vita’: oltre 750mila dipendenti e vede coinvolte più di 85 mila aziende. Tra le categorie a cui si rivolge spiccano: i minori (3.775), le famiglie (2.281) e gli anziani (1.566) mentre sono cinque i maggiori settori d’attività: educazione e istruzione, assistenza sociale, assistenza socio-sanitaria, assistenza sanitaria e tutela ambientale.

L’impresa sociale è particolarmente vantaggiosa per le fasce più deboli della popolazione, in particolare giovani e donne. Di questo se è parlato a Milano in occasione del 7° forum Cultura d’Impresa de Il Sole 24 Ore. Il tema di quest’anno è stato appunto dedicato alle “Le risorse per rilanciare la crescita: leadership, restart e diversity”.

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Poliziotti alla ricerca del secondo lavoro, cresce il numero in Italia

Secondo una ricerca condotta dalcentro studi del Coisp, il sindacato indipendente di polizia: almeno tre dipendenti pubblici su dieci, impiegati nelle forze dell’ordine, una volta terminato il turno di servizio toglierebbero uniforme e pettorina per sostituirli con altri tipi di divise, quella da camerieri o da buttafuori e solo il 10% di questi sarebbe autorizzato dal Ministero.Come ogni altro dipendente statale, avere un secondo lavoro è quasi diventato ‘normale’, ma se la seconda occupazione è a nero si rischia il procedimento disciplinare con tanto di licenziamento.

Il mestiere del poliziotto, secondo il segretario generale del Siulp Felice Romano non è più rispettato come lo era un tempo: “Un tempo bastava un poliziotto in strada, una volante di quartiere, mentre oggi si è rotto il patto fiduciario tra collettività, media e Arma.” Cosa spinge un poliziotto a cercare il secondo lavoro è abbastanza chiaro. Mediamente guadagnano 1.200 euro al mese, ma ovviamente con straordinari ed avanzi di carriera la cifra sale, ma uno stipendio così spinge giù l’Italia agli ultimi posti in quanto a retribuzione delle forze dell’ordine.

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Fare impresa con il ‘telelavoro’. L’esperimento di un imprenditore francese

E’ stato ribattezzato il Robinson Crusoe dei nostri giorni, ma in realtà lui, Gauthier Toulemonde imprenditore francese ha voluto dimostrare con la sua ‘impresa’ che è possibile guidare un’azienda anche stando lontani migliaia di chilometri

Lontanissimo da tutto ma super connesso, con se aveva un computer, un tablet e due telefoni satellitari alimentati da pannelli solari. Con questa attrezzatura ha continuato il suo lavoro di ufficio come se fosse stato nel suo paese a Saint-André-lez-Lille. Toulemonde, fuso orario permettendo era costantemente collegato con i suoi colleghi, e per quaranta giorni dall’altra parte del mondo in una sperduta isola dell’Indonesia, ha dimostrato che grazie alla tecnologia  è possibile guidare un’impresa come la sua. Una società che pubblica riviste su filatelia e sul mercato immobiliare. Anche a distanza su un’isola lunga solo 700 metri e a cinque ore di battello dal villaggio più vicino.

Per riuscire nell’esperimento l’imprenditore ha investito quasi 10mila euro, senza l’ausilio di sponsor: “Per risparmiare limitavo al massimo le comunicazioni via telefono.

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