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10 buoni consigli per lavorare bene

Lavorare bene è una pratica non così semplice come sembrerebbe a prima vista: ecco dieci buoni consigli per provarci. E riuscirci.

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Lavorare e lavorare bene non sempre sono la stessa cosa. Atteggiamenti verso un problema, comportamenti, modi di pensare, influenzano in modo significativo il benessere sul lavoro, nonché l’efficacia e l’efficienza dell’attività lavorativa. Alcune di queste pratiche non valgono solo per l’attività lavorativa in sé, ma risultano estremamente utili anche per la ricerca di un impiego.

Lavorare bene: 10 consigli pratici

Ecco quindi 10 buoni  consigli per lavorare bene, per fare una bella figura sul posto di lavoro e “mandare avanti la baracca” nel miglior modo possibile.

lavorare bene consigli

Conosci l’argomento? Allora parla da esperto

Se in ufficio, o in un qualsiasi luogo di lavoro, stai partecipando ad una discussione che tratta di un argomento che conosci molto bene, allora la tua comunicazione dovrà essere quella di un vero e proprio esperto nel campo, soprattutto se ti presenti come tale. In questo caso infatti, utilizzare espressioni come “Forse potremmo…”, “penso che sia meglio…”, “Credo che il problema sia quello di…” e via dicendo, rischia di minare la tua affidabilità. Ed in effetti o sei un esperto e allora dubbi non ne hai, oppure non lo sei e allora essere dubbiosi è lecito. Decidi prima chi puoi essere rispetto ad un determinato argomento o settore. Decidilo, mi raccomando, con criteri oggettivi, poi orienta la tua comunicazione di conseguenza.

Sei una media delle persone di cui ti circondi

Vale a dire: sul lavoro i tuoi comportamenti saranno, in media, molto simili a quelli delle prime 5-6 persone con le quali sei solito stare. Il consiglio, in questo caso, è quello di scegliere molto bene (quando possibile) i colleghi con i quali avere rapporti più stretti. Non guardare solo a quelli che hanno più successo, cerca di intrattenerti anche con quelli che senti più simili a te. Il lavoro di squadra dà sempre ottimi risultati, quando la squadra è affiatata.

Loda in pubblico, critica in privato

Lavorando con altre persone è logico che ad alcune di esse (così come a te) capiterà di sbagliare o di tenere comportamenti poco consoni e talvolta fastidiosi. Non si fa, ok, su questo siamo tutti d’accordo. Non è comunque una buona ragione per lanciare anatemi su uno o più colleghi davanti ad altri, capi compresi. Se pensi che sia solamente un fatto di etica, beh, ti sbagli. Gli strali che lancerai, alla prima occasione ti torneranno indietro. Insomma criticare in pubblico significa rischiare seriamente di farsi dei nemici, che ovviamente ti si ritorceranno contro. Se devi fare una critica a qualcuno, falla in privato. Prendi chi secondo te ha sbagliato e spiegagli le tue ragioni. Soprattutto se il suo errore è stato in buona fede, apprezzerà sicuramente il tuo intervento. In pubblico invece è sempre meglio limitare gli interventi da fare e, nel caso, orientarli in senso positivo verso gli altri. Se questi “altri” non dovessero ricambiare il favore, vedila così, non dovrai comunque pensare a guardarti le spalle in ogni momento.

Non farti vedere bravo in qualcosa che non vuoi fare

Può sembrare una pratica “furba”, ma in realtà non è così, esempio: c’è un lavoro da fare in azienda, un lavoro a cadenza periodica e per giunta nemmeno troppo semplice. Di solito lo svolge un tuo collega bravissimo che però ora è in ferie per 20 giorni. Anche se quel lavoro non ti piace per niente, per spirito di squadra, disponibilità, e anche magari per farti notare (non c’è niente di sbagliato), decidi di occupartene di persona. Lo termini, lo consegni al boss e questo ne rimane entusiasta. “Sei il migliore – ti dice, – d’ora in poi te ne occuperai sempre tu”. Ecco, tieni presente che se quel lavoro non ti piace, alla lunga farlo ti peserà. La conseguenza potenziale è un progressivo calo delle prestazioni. Cosa che potrebbe far cambiare idea al tuo capo sul fatto che tu sia “il migliore”.

Impara dai tuoi errori

Consiglio che vale sul lavoro come nella vita. Hai fatto un errore, che sia grave o meno poco conta, in questo senso. Ricordatelo, impara e non farlo più. Si chiama, semplicemente “esperienza”. Più ne acquisirai , meno errori farai. Un consiglio che, è scontato, è valido anche quando il lavoro lo stai cercando. Inviare un cv e non ottenere risposta perché traviato da alcuni errori può starci. Ma scoprire questi errori e poi rifarli uguali no, anche perché porterà allo stesso identico risultato.

Non tirar fuori problemi se non hai le soluzioni

Semplice, chiaro, diretto. Se decidi di esporre un problema, o hai anche una soluzione allo stesso, oppure lascia perdere. Di problemi che ne sono sempre già abbastanza, non c’è bisogno che ti metta a tirarli fuori anche tu, complicando la situazione.

Interessati alle cose

Fare quel che devi fare con svogliatezza e superficialità non è un buon atteggiamento. A parte ottenere risultati minori , farai sempre il triplo della fatica necessaria. Trova il modo (ognuno ha il suo) di rendere interessante ciò che fai, anche se è difficile.  Ciò ti permetterà di lavorare bene, di lavorare meglio. Un po’ d’impegno mentale all’inizio per vivere a cuore molto più leggero per il resto del tempo. Vale anche per la ricerca di lavoro: informarsi sulle novità da quotidiani e siti di settore è un ottimo modo per rendere meno pesante la spesso estenuante attività della ricerca di un impiego. Non è detto infatti che passare giornate intere a spedire curriculum sia il modo migliore per trovare lavoro, anzi. Senza contare che più si è informati, più le possibilità di avere successo aumentano.

Rispondi, interagisci, non ignorare gli stimoli

Una telefonata, una mail, qualcuno vuole dirti qualcosa. Non”fregartene”, anzi, fai l’esatto contrario. Cerca di capire che cosa vuole e rispondi. Fatti sentire insomma, sii presente, ricettivo, propositivo. E’ pur vero che talvolta è più facile ignorare una richiesta, soprattutto se non particolarmente semplice da comprendere o esaudire, ma è ancora più vero che ogni lasciata è persa. Pensaci.

Dosa bene le tue energie emotive, a seconda delle priorità

Il lavoro è molto, ma non è tutto. E comunque il posto che occupa in classifica dipende dalle priorità che ti sei dato nella vita. Se il  lavoro è, magari, al secondo posto, dopo la tua famiglia, i tuoi colleghi potrebbero essere molto più in basso, chessò, al decimo o al quindicesimo. Perfetto, se uno di loro ti fa arrabbiare, ecco, tu non farlo, non arrabbiarti. Se la priorità che lo riguarda,  rispetto ai tuoi interessi è bassa, anche la quantità di energie che impiegherai dovrà essere dello stesso livello. E’ anche questa una parte del fondamentale work life balance, Quindi, non prendertela. Più tardi, i tuoi figli, tuo marito o tua moglie, potrebbero aver bisogno di te e della tua attenzione. Conserva le tue emozioni per ciò che ritieni più importante e limita lo “spreco” delle stesse per cose o persone a cui hai attribuito un ruolo meno significativo.

Il lavoro domani è ancora lì

Stai lavorando da 10 ore e sulla tua scrivania c’è ancora una montagna piuttosto alta di questioni da sbrigare. Sono tutte lì, dentro quella pila infinita di carte. Ecco, di sicuro da sole non si sposteranno. Quindi se la stanchezza inizia a farsi sentire, se ti accorgi che non hai più l’intuito, i riflessi e l’attenzione di 10 ore fa, rifletti sul fatto che quella montagna, domani sarà ancora esattamente nello stesso posto, ad aspettarti. Quello che puoi fare oggi, in alcuni casi, lo puoi fare anche domani. Il lavoro, quando è troppo, è uno di quei casi.

Liberamente tratto dal sito The Fast Track.

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